I Ragazzi di vita della notte brava
Personaggi e interpreti di 'La notte brava'
La rappresentazione realistica della condizione sociale del sottoproletariato delle borgate romane, fanno delle sceneggiature pasoliniane una testimonianza fotografica di uno spaccato sociologico di una certa Italia del secondo dopoguerra. Interpretazione questa, però, che non verrà mai riconosciuta da Pasolini, che negherà la presenza nei suoi film dei momenti documentaristici e lirici che rappresentano il corpus dei film neorealistici.
I suoi personaggi non pretendono di rappresentare le condizioni del sottoproletariato, ma la realtà della propria visione del mondo, che è al tempo stesso sacrale e disperatamente vitale.
La scelta dei personaggi testimonia la volontà di Pasolini di misurarsi con il cinema dei grandi autori del neorealismo in quanto gente di strada, ma tuttavia lui non rinuncia all’esigenza di sperimentare e di ricercare nuove e personali possibilità espressive. Il mondo dei “ragazzi di vita” del sottoproletariato romano, dei diseredati, trova in Pasolini i giusti toni di una partecipazione conoscitiva e di una interpretazione vissuta. Ricordiamo infatti che al suo arrivo a Roma nel 1950 ha vissuto in prima persona l’esperienza della borgata.
A differenza del clima dei film “Sciuscià” e“Ladri di biciclette”, qui il rapporto tra l’autore e i suoi personaggi è fondato non più sull’osservazione distaccata di una serie di fenomeni umani e sociali, ma sulla diretta partecipazione a un mondo di vita. Ecco, dunque, che lo stile della sua rappresentazione deriva direttamente dalla volontà di dar forma visiva e letteraria a una esperienza reale.
La sceneggiatura di Pasolini, però, si distacca dalla regia di Bolognini. Ne La notte brava, i ragazzi di vita di Pasolini sono in qualche modo “ammorbiditi”, “tirati a lucido”, più ripuliti rispetto agli originali pasoliniani. È un’opera più aggraziata che disperata.
In contraddizione con lo spirito della sceneggiatura, dunque, Bolognini con la sua cinepresa attutisce l’urto della tragedia che si sarebbe dovuta svolgere nelle strade di una Roma sonnacchiosa.
Probabilmente più che voluto forse è stato imposto dalla coproduzione francese. Ricordiamo, infatti che Scintillone e Ruggeretto sono interpretati da due attori francesi, i bravi Terzieff e Brialy, sicuramente attraenti ma piuttosto lontani dall’esigenza somatica richiesta dai loro personaggi e ulteriormente penalizzati dalla sciagurata esigenza del doppiaggio che ne falsa l’intercalare romanesco.
A ciò si aggiunga la scelta di Bolognini per le star, sicuramente affascinanti e sofisticate presenze femminili (Martinelli, Lualdi, Ferrero e Schiaffino) ma del tutto improbabili come lucciole o figlie del proletariato.
Questo brano è tratto dalla tesi:
I Ragazzi di vita della notte brava
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Informazioni tesi
Autore: | Armonia Landa |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Roma Tor Vergata |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo |
Relatore: | Fabrizio Natalini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 78 |
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