Difficoltà nell’apprendimento delle abilità logico-matematiche

Parlando di riabilitazione, innanzi tutto bisogna ricordare, come precedentemente affermato, che alcune competenze numeriche sono presenti fin dalla nascita e su di queste si devono costruire il mondo matematico e il suo significato. Per “curare” la matematica occorrerebbe partire dal potenziamento di alcune abilità fin dalla scuola dell’infanzia.
Anche per la discalculia evolutiva, così come per gli altri tipi di disturbi, si ribadisce dunque l’importanza di un intervento riabilitativo precoce. A tal fine sono stati ideati dei programmi che hanno lo scopo di sostenere il bambino in quella fase delicata dell’apprendimento in cui inizia l’approccio con il mondo della matematica. Infatti il bambino della scuola dell’infanzia, trovandosi in una fase di transizione da un’intelligenza di tipo pratico (una conoscenza basata sull’azione diretta in presenza delle cose) a un’intelligenza di tipo rappresentativo (una conoscenza mediante segni e significati in assenza delle cose), ha bisogno di essere sostenuto e aiutato a riflettere su quello che sta facendo. Per motivare e stimolare il bambino ad apprendere, in questa fase può essere utilizzato lo strumento del gioco. Inoltre, i programmi riabilitativi sono stati creati per guidare gli insegnanti nell’utilizzo delle strategie didattiche necessarie a potenziare i processi cognitivi specifici alla base della costruzione della conoscenza numerica e del calcolo.
Un esempio è il testo di Lucangeli, Poli e Molin (2003) L’intelligenza numerica (3 volumi), opera che nasce come guida per aiutare insegnanti e riabilitatori nel percorso di potenziamento o riabilitazione delle abilità cognitive e metacognitive, seguendo lo sviluppo dell’intelligenza numerica e dell’apprendimento del sistema dei numeri e del calcolo in bambini di 3-6 anni, 6-8 anni e 8-11 anni. Quindi è importante e preventivo, qualora sia possibile, supportare lo sviluppo di tutte quelle competenze e conoscenze che fungono da precursori all’apprendimento matematico. Ma nella maggioranza dei casi in cui si deve scegliere una metodologia di intervento, si ha di fronte bambini che frequentano già il secondo ciclo delle elementari o ragazzi delle scuole medie, in quanto solo tardivamente vengono riscontrate le difficoltà che emergono dal confronto con i coetanei (diagnosi non prima della 3°elementare). Questi soggetti hanno bisogno di essere presi in carico da una figura competente (psicopedagogista o logopedista) che, dopo un attento esame della valutazione funzionale (fornita dal neuropsicologo o dal
neuropsichiatria), pianifichi e avvii un intervento riabilitativo specifico. In ogni caso risulta sempre utile aiutare gli insegnanti (soprattutto dei primi livelli scolastici) a comprendere come funzionano i meccanismi cognitivi di elaborazione numerica e a comprendere la situazione di effettiva difficoltà dell’alunno conseguente al disturbo, con tutte le implicazioni, anche psicologiche, che questo comporta.