La disciplina IVA del Reverse Charge
Reverse charge nelle strutture associative
Nella circolare n.37 del 2006 l’agenzia delle entrate ha precisato che in linea generale il reverse charge non trova applicazione nei rapporti associativi (tra imprese associate e consorzio) in quanto gli stessi non potevano considerarsi quali subappalti.
L’esclusione del reverse charge per queste operazioni ha determinato difficoltà operative soprattutto nei casi in cui il Consorzio rivestisse il ruolo di subappaltatore, agendo quindi in nome proprio e per conto delle consorziate grazie ad un mandato senza rappresentanza. Ad esempio nel caso in cui il consorzio affida l’esecuzione dei lavori ai soci, le prestazioni restano assoggettate ad IVA ordinaria mentre il consorzio è tenuto ad applicare il meccanismo del reverse charge per le prestazioni rese a terzi in esecuzione di contratti di appalto. Con questa procedura si determina un’eccedenza di credito IVA in capo al consorzio che non ricevendo l’IVA dall’appaltatore non può compensare l’imposta pagata alle singole imprese consorziate. Nel 2007 con la circolare n.19 si è intervenuto per inserire nell’ambito di applicazione del reverse charge anche i rapporti associativi. Dal 2007, quindi, nei casi in cui ci sono prestazioni effettuate da strutture associative come ad esempio consorzi, A.T.I. (associazioni temporanee di imprese), società cooperative, le quali svolgono attività di subappalto nel settore edile, viene applicato il meccanismo del reverse charge con modalità particolari a seconda della tipologia di struttura associativa.
Per quanto riguarda i consorzi è stato introdotto il criterio della trasparenza che consiste nel fatto che nei rapporti tra le singole imprese ed il consorzio si applica la stessa modalità di fatturazione che regola il rapporto tra il consorzio e l appaltatore.
Nel caso in cui abbiamo un consorzio che agisce grazie ad un mandato senza rappresentanza il meccanismo del reverse charge, si applica nel seguente modo: il consorzio fattura direttamente all’appaltatore principale o subappaltatore, mentre ciascun’impresa consorziata fattura al consorzio le prestazioni a queste rese con il reverse charge.
Oltre ai consorzi l’agenzia delle entrate con la risoluzione n.172 del 13 luglio 2007 ha regolato le ipotesi di reverse charge nel caso in cui si costituisca un’Associazione Temporanea d’Imprese (A.T.I.). L’A.T.I., in pratica, è un aggregazione temporanea tra imprese per lo svolgimento di una determinata attività, limitatamente al periodo necessario per il suo compimento. Essa, quindi, nasce dalla convenienza, per due o più imprese che partecipano ad una gara d’appalto, a collaborare tra loro, al duplice scopo, da un lato, di garantire al committente l’esecuzione integrale dell’opera, e dall’altro, di non essere costrette a ricorrere alla costituzione di un’impresa comune o di un consorzio, che, in caso di esito negativo della gara, sarebbe destinato a scomparire immediatamente, con dei costi peraltro difficilmente recuperabili.
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La disciplina IVA del Reverse Charge
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Informazioni tesi
Autore: | Gennaro Polverino |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Stefano Fiorentino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 95 |
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