Hans e Lev: lo sviluppo infantile in Freud e Piaget

Nel periodo in cui in varie parti del mondo si sviluppano grandi scuole, quali ad esempio la psicoanalisi, "un ricercatore svizzero inizia una tradizione di ricerca e di approccio teorico allo studio dell'uomo che avrà profonde ripercussioni nella storia della disciplina. Si tratta di Jean Piaget".
Piaget nasce a Neuchatel nel 1896. "Tra i sette e i dodici anni si interessa alla vita degli animali e delle piante" e, successivamente, al tempo delle scuole superiori, si dedica alla storia naturale e "alla
malacologia, classificando, raccogliendo e studiando un gran numero di conchiglie e molluschi". Tra i suoi interessi compare anche la filosofia ma "a partire dal 1920 iniziano a comparire i primi lavori in cui Piaget si occupa della psicologia del bambino e del suo sviluppo cognitivo". Nel 1918 ha la fortuna, recandosi alla Sorbona di Parigi, di incontrare Theodore Simon, che in quel periodo lavorava in un laboratorio per cercare di costruire test per misurare l'intelligenza dei bambini. Piaget contribuisce a questo progetto, ma "non si accontenta di rilevare le prestazioni fornite in occasione dei test, ma comincia a domandare ai bambini i motivi delle risposte corrette o scorrette".
Piaget, quindi, invece di concentrarsi sul livello di intelligenza, "si mostra interessato in misura maggiore a quelli che sono i motivi, le cause o più globalmente, la genesi dei loro errori e dei loro successi".

In questo modo Piaget introduce un nuovo metodo e da questo momento in poi lo psicologo "definirà sperimentale la sua ricerca". Questo nuovo metodo è chiamato "colloquio clinico". Ha come soggetto il bambino, e si tratta di un "sistema misto, tra il colloquio e l'osservazione, che consiste […] nel sottoporgli domande mirate mentre risolve un compito". Piaget, attraverso i suoi studi, cerca di rispondere empiricamente alle domande della epistemologia filosofica e chiama, appunto, il suo approccio "epistemologia genetica", utilizzando il termine "genesi" nel senso di "sviluppo".

La tesi di Piaget è che la conoscenza è un processo, una relazione tra conoscente e conosciuto: un bambino conosce sempre meglio una bicicletta o un gioco attraverso le azioni che compie, siano esse manipolazioni fisiche o mentali

"L'intelligenza umana, per Piaget, non ê altro che una forma di adattamento all'ambiente".
Dal 1921 Piaget arriva a Ginevra "in qualità di direttore di studi dell'Institute Jean-Jacques Rosseau". Qui inizia uno studio sistematico sui bambini, concentrandosi soprattutto sullo studio del pensiero,
espresso verbalmente, e del linguaggio.
Lavorando con i bambini Piaget arriva ad una nuova, rivoluzionaria idea: "nessuna conoscenza può dirsi innata, ma tutte si costruiscono progressivamente attraverso un costante processo evolutivo".