Sebastiano Vassalli: un viaggiatore nel tempo
Progresso, Violenza, Ideologia
Una delle chiavi di lettura più significative del romanzo 3012 è senza dubbio il ruolo che, all’interno quest’età futura, ricopre la società del presente. Molte delle caratteristiche e delle particolarità di questa società del trentunesimo secolo sono infatti dei risvolti e sviluppi, in chiave più o meno esasperata, della nostra società attuale. Una delle costanti umane che accompagna ogni epoca è, senz’ombra di dubbio, la smania di novità che da sempre spinge gli uomini a sperimentare, scoprire e inventare, in un processo che è destinato a non arrestarsi mai. Abbastanza chiaro, in ogni caso, è il legame che Vassalli cerca sempre di mantenere col suo tempo, anche nelle singole invenzioni che non sempre sono una rivoluzione, ma piuttosto un’evoluzione del passato:
Il viale era percorso, in entrambi i sensi, da certi veicolo antidiluviani chiamati «automobili», che nelle città d'arte sostituivano i VPP (Veicoli a Percorso Programmato) e i roboveicoli, e naturalmente andavano a jella, anziché a benzina, ma a parte questo erano identici alle automobili di metallo e di plastica che avevano riempito il mondo prima delle grandi guerre del ventunesimo e del ventitreesimo secolo, e della catastrofe atomica.
Pressoché identiche sono anche le reazioni e le diffidenze della gente dinanzi alle invenzioni più innovative, come quella della jella, estratta dall’Eum umano:
Correva, allora, l’anno 2428, e come già era successo in altre epoche per altre invenzioni destinate a cambiare l’avvenire del genere umano, ci fu chi rise fino alle lacrime di quel pazzo che pensava di poter sostituire una materia come il petrolio, per cui la Terra era stata devastata dalle guerre e per cui erano morti miliardi di uomini, con un’entità impercettibile, sfuggente e forse addirittura inesistente […]
Tuttavia, così come nella nostra epoca le innumerevoli innovazioni tecnologiche hanno sì aumentato il benessere generale dell’umanità da un lato, senza però eliminare le ingiustizie dall’altro, lo stesso avviene nel futuro narrato dall’autore, il quale, anzi, denuncia l’arretratezza morale che aumenta sempre più in parallelo al progresso tecnologico:
Ritornò a casa come un automa; il fiume ininterrotto dei roboveicoli che scorrevano sulle sulle prospettive in mezzo ai Blocchi, la gente che gremiva i robobar e beveva le Bombe, le réclame psicoavvolgenti e quelle a infrasuoni, tutto gli sembrava privo di senso: vano moto, in un mondo che era tornato ad essere più mostruoso e crudele com’era stato milioni di anni prima, quando la Terra era dominata dai rettili.
E, difatti, in una società così evoluta e progredita, governata da un regime di pace assoluta, la violenza è all’ordine del giorno (così come lo è, in parte, anche nei nostri giorni):
Tutti gli anni, nella Città-Stato di Energia, morivano molte migliaia di persone - da trentamila a sessantamila, secondo i dati dell’epoca - per episodi di violenza all’interno dei Blocchi.
Il mondo, allora, era una fabbrica di liti grandi e piccole che producevano, ogni anno, un numero pressoché incalcolabile di delitti e di cause giudiziarie.
La violenza, dopo cinquecento anni di pace, si insinuava e dilagava inarrestabile in ogni attività e in ogni momento della vita degli uomini.
Non bisogna tuttavia sorprendersi di ciò: in una società in cui l'odio serve a produrre energia, è più che prevedibile che la violenza possa essere considerata non solo utile ma necessaria, così come lo sono stati i contrasti bellici e politici per il controllo dei giacimenti petroliferi nella storia recente. A questo bisogna aggiungere anche l’alto tasso d'incompetenza e di corruzione, riscontrabile, per esempio, nella vicenda di Antalo nella sede di Polizia ma anche nel fatto che la maggior parte dei delitti rimaneva impunita:
In quegli ultimi anni di Evo antico - come già s’è detto - la corruzione e l’intrigo regnavano sovrani in ogni parte del mondo e in ogni luogo della Città. Chiunque aveva un potere, di qualunque genere, se ne serviva esclusivamente a proprio vantaggio, per trarne il maggior numero possibile di privilegi. Le istituzioni della pace, nate cinque secoli prima per liberare l’umanità dai veleni dell’odio e per renderla prospera e felice, erano diventate delle tirannie - spesso ereditarie - che non lasciavano alcun margine di autonomia ai governi degli Stati locali e che opprimevano la popolazione dell'intero pianeta.
Emerge, in ogni caso, l’impianto di un’ideologia non dissimile dalle grandi ideologie del passato e che si impone alla base di un vero e proprio totalitarismo in cui, citando Hannah Arendt:
Dopo l’annientamento della persona morale e l’annientamento della persona giuridica la distruzione dell’individualità riesce quasi sempre. […] nei campi non vi furono o quasi rivolte serie […]. Perché distruggere l’individualità è distruggere la spontaneità […]. Allora non rimangono altro che sinistre marionette con volti umani […] che reagiscono tutte con perfetta regolarità anche quando vanno incontro alla propria morte. Questo è il vero trionfo del sistema. […]
È Vassalli stesso infatti che non manca di sottolineare tale analogia, anzi l’ideologia del trentunesimo secolo viene posta sul gradino più alto del podio della mostruosità:
[…] quella mostruosa ideologia della pace che aveva portato al genere umano lutti e lacrime, più di qualsiasi altra ideologia delle epoche passate.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Sebastiano Vassalli: un viaggiatore nel tempo
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Schiavone |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Lettere |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Carla Chiummo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 72 |
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