Applicazioni dei modelli di gestione del rischio di credito
Pregi e difetti dei modelli di Merton a “2 equazioni” e di KMV
I principali vantaggi nel modello di KMV legati alla previsione dell’insolvenza, rispetto ad esempio alle stime, basate sui rating prodotti dalle principali agenzie, quali Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, sono:
- la rapidità con cui le EDF si adeguano alle diverse situazioni economico-finanziarie affrontate dalle imprese oggetto dell’analisi a differenza dei rating assegnati dalle agenzie che, invece, variano con notevole ritardo rispetto al peggioramento del merito creditizio delle aziende. Studi empirici
mostrano infatti che le EDF calcolate con l’approccio di KMV, tendono ad anticipare di circa un anno l’effettivo downgrade nel giudizio di rating, ciò è principalmente dovuto al fatto che le EDF si basano su dati di mercato che, per loro natura, risultano particolarmente reattivi e forward looking;
- le EDF, diversamente dai rating, non subiscono brusche variazioni in seguito a significativi cambiamenti del ciclo economico. Mentre i tassi di insolvenza legati alle differenti classi di rating, infatti, tendono ad aumentare nelle fasi di recessione e a diminuire in quelle di espansione del ciclo, al contrario le EDF delle diverse classi non cambiano nelle varie fasi. Questa situazione può essere spiegata innanzitutto dal fatto che, mentre le agenzie di rating utilizzano un approccio through the cycle per calcolare i punteggi di rating, che si basa su valutazioni medie di lungo periodo e non sulle PD effettivamente stimate a breve, il modello di KMV, invece, segue l’approccio opposto, quello detto point in time, mediante il quale il peggioramento del merito creditizio, legato alla recessione economica, si traduce in una diminuzione della distance to default per l’impresa, quindi nel
suo conseguente spostamento in una classe di DD più bassa, lasciando comunque inalterate le caratteristiche di rischio peculiari di una determinata classe di DD. Ciò favorisce inoltre migrazioni da una classe all’altra molto più frequenti rispetto a quelle riscontrate nei sistemi gestiti dalle agenzie di rating;
- mentre le imprese assegnate alla stessa classe nei modelli di rating sono caratterizzate dalla medesima stima della PD (rilevata come tasso di insolvenza storico della classe), con KMV ogni impresa ottiene un proprio valore di EDF, ricavato mediante una precisa relazione, stabilita a priori, tra EDF e DD.
I due principali difetti legati al modello di KMV e al modello di Merton a “2 equazioni”, invece, consistono nel fatto che:
- tali approcci non possono essere utilizzati nel caso di imprese non quotate, per le quali non possono essere determinati i dati relativi al valore di mercato e alla volatilità dell’equity, necessari (come si è visto) per implementare il modello. Una possibile soluzione a tale problema può essere quella di utilizzare dati relativi ad imprese quotate “simili”, i cosiddetti comparables, in termini di settore produttivo, leva finanziaria ed altri indici di bilancio, a quella presa in esame;
- anche i due modelli appena esposti, come del resto l’approccio di Merton “classico”, basandosi sulla teoria della contingent claim analysis, presuppongono che siano valide le ipotesi sull’efficienza dei mercati azionari, dunque è necessario che i prezzi riflettano adeguatamente tutte le informazioni disponibili sul mercato, altrimenti anche le stime sulle PD saranno distorte.
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Applicazioni dei modelli di gestione del rischio di credito
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Informazioni tesi
Autore: | Greta Di Fabio |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Banche e Intermediari finanziari |
Relatore: | Domenico Curcio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 179 |
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