Il Giorno della Memoria. La commemorazione della Shoah in Italia
Polemiche e difficoltà tra comunità ebraica e società civile
Nel nostro Paese, gli episodi sempre crescenti di odio e violenza razziale, a danno soprattutto degli immigrati e dei gruppi rom, portarono il governo Amato a promulgare nel 1993 la cosiddetta Legge Mancino contro ogni forma di violenza razziale. In seguito a questo provvedimento e con l’avvicinarsi del cinquantesimo anniversario del rastrellamento degli ebrei del ghetto di Roma, cominciò a farsi strada parallelamente l’idea di istituire una data dedicata alla memoria nazionale.
L’anniversario del 16 ottobre del 1943 veniva celebrato annualmente dalla comunità ebraica romana sin dal 1944 e la commemorazione si svolgeva sempre sotto forme diverse di anno in anno, sia private che pubbliche, religiose o laiche che fossero. Storicamente l’evento centrale di ogni celebrazione era il Limmud che si teneva nella grande Sinagoga di Roma, i cui primi partecipanti erano gli ebrei romani che avevano perso la loro famiglia e i loro amici nel rastrellamento.
Prima del 1993 la ricorrenza aveva attirato una certa attenzione del pubblico, ma l’interesse era rimasto ancora piuttosto limitato. Con l’incombere del cinquantesimo anniversario del 16 ottobre la portata delle commemorazioni cominciò a coinvolgere alcuni osservatori della stampa ebraica e di quella nazionale, che iniziarono a sottolineare che, con la crescita del concetto di riconciliazione e il conseguente bisogno di uguaglianza morale da attribuire indistintamente a tutti i morti della guerra, l’Italia rischiava di dimenticare il suo passato. Il timore dominante iniziò ad essere quello che la popolazione italiana potesse non conoscere fino in fondo quello che era accaduto agli ebrei italiani del ghetto di Roma ma anche a tutti gli altri ebrei, che avevano pagato con la vita le conseguenze delle leggi razziali.
Nel 1993, «Shalom», il mensile ebraico di informazione e cultura, nell’edizione speciale pubblicata per il cinquantesimo anniversario del rastrellamento del ghetto romano, condusse un’inchiesta sul futuro delle commemorazioni. Il periodico chiese ad alcuni intellettuali ebrei di spicco quali misure adottare per salvaguardare la memoria della Shoah in Italia. Molti di loro suggerirono la necessità di una commemorazione del 16 ottobre che si configurasse a tutti gli effetti come pubblica. La storica Liliana Picciotto, ad esempio, osservò che, dalla fine della guerra in avanti, gli ebrei italiani avevano fatto di tutto per ricordare quell’evento: ora la palla doveva passare alla società civile. Roberto Piperno, inoltre, all’epoca collaboratore al Ministero dell’Educazione, auspicò che qualsiasi evento commemorativo si fosse deciso di adottare, quanto meno si sarebbe dovuto indirizzare al maggior numero possibile di persone.
Idee simili vennero espresse anche dalla stampa nazionale. In un editoriale pubblicato sul quotidiano di sinistra «Il Manifesto», Lia Tagliacozzo ribadì che era giunto il momento di una commemorazione fissata per il 16 di ottobre con l’intento di raggiungere un vasto pubblico, precisando che l’evento era importante per tutti gli italiani, non solo per gli ebrei. Per questo motivo considerava un errore continuare a celebrare il Limmud in Sinagoga.
La discussione fece un importante passo avanti quando il giornalista Riccardo Franco Levi, scrivendo sul quotidiano «il Giorno», suggerì che, per garantire un pubblico più ampio attorno alla commemorazione del 16 ottobre, era opportuno proclamare una giornata ufficiale dedicata alla memoria nazionale. L’appello di Levi, pubblicato il 15 ottobre 1993, assunse la forma
di una lettera aperta al presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Levi, osservando che in Italia la stagione della Resistenza di fatto era cominciata l’8 settembre di cinquant’anni prima, sostenne che, da quel momento in avanti, sarebbe stato il caso di ricordare la Resistenza e la liberazione del Paese commemorando finalmente anche le vittime delle persecuzioni antisemite.[...]
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Il Giorno della Memoria. La commemorazione della Shoah in Italia
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Informazioni tesi
Autore: | Federica Lampugnani |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze storiche |
Relatore: | Silvia Bobbi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 81 |
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