L'analisi del potere nelle organizzazioni non profit
Potere, Dominio, Autorità e Leadership
"Il potere è la possibilità che un individuo, agendo nell'ambito di una relazione sociale, faccia valere la propria volontà anche di fronte a un'opposizione". È così che Max Weber ha definito il potere, identificandone diverse tipologie: il potere tradizionale, quello carismatico, quello relazionale – legale, e ancora economico e ideologico. Non necessariamente il potere viene esercitato da qualcuno che si trova gerarchicamente "più in alto" di un altro soggetto.
Esso si trova infatti anche in relazioni dove generalmente non si penserebbe di poterlo individuare, come nel caso della solidarietà, dove l'asimmetria esistente tra i soggetti genera potere da parte di uno di essi.
Quindi, in realtà, il potere non si limita a essere un'azione esercitata da un soggetto nei confronti di un altro, ma si estende a vera e propria relazione sociale, dove le azioni dei protagonisti sono volte ad affermare volontà contrarie. Considerando il potere come la capacità di influenza che una persona esercita su altre, in esso sono collocabili infinite situazioni comportamentali, che vanno dalla blanda influenza, fino al plagio della personalità altrui.
Le relazioni di potere, quindi, giocano sul rapporto controllo/autonomia, andando a condizionare i gradi di libertà decisionali dei soggetti presi in causa. Se il controllo poi risulta condizionare totalmente l'area decisionale, si verifica il cosiddetto dominio, tipico dei regimi totalitari. Ecco perché Popitz Heinrich afferma che:
"I tratti universali del potere lo identificano come un fenomeno che si trova alla base di qualsiasi forma di socialità umana".
Nella sua opera egli configura, seguendo la logica appena espressa, ben quattro forme antropologiche di potere: potere di offendere, potere strumentale, potere di autorità e potere di cambiare il modo mediante l‟agire tecnico. Ma qual è il rapporto tra controllo, o dominio e potere?
In realtà il potere, o meglio l'effetto dell'azione del potere, è quello di cambiare o resistere al cambiamento dei rapporti, nei quali i soggetti sono collocati.
Un altro aspetto si colloca nel rapporto tra accettazione/rifiuto e dominio: ovvero l'autorità. Essa viene descritta come "il credito sociale che i subordinati o i pari attribuiscono a un individuo, a una posizione o a un'istituzione, disponendogli ad assumere le disposizioni". L'autorità può essere accordata per motivi diversi: per qualità tecniche, personali, carismatiche, di coraggio, di onore, e ancora normative o date dalla consuetudine, ecc.
E' ovvio, ma non sempre accade, che più si gode di autorità riconosciuta, più si può esercitare il controllo sugli altri, al contrario in mancanza di autorità il dissenso sarà diffuso. Nella storia esistono però situazioni di autorità senza controllo e viceversa; in ogni caso un fattore che può assicurare il mantenimento nel tempo di una posizione di dominio, è sicuramente la legittimità, attraverso la quale si riesce a motivare e giustificare la posizione dominante di un gruppo, o un soggetto, per competenze, titoli o altro. L'autorità è perciò, l'esercizio legittimato del potere.
Ma nell'ambito di una collaborazione di team work, particolarmente frequenti nelle organizzazioni non profit soprattutto di stampo sportivo, diviene fondamentale la capacità di esercizio del potere e dell'autorità. Si pensi al rapporto fra capo e collaboratori: considerando gli incarichi individuali, il capo possiede l'autorità formale di pretendere dai suoi collaboratori determinati risultati o documenti. In tale situazione diviene importante la scelta comportamentale del capo, fra il pretendere o il coinvolgere i propri collaboratori: i risultati finali saranno ben diversi.
Ponendo l'obiettivo dal lato dei collaboratori, ci si riferisce, nello specifico, a quella sottile linea di confine tra i comportamenti che una persona è tenuta a fare, sulla base delle proprie responsabilità e competenze, e quella serie di micro comportamenti che il soggetto non è obbligato a fare, ma che spesso fanno la differenza nelle prestazioni finali di un team work.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'analisi del potere nelle organizzazioni non profit
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Informazioni tesi
Autore: | Valentina Santoro |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Istituto Universitario di Scienze Motorie di Roma |
Facoltà: | Scienze Motorie |
Corso: | Organizzazione e gestione dei servizi per lo sport e le attività motorie |
Relatore: | Alberto Frau |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 121 |
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