Fra dialetto e italiano: saggio di analisi linguistica di alcune scene del film Gomorra

Tema della sequenza è l’industria tessile sommersa, quindi il mercato sartoriale clandestino, nel territorio della provincia di Napoli. La scena si apre con i personaggi, entrambi napoletani, di Pasquale (sarto sopraffino di umili origini) ed Enzo (padrone di una piccola azienda tessile sommersa, colluso con la camorra) a colloquio davanti a capi sartoriali d’alta moda. I due si trovano a una delle numerose gare lanciate dalle grandi griffe sul territorio napoletano per il conferimento dell’appalto di produzione dei capi di collezione. Le più importanti griffe della moda sfruttano con un metodo ormai collaudato l’ottima produzione sartoriale del napoletano, e quindi il lavoro di persone su cui grava già il meccanismo di potere della criminalità organizzata, ottenendo grande numero di capi a prezzi ridotti oltre ogni decenza.
Funziona così: il marchio lancia una gara d’appalto; riesce ad aggiudicarsi il lavoro l’azienda che offre un’ esecuzione più veloce (nel minor numero di giorni) ad un prezzo più basso, ovvero l’azienda che, sotto protezione della camorra, può far conto su di un cospicuo finanziamento anticipato, oltre che su di un gran numero di lavoratori ‚in nero‛ da schierare per dodici ore al giorno; così la grande griffe ottiene ottimi prodotti da inserire sul mercato a prezzi centuplicati e il sistema criminale si arricchisce con parte dei proventi ottenuti dall’azienda tessile debitrice. (Durata della scena: 55'')