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Disturbi Specifici dell'Apprendimento. Necessità di un ambiente ''abilitante''

Prima della diagnosi

Un bambino, sveglio e solare come tanti altri, inizia il suo percorso scolastico con l’entusiasmo e le paure che ogni novità porta con sé. I DSA emergono solo dopo che questo percorso si è avviato, talvolta senza che ci sia stato alcun segno precoce. Così quello stesso bambino spensierato, si ritrova a vivere dentro a un incubo ogni volta che deve andare a scuola.

Qual è la causa che fa capovolgere la situazione? Le dinamiche che si attivano sono tante e riguardano sia l’interazione con gli insegnanti, sia quella con la famiglia. Queste dinamiche variano a seconda della personalità degli individui coinvolti, della gravità del disturbo, dell’età del bambino e se questo viene riconosciuto o meno.

Tutti i bambini alle prime armi con la lettura, la scrittura e il calcolo, sono un po’ lenti e poco accurati, ma ben presto riescono ad automatizzare i processi base e a concentrarsi più sul significato delle parole piuttosto che sulla loro forma. Il bambino con DSA vede tutti i suoi compagni progredire di volta in volta, mentre la sua prestazione rimane sempre scadente. Insorgono in lui dei dubbi, una certa confusione circa le sue capacità, il suo impegno, la sua motivazione.

Anche l’insegnante inizia ad avere delle perplessità, vede un bambino intelligente che non riesce a imparare a leggere e a scrivere. Così inizia a pensare: “non si impegna abbastanza”, “trascura gli esercizi” , “è distratto in classe” e via dicendo. Erroneamente lo si accusa di pigrizia e gli si attribuiscono le colpe dei suoi ripetuti insuccessi. All’inizio il bambino cerca di impegnarsi allo sfinimento, sperando di poter giungere in classe il giorno dopo e stupire tutti con i suoi progressi. Purtroppo, il più delle volte, si tende a fargli notare il traguardo non raggiunto piuttosto che un piccolo, per lui enorme, passo in avanti. Piano piano la sua motivazione e il suo impegno decresce perché i suoi sforzi non sono ricompensati da alcun tipo di successo.

Le tensioni aumentano anche in casa: i genitori sanno la dura lotta che li attende per cercare di fargli fare i compiti, e si angosciano nel chiedersi perché abbia questo rifiuto. Pensano: “se solo lo volesse potrebbe fare tanto”, colpevolizzandolo ulteriormente, senza percepire quanto lui vorrebbe essere un figlio modello. Solo dopo un certo periodo riescono, il più delle volte, a rendersi conto delle vere difficoltà che il bambino incontra. Spesso, infatti, sono loro a rivolgersi a degli specialisti, o comunque a chiedere alla scuola una forma di aiuto. Non sempre, però, le insegnanti riconoscono il disturbo e continuano a trattarlo da pigro o addirittura da stupido. Il bambino cresce, si forma la sua identità giorno dopo giorno e naturalmente questa riflette l’atteggiamento che hanno gli adulti nei suoi confronti.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Disturbi Specifici dell'Apprendimento. Necessità di un ambiente ''abilitante''

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Informazioni tesi

  Autore: Stefania Cau
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Scienze psicologiche
  Relatore: Donatella Rita Petretto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 46

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