L'India e il diritto dell’acqua attraverso il conflitto di Plachimada
Perché una guerra dell'acqua
L'acqua è una risorsa fondamentale per la sopravvivenza di tutte le forme di vita del pianeta. L'essere umano la utilizza per soddisfare ogni genere di bisogno, dal più semplice e essenziale come il dissetarsi, al più articolato come la produzione di energia. Lo sviluppo economico che in particolare negli ultimi decenni ha interessato il mondo intero ha significato quindi un incremento consistente della domanda d'acqua: ogni abitante del pianeta consuma oggi in media il doppio di acqua rispetto all'inizio del 1900 mentre, nell'insieme di tutte le attività produttive, il consumo di acqua è decuplicato.
Un consumo così rapido di una risorsa limitata crea scarsità. Già 1/3 della popolazione mondiale vive in aree interessate da crisi idrica e si stima che la crescita demografica e i cambiamenti climatici faranno crescere questa proporzione a metà della popolazione.
Tale scenario segnala un'emergenza globale dove a essere minacciate sono sopravvivenza, salute, stabilità economia e politica, ambiente, e infine, sviluppo delle aree più povere del pianeta. L'importanza dell' oro blu del XXI secolo si fa quindi sempre più rilevante nei rapporti internazionali e interni agli Stati, diventando anche causa di tensioni e conflitti veri e propri per l'accesso alla risorsa.
Vandana Shiva ci fa notare come questi conflitti siano definibili anche in termini di guerre paradigmatiche, ovvero di scontri che derivano da come percepiamo e viviamo l'esperienza dell'acqua: da una parte è un bene comune, fonte di vita la cui equa distribuzione rappresenta un dovere per sconfiggere la povertà e assicurare un benessere generale; dall'altra è un bene economico da possedere e commercializzare per ottenere profitto. Questa seconda visione, legittimata sia a livello nazionale che internazionale tramite politiche che hanno incentivato l'accesso alle riserve limitate d'acqua a organismi privati come le imprese transnazionali, ha plasmato negli ultimi decenni un modello di sviluppo scorretto che ha incrementato il commercio ma ridotto il potenziale rinnovabile della risorsa. Così, minacciate dalla sua scarsità, le popolazioni più colpite da tale sviluppo si mobilitano per difendere la propria sopravvivenza. La vicenda di Plachimada ben rappresenta questa realtà ed è lontana dall'essere un caso isolato.
Per quanto riguarda la realtà indiana nel suo complesso, negli ultimi anni la domanda di acqua è aumentata vertiginosamente insieme alla crescita demografica ed economica del paese tanto che, con un'estrazione annua di 200 miliardi di mt3, il consumo di acqua sotterranea in India è il più alto al mondo. Se il dato non fosse già di per sé sorprendente, ricordiamo che nel paese sono presenti circa 19 milioni di strutture per l'estrazione idrica, un numero che supera di 4 volte quelle contate complessivamente in Cina, Pakistan, Messico e Stati Uniti. A causa del clima unico che caratterizza il subcontinente, l'acqua risulta scarsa in molte parti dell'India, per cui la disponibilità delle riserve sotterranee diventa un fattore cruciale (soprattutto considerata l'importanza rivestita dal settore agricolo in questo paese popoloso e rurale). Ma l'emergenza idrica risulta già tangibile, e per il futuro del paese è oggi più che mai necessario attuare nuove politiche che conducano a un consumo responsabile e sostenibile. Dal caso di Plachimada emerge come, in una realtà complessa come quella Indiana, sia anzitutto necessario muovere i primi passi verso questa direzione rispondendo con fermezza ad alcuni interrogativi fondamentali: quale istituzione deve avere la priorità nel formulare politiche riguardanti la gestione e l'accesso all'acqua: il Centro, lo Stato o la panchāyat? Quali sono gli utilizzi prioritari della risorsa: quelli domestici, agricoli o industriali? Quale principio è superiore: l'identificazione dell'acqua come strumento di sopravvivenza o la concezione dell'acqua come fonte di profitto? [...]
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L'India e il diritto dell’acqua attraverso il conflitto di Plachimada
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Informazioni tesi
Autore: | Cristina Catalano |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia |
Facoltà: | Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale |
Corso: | Lingue e istituzioni economiche e giuridiche dell’Asia e dell’Africa Mediterranea |
Relatore: | Stefano Beggiora |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 100 |
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