L'arte della sovversione. Il fotomontaggio dalle Avanguardie storiche alla comunicazione-guerriglia.
Polbusting
Secondo l’analisi degli studiosi Derrick De Kerckhove e Vincenzo Susca, negli ultimi trent’anni la politica ha dovuto, per attirare l’attenzione e evidenziare la propria presenza, entrare in concorrenza con le icone e le seduzioni dell’industria culturale, adattando il proprio linguaggio a quello più seducente delle merci e degli spettacoli (2008, p. 137).
E’ così nata la cosiddetta “politica-spettacolo”, contraddistinta dall’ibridazione sempre più evidente tra codici e contenuti della politica e maschere e performance tipiche dello spettacolo, fino a rendere indistinguibili tra loro gli spot commerciali da quelli elettorali (p. 138).
Con l’avvento del web 2.0 e delle sue “tecnologie sociali, collaborative e soprattutto connettive” la situazione è diventata ancora più complicata per i partiti che devono difendersi dal sabotaggio della propria immagine e dei propri messaggi da parte degli utenti della Rete tramite quello che De Kerckhove e Susca chiamano Polbusting (politic busting, in italiano: manomissione della politica). Con questa pratica, le nuove sfere pubbliche del cyberspazio prima assorbono il messaggio nel proprio contesto di fruizione, in seguito lo decodificano svelandone l’ideologia e smascherandone la finzione, infine lo riscrivono mostrandone l’inganno e ridicolizzandolo con sapienza (p. 139).
Il polbusting non è altro che l’applicazione dell’adbusting alla politica, ossia “sovvertire la politica” attraverso il ricorso a software digitali e alla propagazione virale on line di alterazioni creative e iconiche: il messaggio e il corpo politico vengono disarticolati e ridicolizzati come con l’adbusting avviene il detournament del brand e del messaggio pubblicitario. La differenza tra le due pratiche, secondo De Kerckhove e Susca, sta nella “soggettività che soggiace loro”: mentre l’adbusting proviene dall’alto delle velleità artistiche di grafici e pubblicitari pentiti, il polbusting è praticato da comuni cybernauti. Inoltre, la prima pratica è carica di tensioni politiche ed ideologiche, mosso dagli scritti di teorici del consumo critico e del no-logo, la seconda “è un movimento transpolitico” nel quale non compare alcun progetto o piano d’azione se non quello di sentirsi parte di una comunità che condivide dei simboli (p. 140).
I cybernauti usano, allo stesso modo in cui si effettuavano i collage dadaisti, i segni e le immagini dei leader politici contemporanei come oggetti tramite i quali “divertirsi distruggendo”. Secondo De Kerckhove e Susca, “ogni creazione e ricreazione contenute in queste forme dissacranti di scrittura digitale esprime l’abilità linguistica della soggettività emergente, la sua capacità di captare e rispedire al mittente gli elementi ideologici di ogni discorso politico” (p. 168). Come avveniva con i fotomontaggi politici del dada berlinese, il polbusting ha la capacità di svelare, tramite l’elaborazione delle immagini, il collage e il detournement, l’ideologia e i lati oscuri di un determinato contesto politico. Le differenze tra le due poetiche, però, si colgono per quanto riguarda il tono del discorso: nel caso dei dadaisti l’ironia assume un tono rabbioso e nervoso nel confronto diretto e dialettico col politico, mentre nel polbusting, accanto alla capacità “di manipolazione del linguaggio, di scrittura per frammenti e di dirottamento del senso dei segni agiti”, c’è sempre un’impressione di leggerezza, anche quando le immagini elaborate assumono un significato aggressivo e fortemente polemico, che strappa sempre un sorriso (p. 192). Per questo, convengo con De Kerckhove e Susca nel considerare i linguaggi digitali del politics busting come il compimento, il salto di qualità ed in qualche modo il superamento del fotomontaggio e della satira dadaisti (p. 193), perché l’idea di fondo del polbusting non è polemica e critica, come quella dei fotomontaggi politici berlinesi di Heartfield, ad esempio, ma principalmente ludica e ironica.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'arte della sovversione. Il fotomontaggio dalle Avanguardie storiche alla comunicazione-guerriglia.
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Informazioni tesi
Autore: | Letizia Guglielmi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Comunicazione e Multimedialità |
Relatore: | Paola Zaccaria |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 124 |
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