Riabilitazione cognitiva in pazienti con Sclerosi Multipla: training domiciliare di memoria, attenzione e funzioni esecutive

La riabilitazione cognitiva dei pazienti con Sclerosi Multipla consiste nell’utilizzo di strategie progettate per aiutare i pazienti a far fronte ai deficit cognitivi (Messinis, Kosmidis, Lyros et al, 2010) o ad incrementare le capacità cognitive al fine di rispondere nel miglior modo possibile alle richieste dell’ambiente familiare, sociale, scolastico, lavorativo (Nocentini, Di Vincenzo, 2007).

Nella Sclerosi Multipla raramente si verifica la perdita totale di una capacità cognitiva. Per tale motivo l’approccio riabilitativo più corretto deve avere come obiettivo quello di ristabilire il più possibile una funzione indebolita (Nocentini, Di Vincenzo, 2007)

Dal momento che l’esordio e la progressione della Sclerosi Multipla tipicamente interessano il periodo in cui le persone tentano di mantenere ruoli di vita impegnativi come quello genitoriale e lavorativo, i deficit cognitivi hanno un impatto negativo sul funzionamento personale, occupazionale e sociale, così come sulla qualità della vita (Beatty, Blanco, Wilbanks al, 1995).

Esistono numerose dimostrazioni di una riduzione della qualità della vita nei pazienti con Sclerosi Multipla (Grima, Torrance, Francis et al, 2000). Tale riduzione correla con: deficit nel funzionamento cognitivo, sintomatologia depressiva, elevato livello di disabilità, gravità e progressione della malattia, durata della malattia e ridotta capacità di esecuzione delle attività quotidiane (Chiaravalloti, DeLuca, 2008). In particolare, i pazienti con Sclerosi Multipla che presentano deficit cognitivi hanno minori probabilità di avere un lavoro, sono in genere meno impegnati in attività sociali e professionali e sono più vulnerabili a disturbi psichiatrici (Rao, Leo, Ellington et al, 1991). Inoltre, più spesso dipendono da altre persone per lo svolgimento delle attività domestiche di routine rispetto a pazienti affetti esclusivamente da disabilità fisica (Kesserling, Klement, 2001).

Dati questi effetti devastanti, il miglioramento dei deficit cognitivi potrebbe condurre a miglioramenti significativi del funzionamento quotidiano e della qualità della vita così da ridurre enormemente l’impatto della malattia sulla vita dei pazienti e anche il costo della malattia per la società (O’Brien, , Goverover al, 2008).

Tuttavia, negli ultimi anni i clinici hanno cominciato a divenire consapevoli dell’impatto funzionale di tali deficit. Ad oggi non esiste un’efficace terapia farmacologica per il trattamento sintomatico dei deficit cognitivi associati alla Sclerosi Multipla e la necessità di fare dell’indagine neuropsicologica una routine nella valutazione dei pazienti con Sclerosi Multipla ha una storia relativamente recente.

Risulta chiara, dunque, la scarsa attenzione destinata alla riabilitazione cognitiva gravata, inoltre, dalla di interrogativi ancora aperti: per esempio la scelta del momento opportuno in cui effettuare la riabilitazione cognitiva, la durata del trattamento, il tipo di intervento da preferire e le metodiche maggiormente adeguate alla valutazione dell’efficacia nel singolo soggetto. Inoltre, per poter essere efficaci, le pratiche riabilitative richiedono collaborazione, motivazione e coinvolgimento personale e questo potrebbe impedire ai pazienti con deficit cognitivo più grave la possibilità di usufruirne (Nocentini, Di Vincenzo, 2007).

E’necessario, infine, considerare che, nonostante l’esistenza di dati che confermano l’utilità della riabilitazione delle funzioni cognitive, c’è spesso incertezza circa la convenienza, anche economica, di un trattamento del genere, essendo la Sclerosi Multipla una malattia progressiva che riduce la possibilità di ottenere risultati duraturi. Tuttavia, il trattamento degli aspetti fisici della malattia viene sempre effettuato.