Nicholas Canny: il problema della colonizzazione dell’Irlanda tra XVI e XVII secolo. Making Ireland British 1580-1650 tra locale e globale, tra New British History e Atlantic History
Riconquista Tudor e prime plantations (1556 -1607)
Nel XVI secolo la situazione in Irlanda subì profondi mutamenti in seguito all’affermarsi della dinastia dei Tudor. Essi orchestrarono una massiccia campagna di centralizzazione e di concentrazione del potere che toccò ogni singola porzione delle isole che costituivano il loro regno (Irlanda, Scozia e Inghilterra).
Enrico VIII fu colui che fece dell’Inghilterra uno stato moderno attraverso una serie di importanti riforme che cambiarono il corso della Storia. Nel 1534 il Parlamento inglese sancì la frattura con la Chiesa Romana approvando l’Atto di Supremazia (Act of Supremacy) con il quale il re fu proclamato Capo Supremo della Chiesa d’Inghilterra.
Nel 1536 Enrico VIII fece approvare l'Act of Union, che formalmente annetté il Galles alla corona d'Inghilterra: l'Inghilterra e il Galles divennero quindi un'unica “nazione" e in questo contesto decise di portare sotto la sua giurisdizione anche la Signoria d’Irlanda. Nel 1541 Enrico VIII costituì formalmente il Regno d’Irlanda - autoproclamandosi Sovrano dell’isola - che pose fine al sistema tardo medievale di governo delegato dell’isola, per il quale un potente magnate locale (local chief) veniva designato come capo dell’amministrazione in qualità di viceré. Quest’ultimo venne così sostituito da un funzionario inglese (Lord Deputy of Ireland) rappresentante della Corona e detentore del potere esecutivo.
La sua politica di riforma non si fermò qui ma decise di assoggettare gli irlandesi, ora a tutti gli effetti sudditi della Corona, non soltanto de iure bensì de facto.
Due furono le riforme che attuò: prima di tutto introdusse la politica fondiaria della Surrender and Regrant (Rinuncia e Riassegnazione) per la quale la protezione reale veniva così estesa a tutta l’élite irlandese senza tenere in conto le differenti origini etniche. Tutta l’isola quindi avrebbe dovuto obbedire al sovrano inglese e i lords irlandesi sottomettersi alla Corona ricevendo in cambio il titolo legittimo (royal charter) delle loro proprietà.
Questa anglicizzazione del governo in Irlanda costituì il primo degli esplosivi elementi di scontro prodotti nelle relazioni tra i nativi gaelici e gli invasori inglesi.
La seconda riforma consistette nell’adozione di un’ancora più drastica politica di colonizzazione che rappresentò un sistematico trasferimento di english settlers di fede protestante su territorio irlandese al fine di consolidare la dominazione inglese. I nuovi venuti si insediarono principalmente nelle parte sud-orientale dell’isola espropriando così la popolazione locale delle terre di loro proprietà e costringendola a migrare verso l'entroterra.
I primi insediamenti inglesi nel Munster furono realizzati nel 1556 sotto il regno di Maria Stuart quando si assoggettarono le province di Offaly e Laois ribattezzandole rispettivamente in King's e Queen’s County in onore del re cattolico Filippo II di Spagna e della stessa Maria.
Negli anni di regno di Elisabetta I - in seguito alle due ribellioni di Desmond (1569-1573; 1579-1583) - il governo di Londra decise di attuare una più decisa e sistematica politica di colonizzazione del Munster al fine di prevenire ulteriori insurrezioni. Le Rivolte di Desmond rappresentarono la resistenza da parte della dinastia dei Fitzgerald, Conti di Desmond, all'imposizione di un governatore inglese nella regione. Anche il poeta Edmund Spenser partecipò alla seconda delle insurrezioni che così venne descritta in View of the Present State of Ireland:
«Munster was a most rich and plentiful country, [...] yet ere one year and half they were brought to so wonderful a wretchedness, as that any stony heart would have rued the same. [...] They came creeping forth upon their hands, for their legs could not bear them. They looked anatomies of death [...] they did eat of the dead carrions [...] and when they found a plot of water cress or shamrocks, there they flocked as to a feast for the time [...] so in short space of time there were none almost left and a most populous and plentiful country left void of man or beast.»
La rivolta fu sedata non solo con le spade bensì con la carestia causata dalla “terra bruciata” che lasciò dietro di sé l’esercito inglese. Tale fu la mancanza di cibo che un terzo della popolazione della regione perì d’inedia.
Come testimonia Sir John Perrott (Lord Deputy dal 1584 al 1588) nelle sue memorie le plantations si resero necessarie «to repeople the dispeopled province of Munster so that the lands escheated should be inhabited with obedient people» al fine di raggiungere una maggiore stabilità nella regione.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Nicholas Canny: il problema della colonizzazione dell’Irlanda tra XVI e XVII secolo. Making Ireland British 1580-1650 tra locale e globale, tra New British History e Atlantic History
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Informazioni tesi
Autore: | Davide Belci |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze storiche |
Relatore: | Secondo Carpanetto |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 78 |
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