Il processo di fusione tra confidi. Il caso Confidi Confcommercio Puglia

Il Confidi, a seguito della sua costituzione, ha beneficiato di un notevole ampliamento della gamma di prodotti da offrire alle imprese socie al fine di agevolarne l'accesso al credito bancario. In particolare, ha beneficiato di cospicui finanziamenti regionali per la concessione di garanzie alle imprese socie. Di fatto, la più importante motivazione che ha spinto i due Confidi – di Foggia e Taranto, espressione di Confcommercio – alla fusione, è stata, per l'appunto, la possibilità di poter rientrare in un progetto regionale di finanziamento con risorse di derivazione comunitaria.
Nello specifico, la Regione Puglia ha stanziato 100 milioni di euro da concedere alle micro e piccole imprese sotto forma di incentivi in conto interesse ed in conto capitale.
Si intende fare riferimento, quindi, ai c.d. aiuti in regime di esenzione. Come anticipato precedentemente, i finanziamenti sono destinati alle micro e piccole imprese così come definite sulla base della Raccomandazione della Commissione Europea 2003/361/CE del 6 maggio 2003. Il documento in questione, infatti, definisce la piccola impresa in relazione alla dimensione dell'organico (inferiore a 50 persone) e del fatturato o del totale del bilancio (inferiore a 10 milioni di euro). Sempre in riferimento a tali parametri, una micro impresa è qualificabile come tale quando l'organico è inferiore alle 10 unità mentre il fatturato (o il totale del bilancio) non sia superiore ai 2 milioni di euro.
Le imprese che possono accedere ai finanziamenti devono operare nei settori del commercio al dettaglio e all'ingrosso; della ristorazione, dell'artigianato, del manifatturiero, dei servizi di comunicazione ed informazione, dei servizi di assistenza agli anziani ed ai disabili di tipo non residenziali, degli asili nido e delle ludoteche.
Gli investimenti ammissibili attengono alla creazione di nuovi impianti, all'ampliamento e ammodernamento delle strutture produttive, all'attuazione di strategie di diversificazione dell'attività produttiva nonché trasformazione dei processi produttivi in essere. Le spese agevolabili devono essere di un importo minimo di 30.000 euro e devono essere finalizzate all'acquisto di immobili aziendali, opere murarie ed assimilate; arredi ed attrezzature; infrastrutture specifiche aziendali; acquisto di programmi informatici e trasferimenti di tecnologia.
Alle microimprese è previsto un finanziamento massimo agevolabile pari a 400.000 euro con un contributo in conto interessi che copre, al massimo, il 40 per cento ed un contributo a fondo perduto pari al 10 per cento del valore degli arredi e delle attrezzature acquistate per un massimo di 15.000 euro. Per le piccole imprese, invece, il finanziamento massimo garantito è di 700.00 euro e il contributo in conto interesse può raggiungere, al massimo, il 40 per cento della spesa. [...]