La globalizzazione e l’influenza dei sistemi nazione: il caso Fiat Chrysler Automobiles (FCA)
Privatizzazione
Lo spreco di risorse ed energie da parte dei governi è un male che accomuna paesi industrializzati e in via di sviluppo; spesso essi si concentrano su cose che non sono di loro competenza distraendosi da ciò che sarebbe davvero importante; la questione principale non è un eccesso di controllo del governo, ma l'incapacità di fare la cosa
giusta (un esempio è la gestione delle acciaierie di cui i governi ben poco capiscono, eccezion fatta per quelle gestite dai governi di Taiwan e Corea che sono considerate tra le più efficienti del mondo); una maggior efficienza sarebbe raggiunta se certe funzioni fossero svolte tra aziende in concorrenza tra loro.
La privatizzazione è proprio questo, ovvero mettere in mano a privati aziende e settori dello Stato. Ci sono alcuni requisiti che devono essere soddisfatti e spesso non sono stati considerati dal FMI e dalla Banca Mondiale, che pur di aiutare i paesi dalla transizione dal comunismo all'economia di mercato assegnavano loro dei voti sulla rapidità della privatizzazione, e spesso i risultati hanno prodotto fallimenti ed antipatia verso queste istituzioni; alla base dei fallimenti il minimo comun denominatore è che per soddisfare qualsiasi necessità il mercato si crei rapidamente mentre diverse attività pubbliche nascono perché i mercati non riescono a erogare alcuni servizi indispensabili.
Negli Stati Uniti invece il mercato privato non era in grado di concedere mutui a condizioni ragionevoli alle famiglie con un reddito medio-basso, nacque cosi l'Associazione nazionale federale per il credito ipotecario (questi sono esempi riguardanti paesi industrializzati).
I paesi in via di sviluppo invece vivono una situazione di sofferenza molto più acuta quando un'azienda di stato è eliminata (per esempio in Costa d'Avorio la società telefonica è stata privatizzata prima che fosse attuato un contesto normativo concorrenziale adeguato, ciò ha prodotto un aumento spropositato dei prezzi poiché l'azienda privata ha ottenuto il monopolio dei servizi telefonici esistenti ma anche di quelli nuovi relativi alla telefonia mobile, tagliando fuori dal mercato della clientela gran parte degli studenti universitari che non potevano più permettersi la connessione internet aggravando ancora di più il divario tra ricchi e poveri) perché la priorità delle istituzioni internazionali che supervisionavano questi processi era la velocità con cui si privatizzava mettendo in secondo piano la regolamentazione e la concorrenza; pericolo ulteriore è che dopo aver creato un interesse, per mantenerne il monopolio, la questione economica passi in primo piano rispetto alla regolamentazione e alla concorrenza distorcendo anche il processo politico ma la scarsa preoccupazione delle istituzioni internazionali verso concorrenza e regolamentazione è giustificabile poiché la loro priorità è quella di tenere sotto controllo le variabili macroeconomiche come il deficit pubblico piuttosto che le questioni strutturali quali efficienza e competitività.
Riguardo alla riuscita della privatizzazione in senso di risultati raggiunti rispetto all'efficienza in mano al settore pubblico, il monopolio ha comunque prodotto un danno ai consumatori; oltre a questa categoria c'è da considerare anche quella dei lavoratori; ci sono i sostenitori della privatizzazione che argomentano dicendo che la privatizzazione può eliminare i lavoratori improduttivi, i critici invece sostengono la mancanza di sensibilità ai costi sociali da sostenere per i tagli all'occupazione; non si può dar torto a nessuna delle due posizioni poiché la privatizzazione è in grado di portare in attivo il bilancio in rosso delle aziende di stato tagliando i rami improduttivi ma ci sono costi che deve sopportare la società, costi legati alla disoccupazione di cui i privati non si prendono cura.
L'argomentazione principale per cui la privatizzazione è stata cosi fortemente criticata è che spesso invece che investire con gli intenti di creare, acquisisce ciò che già esiste e distrugge posti di lavoro che considera in esubero; per fortuna nei paesi industrializzati i cittadini colpiti dal licenziamento possono contare (anche se non a tempo indeterminato) su sussidi di disoccupazione.
Nei paesi meno sviluppati raramente esistono sistemi assicurativi contro la perdita del posto di lavoro; i costi sociali sono spesso molto pesanti e possono manifestarsi con conflittualità tra società civile e politica, violenza urbana, aumento del tasso di criminalità ma la perdita di posti di lavoro procura ansia anche a chi è riuscito a tenerlo, aliena i disoccupati dal resto della società, si rinuncia per esempio all'istruzione con l'aumento del lavoro minorile, si ripercuote economicamente sui familiari occupati. [...]
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La globalizzazione e l’influenza dei sistemi nazione: il caso Fiat Chrysler Automobiles (FCA)
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Informazioni tesi
Autore: | Domenico Parisi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli Studi Internazionali di Roma |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Relazioni internazionali |
Relatore: | Giuseppe Moles |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 215 |
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