Stress e burnout negli insegnanti dell'infanzia

Perché aspettare che il burnout si sia manifestato prima di intraprendere qualcosa di costruttivo? Perché non trattare il problema quando è circoscritto invece che quando è esteso? Prevenire il burnout non rappresenta soltanto un nobile traguardo da perseguire, ma ha un preciso significato economico. Infatti è molto meglio investire per evitare il burnout che subirne i costi in seguito.
Gli interventi probabilmente preferiti dall’individuo sono quelli che agiscono sull’ambiente esterno, ovvero sulla situazione stressante; questi, tuttavia, non sono facili da attuare, in quanto, l’ambiente esterno, solo a volte può essere conformato ai nostri desideri, in modo da ridurre gli stressors in esso presenti (ad esempio rumori, disordini alimentari, etc.).
Ad un secondo livello, si cerca di intervenire sul rapporto individuo-ambiente, operando su due piani. Prima di tutto sulle modalità scelte dal soggetto per affrontare quel certo tipo di problemi. Sarebbe necessario, ad esempio, imparare ad organizzare il proprio tempo, prevedendo anche pause e momenti di svago, che riducono l’ansia per i troppi impegni. In secondo luogo, si agisce a livello psicologico, addestrando il soggetto con varie tecniche, come la psicoterapia, il counselling, il training autogeno – a modificare il proprio modo di affrontare la realtà esterna e la propria visione del mondo, divenendo così meno vulnerabile agli stressor. Ad un terzo livello, infine, si cerca di modificare il rapporto che l’individuo ha con se stesso prevedendo, come interventi di breve durata, anche l’uso di psicofarmaci (Farnè, 1998).
Dato che le cause del burnout possono essere individuali, ma anche organizzative, socio-culturali e istituzionali, per prevenire e curare questa sindrome negli insegnanti si può ricorrere a strategie individuali, organizzative o istituzionali.