A.D.1615: Palma alle armi
Raccontare la storia: il ruolo della memoria
Tra gli elementi essenziali del ricordo collettivo c'è la storia, cioè l'idea di un passato comune che porta alla riscoperta dello spirito collettivo. La storia è il racconto autobiografico di un territorio, una forma di auto-rappresentazione rivolta, soprattutto, alla comunità che lo costituisce. Eppure, senza memoria questo passato rimarrebbe dimenticato.
Il rapporto tra storia e memoria non è nuovo, ma è antico quanto le società. Ciò che è cambiato nel tempo è il carattere quasi ossessivo che la memoria ha assunto nella società contemporanea. Lo studioso Jacques Revel, in un'intervista rilasciata nel 199569, affermava che esistono tre principali forme per fissare la memoria: la prima forma è la commemorazione, la seconda la patrimonializzazione, intesa come la conservazione delle tracce del passato e, infine, la sovrapproduzione di memoria.
Ciò che è cambiato rispetto a prima è che un tempo si conservavano le cose ritenute importanti, legate ai più importanti personaggi storici o a grandi eventi. Oggi, invece, si conservano, si ricostruiscono e si sperimentano oggetti della gente comune, le memorie di coloro che normalmente non lasciano segni. Eppure è anche, e soprattutto, attraverso di loro, i loro mestieri, i loro oggetti e le loro storie che si ripercorrono le tracce della memoria locale.
Sono loro che raccontano e stimolano in noi un'inaspettata attenzione, mettendoli sotto ad una nuova luce.
Un tema centrale della nostra riflessione riguarda quindi la trasmissione della memoria a livello collettivo. L'uso della parola memoria per una comunità nasce dall'estensione semantica del senso di una facoltà individuale. Infatti, comunemente, per memoria si intende la capacità del singolo di ricordare, conservare e ridestare episodi appartenenti al proprio passato.
Nella sua forma “collettiva”, la memoria diventa fondamento ed espressione dell'identità di un gruppo, rievocandone il suo passato comune. Esistono figure del ricordo, forme che rendono stabili le immagini che una collettività costruisce sul suo passato e che diventano lo strumento principale per formare la “memoria di un gruppo”. Una di queste è la narrazione, senza la quale i ricordi progressivamente scompaiono.
La narrazione storica, nel momento in cui viene veicolata, contribuisce a plasmare la memoria collettiva e instaura un rapporto tra le generazioni più anziane e quelle più giovani e, così facendo, fornisce a una comunità i presupposti per definirne la stessa identità. Dal momento in cui il passato è per definizione qualcosa che ha la proprietà di non esserci, la memoria procede sempre per fasi di “ricostruzione” in cui intervengono anche un processo di soggettività e interpretazione, divenendo memoria culturale.
A differenza di quella individuale, pensabile come fenomeno personale interiore, per “memoria culturale” si intende la dimensione esterna della memoria umana, alimentata dalla tradizione e dalla comunicazione. Si tratta del patrimonio di saperi fondativo dell'identità di un gruppo, che viene soggettivato in forme e pratiche simboliche e dispositivi di memoria. Secondo Assmann “Tale memoria è culturale perché può essere realizzata solo istituzionalmente, artificialmente; ed è memoria perché, in rapporto alla comunicazione sociale, essa funziona esattamente come la memoria individuale in rapporto alla coscienza”.
La “cultura del ricordo” è quindi un prodotto sociale, un'attività socialmente gestita volta a preservare quegli elementi che, altrimenti con lo scorrere del tempo, andrebbero persi. Tuttavia, il carattere sociale del fenomeno lo rende un campo di strategie non univoche ma in costante dialogo e confronto: più che una banale riproposizione dei ricordi e oggetti del passato, la memoria sociale è una dinamica che regola cosa va conservato e cosa può essere dimenticato.
Per mantenere il ricordo c'è però bisogno di oggetti concreti; per questo la società compie grandi sforzi per mantenere in vita il proprio patrimonio culturale, fatto di elementi materiali e immateriali della comunità stessa.
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A.D.1615: Palma alle armi
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Informazioni tesi
Autore: | Maria Silvia Campus |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi di Milano - Bicocca |
Facoltà: | Sociologia e Ricerca Sociale |
Corso: | Turismo, Territorio e Sviluppo Locale |
Relatore: | Barbara Bracco |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 125 |
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