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Rischio amianto in edilizia - Caso Studio: Ex Oleificio Roveraro

Problematica della non identificazione dei manufatti in amianto da parte delle maestranze e professionisti tecnici

Inserimento negli aggiornamenti professionali tecnici della gestione dei M.C.A.

La normativa sul tema amianto che ne vieta l'utilizzo è del 1992 e quella sulle metodologie di bonifica del 1994: queste due leggi hanno cambiato la nostra comprensione ed il nostro modo di rapportarci con tale materiale, ma dobbiamo comprendere che sono passati ormai quasi trent'anni.

Tale fatto non determina una vetustà della normativa, ma una vera e propria difficoltà pratica in cantiere. Infatti, le aziende che si sono "convertite" alle attività di bonifica amianto sono prettamente edili, e, spesso, sono le stesse che, antecedentemente al 1992, posavano i materiali in amianto.

Per i motivi suddetti, nei corsi di formazione, come richiesto dal D.M. 6/9/94 al fine di garantire la specializzazione degli addetti all'attività di bonifica amianto, si trovano gli stessi operatori che precedentemente avevano utilizzato m.c.a. in cantiere: data l'esperienza in materia, gli addetti riconoscono il materiale e, consci dei rischi insiti nell'utilizzo dello stesso, lo sanno trattare agevolmente.

La stessa cosa che, ahimè, non avviene invece con le nuove giovani maestranze e con i tecnici nati successivamente alle date sopra indicate. Difatti, non avendo né istallato materiali in amianto (prima del 1992), né vissuto direttamente il periodo di cessazione dell'utilizzo e dell'inizio delle bonifiche (dopo il 1992) e, infine, non avendo traccia e/o ricordo di tale periodo storico (clamore pubblico, dei processi e delle problematiche di salute), non sanno riconoscere i manufatti in amianto.

Questo atteggiamento porta talvolta le maestranze ed i tecnici a confondere i manufatti in amianto come semplici prodotti cementizi, e gestirli, di conseguenza, senza valutarne il rischio potenziale e senza adottare le opportune precauzioni.

Una soluzione a tale problematica potrebbe essere l'inserimento del tema del rischio amianto in cantiere nei corsi di formazione ed aggiornamenti sulla sicurezza, dei tecnici e delle maestranze.

Infatti, se le maestranze ed i tecnici non riconoscono tale materiale, si potrebbe andare incontro a varie problematiche:
1. la presenza di manufatti in amianto nei sotto-servizi diventa sempre una "sorpresa", vista la mancanza di conoscenza sulle possibili collocazioni ed utilizzi di tale materiale; per questo motivo, si potrebbe procedere a demolizioni, parziali e/o totali dei manufatti con possibile rilascio di fibre cancerogene.
2. Il ritrovamento di materiali in matrice compatta "a vista" magari non standard non viene riconosciuta, e tali materiali vengono demoliti come se fosse cemento.
3. Il mancato riconoscimento di tali materiali "impedisce" l'utilizzo dei D.P.I. di terza categoria, nei casi di eventuali demolizioni che vedano la presenza di m.c.a. non censito e/o di cui non ne si immaginava la possibile presenza.

Tale soluzione potrebbe evitare che le maestranze ed i tecnici per svolgere la propria attività nell'ambito del proprio lavoro possano mettere a rischio la propria sicurezza e quella del cantiere (Problematica Storico-Sociale)

Questo brano è tratto dalla tesi:

Rischio amianto in edilizia - Caso Studio: Ex Oleificio Roveraro

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Informazioni tesi

  Autore: Guido Lugani
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Scienze e Tecnologie
  Corso: Urbanistica e scienze della pianificazione territoriale e ambientale
  Relatore: Roberto  Tartaglia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 89

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Parole chiave

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