La dissociazione in adolescenza: vissuti e sintomi dissociativi in un campione con disturbo del comportamento alimentare
Retrospettiva storica sul concetto di dissociazione
I fenomeni dissociativi sono associati al trauma e alle esperienze religiose e di cura praticamente in tutte le culture. La medicina occidentale contiene una forte tradizione di trance e dissociazione, non soltanto nella forma di sindromi cliniche, ma anche di stati alterati di coscienza indotti da certe pratiche terapeutiche. La nascita di diagnosi distinte di disturbo dissociativo è fortemente legata allo sviluppo della psicologia e della psichiatria moderna (Ellenberger, 1970).
Il concetto di dissociazione è stato discusso per la prima volta in modo sistematico negli anni ottanta dell’ottocento, in Inghilterra da Frederic Myers e in Francia da Jean-Martin Charcot, Gilles de la Tourette e Pierre Janet. Myers è stato il primo a documentare il grado di dissociazione dei ricordi, delle facoltà e delle sensibilità nei pazienti con personalità multipla. Charcot ha notato che a causa della facile dissociazione dell’unità mentale, alcune regioni dell’apparato psichico possono attivarsi senza che le altre regioni o centri psichici se ne rendano conto e siano chiamati a prendere parte al processo. Gilles de la Tourette ha usato il concetto di dissociazione per descrivere l’annullamento di determinate sensazioni psichiche nei pazienti isterici. Infine Janet, psichiatra e psicologo francese, è stato il primo a studiare in modo sistematico la relazione tra dissociazione e trauma psicologico nel corso del suo lavoro presso l’ospedale psichiatrico di Le Havre e poi alla Salpêtrière di Parigi.
Janet era convinto che la dissociazione giocasse un ruolo specifico nell’adattamento al trauma. Nel tentativo di capire il ruolo preciso della dissociazione, osservò che nella vita passata di molti soggetti c’erano stati eventi che oltre a provocare un’emozione violenta e la distruzione del sistema psicologico, lasciavano delle tracce.
Il ricordo di questi eventi assorbiva parte delle energie portando ad un persistente indebolimento.
E’ fortemente attuale la convinzione di Janet che l’intensità dell’emozione violenta dipende sia dallo stato emotivo del soggetto al momento dell’evento, sia dalla valutazione cognitiva della situazione.
Janet descrive anche l’oblio dell’evento che provoca l’intensa reazione emotiva nella forma di un’amnesia continua e retrograda. L’individuo non è in grado di integrare l’evento all’interno di una memoria narrativa, ne consegue che i ricordi traumatici rimangono scissi al di fuori del normale flusso di coscienza. Janet coniò il termine di fobia della memoria relativamente ai ricordi traumatici non elaborabili. Janet osservò anche la possibilità di una risperimentazione del trauma attraverso l’accesso alla coscienza di elementi somatosensoriali dell’evento traumatico, nel momento in cui stimoli attuali ricordino un qualche aspetto del trauma. Il trauma può esser quindi rivissuto sotto forma di sensazioni fisiche (come attacchi di panico), immagini visive (flashback e incubi), pensieri ossessivi o riattualizzazioni comportamentali (Janet, 1904). Sebbene la dissociazione non risulti avere un valore adattivo di lungo termine, Janet ne riconosce l’utilità al momento del trauma e per fronteggiare il conseguente stress.
Le osservazioni di Janet prendono in considerazione anche i soggetti che continuano nel tempo a dissociarsi di fronte allo stress, i quali, oltre a consolidare il potere dei ricordi traumatici dissociati sul comportamento cosciente, divengono incapaci di provare una gamma completa di affetti all’interno dello stesso stato dell’io. L’estremo di quanto detto è rappresentato da quello che oggi definiamo disturbo dissociativo dell’identità (DID) (van der Kolk, van der Hart, 1991b).
Con il termine désagrégation Janet ha definito la dissociazione come una segregazione di strutture ideo-affettive rispetto al normale fluire di coscienza, distinguendola dalla dissociazione ideativa o ideo-affettiva della schizofrenia, intesa come grave perdita dei nessi associativi tra idee o tra idee e affetti.
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La dissociazione in adolescenza: vissuti e sintomi dissociativi in un campione con disturbo del comportamento alimentare
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Informazioni tesi
Autore: | Michela Francioli |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Massimo Ammaniti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 185 |
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