Aldilà del confine. Come affrontare e superare la morte in seguito a malattia

Quando la malattia colpisce un famigliare si generano delle difficoltà profonde non solo per chi sta male ma anche per gli altri membri della famiglia, che devono prendersi cura di lui.
Ci si trova così a dover sviluppare strategie di resilienza che consentano di reagire di fronte all’evento inatteso e costruire nuove risorse da introdurre per creare un nuovo modello di normalità. Alcuni si trovano iper-coinvolti in una cura attiva del malato finendo per mettere in secondo piano le loro esigenze. Altri invece avvertono una tensione che non sono in grado di sostenere, non si sentono adatti.
Quando una diagnosi infausta incombe in un nucleo famigliare cambiano anche i rispettivi ruoli, questo può creare disagio e fatica psichica per chi è malato ma anche per chi si trova ad assisterlo. Prendere consapevolezza che un proprio congiunto non riesce più ad essere autonomo come una volta può provocare irritazione e tensione.
La perdita di autonomia è uno dei disagi che colpisce di più anche lo stesso soggetto malato, che si trova incapace di svolgere attività e mansioni di cui prima si faceva carico normalmente, in un certo senso si vede espropriato del proprio ruolo familiare e anche della propria mansione a livello lavorativo.
Per avvicinarci il più possibile al paziente malato è necessario saperlo ascoltare, ovvero disporre di uno spazio e di un tempo mentale per essere presenti e condividere quanto raccontato.
Spesso chi soffre tende a rinchiudersi in sé stesso, isolandosi in un profondo silenzio. Proprio per questo va accompagnato da persone che si prendono cura non solo del suo corpo ma anche delle sue emozioni.
Non dobbiamo soffermarci sull’uscio della porta della sua camera ma dobbiamo lentamente fare qualche passo verso la sua interiorità per leggere e capire i suoi sentimenti e stati d’animo.
Per il malato diventa di conforto sapere che vicino a lui ci sono delle persone che lo accompagnano in questo percorso, in questo modo può continuare a mantenersi in uno stato di serenità anche quando il corpo rimane in preda alla forza distruttrice della malattia.
In questi casi, dinanzi alla morte, il processo di elaborazione del lutto può seguire due vie. Nel primo caso i parenti hanno avuto modo, in seguito all’evolversi in negativo dello stato di salute del proprio caro, di prepararsi gradualmente alla separazione ormai imminente. Nel secondo caso invece, i parenti non sono stati in grado di elaborare quanto stava accadendo, mantenendo viva una visione distorta della realtà e una convinzione di guarigione del malato, si trovano così sconvolti e impreparati dinanzi al decesso, il processo di elaborazione e successiva accettazione risulterà essere ancora più travagliato e in salita, sviluppando spesso un senso di autocolpevolizzazione e inadeguatezza.