Stabilità termica di materiali compositi a matrice polimerica

Le resine termoplastiche non subiscono reticolazione o indurimento in quanto sono costituite da lunghe catene polimeriche legate fra loro principalmente da doppi legami di tipo secondario (o dipolari o di van der Waals). Le resine termoplastiche amorfe vanno utilizzate a temperature inferiori a quella della transizione vetrosa mentre quelle cristalline possono essere impiegate fino a circa 30-40¢XC al di sotto della temperatura di transizione vetrosa; la presenza della struttura cristallina permette, infatti, di incrementare la temperatura di distorsione a caldo della resina, specie se quest’ultima viene rinforzata con fibre. Procedendo con il riscaldamento, il materiale termoplastico diviene sempre meno viscoso, finchè, a temperature eccessivamente elevate, i legami covalenti delle catene polimeriche vengono danneggiati e la resina si decompone. La temperatura richiesta per distruggere i legami covalenti usualmente ben superiore a quella relativa alla transizione vetrosa. Risulta pertanto che le resine termoplastiche, da un lato, devono essere utilizzate a temperature massime più basse (50¢XC – 250¢XC) di quelle comunemente impiegate per le resine termoindurenti (100¢XC – 350¢XC), ma, dall’altro lato, le resine termoplastiche possono essere riscaldate, portate in condizioni di sufficiente plasticità, modellate e, a seguito del raffreddamento, ricondotte nelle condizioni iniziali con le primitive proprietà di resistenza (come già detto, l’intero ciclo può essere ripetuto).