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Il piede torto congenito: aspetti diagnostici e terapeutici

Protocollo di Trattamento Riabilitativo (SUN)

Nel protocollo riabilitativo adottato presso l'istituto di clinica ortopedica della seconda università di Napoli, le metodiche fitoterapiche, in senso lato, assumono un rilievo assolutamente prioritario. Viene impiegato in tutti i P.T.C. Di secondo e terzo grado.
Secondo questa metodica di trattamento il piccolo paziente sin dalla nascita e fino a quindici giorni di vita viene sottoposto ad un programma di manipolazioni correttive e di stimolazioni sensoriali di vario ordine e grado della pianta del piede.
Dalla quindicesima giornata si alternano periodi di correzione in apparecchio gessato con periodo di piede libero da tutela.

I periodi di mobilizzazione vanno da un minimo di 4-5 giorni all'inizio del trattamento ad un massimo di 12-15 giorni al termine dello stesso.
Durante i periodi di libertà dall'apparecchio gessato, saranno effettuate, da parte dei genitori, delle manipolazioni correttive e, soprattutto, delle continue stimolazioni sensoriali della pianta del piede.

Queste verranno eseguite mediante il contatto della pianta con oggetti di forme e dimensioni differenti (matite, oggetti sferici, tessuti, dita dei genitori, etc.)
Le manipolazioni correttive hanno lo scopo di opporsi alla retrazione dei tessuti molli, capsulo-legamentosi e tendinei e di mantenere una mobilità permanente globale. Le manipolazioni, come anche in altre sedi, non sono scevre di pericoli. Esse devono essere eseguite con delicatezza e sempre, in trazione per aprire le articolazioni.

Per correggere la supinazione dell'avampiede bisogna rendere meno rigida l'articolazione mediotarsica.
Ciò si può ottenere fissando con due dita il tarso posteriore, mentre l'altra mano agisce a livello del metatarso e del tarso anteriore portandole in abduzione e pronazione esercitando, contemporaneamente, un movimento di trazione sul raggio interno.
La correzione del varismo e della supinazione del retropiede richiedono una azione a livello dell'articolazione sottoastragalica.

Si può bloccare l'astragalo solo attraverso l'intermediazione della pinza malleolare che deve quindi, essere strettamente serrata e sopratutto con una buona spinta a livello del malleolo esterno.
Si tira con l'uso di due dita dell'altra mano il calcagno in basso ed in fuori applicando, contemporaneamente, una rotazione esterna.
La correzione dell'equinismo può essere ottenuta solo dopo aver ridotto la rigidità delle articolazioni mediotarsica e sottoastragalica.

Si realizza bloccando solidamente la gamba a livello della pinza bimalleolare e con il piede posto in prono-supinazione indifferente sul prolungamento della gamba.
Il calcagno,quindi, viene tirato verso il basso con due dita poste sulla grossa posteriore in modo che il pollice, posto davanti alla gamba, appoggi sul collo dell'astragalo.

Da ultimo, allorché tutte le articolazioni suddette presenteranno una buona mobilità, si potrà eseguire una manipolazione globale riportando il piede nella posizione fisiologica.
Terminata la seduta delle manipolazioni, il piede tende a riprendere la sua posizione scorretta iniziale. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il piede torto congenito: aspetti diagnostici e terapeutici

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Informazioni tesi

  Autore: Dionisio Traiano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Seconda Università degli Studi di Napoli
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Podologia
  Relatore: Giovanni Ricciardi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 58

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