Cuneo fiscale ed equilibrio macroeconomico: una comparazione tra paesi europei

Cerchiamo ora di verificare se, a livello descrittivo, è possibile avere un reale riscontro di quanto emerso nella parte principale del modello, vale a dire un’influenza negativa di cuneo fiscale e contributivo sull’occupazione e sulla crescita. Sebbene da un disamina della letteratura in merito, le stime sull’incidenza della tassazione siano state effettuate con metodi più sofisticati ed in un’ottica multi periodale, questa breve descrizione molto limitata dal punto di vista della robustezza -è utile per dare un’idea generale circa l’attendibilità dei risultati del modello.

Dal grafico 13 [ Cuneo totale e tasso d'occupazione (anno 2007) ] emerge come, in un confronto tra paesi, vi sia un debole correlazione tra tasso d’occupazione e cuneo complessivo. È quest’ultimo elemento ad incidere negativamente, nel nostro modello, sul tasso di occupazione attraverso le aliquote a carico di imprese e lavoratori. Se in alcuni paesi – Belgio, Francia, Italia, Grecia – ad un’alta percentuale del cuneo sul costo del lavoro corrisponde una bassa percentuale di occupati sulla popolazione attiva, lo stesso non si può dire per i paesi nordici con l’aggiunta di Germania, Austria e Olanda. Com’è noto, al contrario, i paesi di area anglosassone, insieme al Giappone, hanno buone performances occupazionali a fronte di un cuneo ridotto. Non è sempre possibile affermare, dunque, che una bassa occupazione sia spiegata completamente da alti contributi ed alte imposte.

Volgendo lo sguardo a crescita del Pil e cuneo, dal grafico 14 si ricava una debole relazione inversa tra le due variabili. Tuttavia, anche in questo caso, la distribuzione dei paesi è abbastanza eterogenea, con alcuni paesi che hanno sperimentato una crescita superiore alla media per il quinquennio 2003-2007 nonostante un cuneo complessivo abbastanza rilevante. Altri, al contrario, presentano sia basso cuneo che bassa crescita. Infine, il rapporto inverso delle due variabili emerge in Italia, Francia, Belgio, Germania, USA, Gran Bretagna e Irlanda, con la crescita dei primi frenata dall’alto cuneo e quella dei secondi favorita da bassi contributi ed imposte.