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L'alta velocità ferroviaria nei Corridoi europei di trasporto

Perché l’alta velocità?

Vi sono state diverse motivazioni che hanno spinto i differenti paesi ad investire nella ferrovia ad alta velocità. Tra queste quella principale era rappresentata dalla possibilità di ridurre la congestione delle principali linee convenzionali attraverso un sistema che offrisse alte capacità di trasporto in termini di quantità e frequenza dei vettori, per far fronte alla domanda crescente di mobilità.
Un riequilibrio modale nel settore dei trasporti è una necessità nella società globalizzata nella quale i paesi interagiscono in maniera maggiore. In territori con densità demografica scarsa i collegamenti veloci tra due poli necessitavano di un’alternativa al trasporto aereo; mentre nei territori più densamente popolati un sistema di alta velocità integrata con le linee convenzionali permetteva una maggiore flessibilità ed efficienza rispetto al trasporto autostradale. Inizialmente l’alta velocità ha offerto un servizio concentrato su una fascia alta di consumatori, che in molti casi coincidevano con uomini d’affari abituati a muoversi con l’aereo, caratterizzandosi per questo motivo per il comfort e la puntualità. Una volta dimostrata la competitività sulle medie distanze (tra i 200 e 700 km) si è avuto un processo di massificazione del trasporto veloce che ha portato ad avere un servizio più economico e meno lussuoso. L’aereo subisce profondamente la concorrenza su distanze inferiori agli 800 chilometri poiché il treno veloce, nonostante sia ancora nettamente più lento del mezzo aereo, si avvantaggia della posizione centrale di partenza e arrivo all’interno dei poli collegati, della mancanza dei tempi di attesa per l’imbarco e dell’assenza dei controlli sui bagagli, che rendono i tempi complessivi comparabili.
Naturalmente in caso di distanze inferiori ai 150 chilometri il trasporto su gomma mantiene ancora una certa efficacia per la maggiore flessibilità e per le difficoltà nelle procedure di ingresso in stazione dei treni ad alta velocità su linee che in molti casi sono condivise con i treni tradizionali.
Il secondo aspetto che ha motivato i paesi nella costruzione di queste infrastrutture è rappresentato dall’apporto che esse danno allo sviluppo economico del territorio interessato e dell’intero apparato produttivo nazionale. In alcuni contesti nazionali si è scelto di costruire nuove linee specifiche per l’alta velocità esclusivamente per il traffico passeggeri, mentre in altri paesi si è preferito puntare sul potenziamento delle linee esistenti permettendone l’utilizzo sia a merci che persone, anche se a costi più alti e a velocità più basse. In questo secondo caso si è quasi sempre implementato un sistema ad Alta capacità che indica appunto un trasporto congiunto di merci (alla velocità di 100-150 km/h) e persone (alla velocità massima di 300 km/h) su linee ad alta velocità nuove o potenziate, anche se può riferirsi solo all’adozione di tecnologie avanzate di controllo del traffico che permettono il transito di un numero maggiore di treni perché più controllato e regolare(Albalate & Germà, 2010).
Permettere la contemporaneità del traffico merci e persone su una stessa linea ne aumenta i costi perché necessita di più controlli per la sicurezza, inclusa una più frequente manutenzione, però aumenta le possibilità di migliorare la produttività delle aree collegate e potenzia la connettività tra aree industriali, aeroporti e aree logistiche.
La possibilità di muoversi in tempi brevi tra centri urbani, collocati anche a centinaia di chilometri gli uni dagli altri, genera il superamento delle distanze fisiche tra le città, determinando una contrazione dello spazio interessato dalle infrastrutture dell’alta velocità con conseguenze sul sistema economico, sulla distribuzione della popolazione e sull’organizzazione territoriale(Calenda & Travascio, 2008/marzo).
Il sistema economico in generale ricava dall’inserimento della nuova infrastruttura sia benefici temporanei sia permanenti. Per i primi si parla fondamentalmente dell’aumento dell’occupazione nel settore delle costruzioni connesse all’infrastruttura che però cessa una volta realizzata.
I benefici permanenti possono modificare in meglio la struttura economica della regione, ma migliorare il contesto nazionale. Su scala regionale il servizio ad Alta Velocità conduce nel lungo termine a una delocalizzazione sia delle aziende sia delle famiglie in prossimità dei punti di accesso alla rete, che per la loro migliore accessibilità risultano più attraenti rispetto ai punti che non sono collegati a essa. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'alta velocità ferroviaria nei Corridoi europei di trasporto

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Informazioni tesi

  Autore: Gianmarco Fedele
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Lucio Caracciolo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 204

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