Evoluzione della televisione italiana dopo la nascita delle emittenti private
Principi costituzionali
Il sistema democratico di stampo occidentale sussiste in Italia grazie all'art. 21 della Costituzione italiana del 1948 che dispone: “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Quindi ogni singolo cittadino italiano ha diritto di informare e di essere informato tramite ogni mezzo di diffusione, che in un'accezione così universale comprende anche i media radiotelevisivi. L'art. 21 sancisce un valido principio pluralistico, ovvero la presenza di diversi operatori nel settore dell'informazione che siano imparziali e aperti alle diverse opinioni. L'anomalia è che non vi sia neppure un
cenno alla radio e alla televisione, i due media destinati a diventare egemoni nel corso di pochi anni.
“Questo atteggiamento si può giustificare forse, in parte, per quanto riguarda la televisione, dato che in Europa questo mezzo non esisteva ancora o era appena agli inizi del suo sviluppo; ma eguale considerazione non può valere per la radio, che era invece già molto diffusa e la cui problematica non poteva quindi considerarsi né estranea, né marginale” (Zaccaria R., Diritto dell’informazione e della comunicazione).
Al fine di mettere in evidenza la lacuna della nostra Costituzione citiamo l'art. 5 della Costituzione tedesca del 1949, la quale individua “il diritto di informarsi senza ostacoli da fonti accessibili a tutti” e proclama “la libertà di informare mediante radio e film”.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Evoluzione della televisione italiana dopo la nascita delle emittenti private
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Informazioni tesi
Autore: | Roberto Pivotto |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi della Tuscia |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Giuseppe Sicari |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 66 |
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