''Paura e Potere'' Controllo Sociale e Paradigmi Sicuritari nell'era del Terrore Globale
Politiche del terrore: l'agenzia globale dell'insicurezza
In un capitolo del suo libro Lo Stato Preventivo, Pasquale Ferrara, diplomatico di carriera e Capo dell'Unità di Analisi e Programmazione del Ministero degli Esteri, sostiene che, in maniera radicale, la forma politica presente è strutturalmente improntata al terrore, «sia in termini attivi (le minacce e gli esecrandi atti di terrorismo, ma anche l'indistinto timore del futuro e del diverso) che in quelli reattivi (le misure eccezionali che dovrebbero servire a sconfiggere il terrorismo, a fronteggiare crisi economiche e finanziarie, a respingere presunte “invasioni” etno-demografiche e “assalti” culturali)» (Ferrara, 2010, p.12).
Ferrara afferma che «almeno dalla metà del XX secolo il concetto di terrore è passato dalla mera condizione di occasionale strumento di controllo politico alla natura di presupposto implicito dell'esercizio del potere politico in senso coercitivo, più che consensuale e partecipativo». L’autore identifica nel terrore uno strumento di cui si sono serviti i più diversi regimi e le più varie strutture di potere, lungo tutta la storia.
Siamo dunque di fronte ad un mutamento che Ferrara ritiene epocale: «il terrore ha modificato le sue fattezze, trasformandosi da elemento funzionale a preteso parametro fondativo del potere (o quanto meno giustificativo di esso) in molte società occidentali (e non)» (Ferrara, 2010, p.15).
L'analisi di Ferrara riconosce nella modernità un'aura di “terrore latente”, che fa da sfondo alle società avanzate, le avvolge, le permea; terrore che può scoppiare in “potenza” di tanto in tanto, con delle manifestazioni drammatiche, come l'11 settembre.
Citando Carlo Galli, professore ordinario di Storia delle dottrine politiche presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna, Ferrara concorda sull'idea che «il terrorismo sia una sorta di agenzia globale dell'insicurezza, parallela alle molte agenzie globali della sicurezza» (Galli, cit. in: Ferrara, 2010, p.16). «In questo senso, si potrebbe dire che il terrore, da fatto esterno ed eccezionale rispetto alla struttura politica, sia stato in qualche modo internalizzato, ed abbia assunto i caratteri della normalità» (Ferrara, 2010, p.16).
A questo punto Ferrara diviene fondamentale per affrontare uno dei punti salienti del mio lavoro: egli è convinto del fatto che ciò che lui chiama terrore (e che noi invece abbiamo identificato col termine paura) sia passato da evento o strumento ad argomento centrale nel dibattito politico; e questo sembra essere inaccettabile. «È come se il terrore si stesse progressivamente trasformando da oggetto del potere in soggetto al potere» (Ferrara, 2010, p.17). Si tratta di una preoccupante involuzione della democrazia, che sostituisce al potere del popolo il potere di quanti sostengono di dover limitare il potere del popolo, spesso terrorizzandolo, proprio in nome della responsabilità di proteggerlo dal terrore (Ferrara, 2010).
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''Paura e Potere'' Controllo Sociale e Paradigmi Sicuritari nell'era del Terrore Globale
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandro Mafrica |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Verona |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Leonida Tedoldi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 65 |
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