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La percezione sociale delle vittime di cyberbullismo

Percezione sociale delle vittime di bullismo e cyberbullismo

Un altro aspetto da considerare è quello legato alle rappresentazioni sociali delle vittime di bullismo e cyberbullismo, sia a sfondo sessuale che non.
Nel primo caso, ricerche recenti evidenziano come gli adolescenti e i bambini della scuola primaria ritengano come causa del bullismo la devianza sociale e il bisogno, da parte del bullo, di posizionarsi socialmente (Bosacki, Marini & Dane, 2006; Thornberg, 2010).
In questo senso, si rileva come i sentimenti nei confronti delle vittime siano ambigui: gli altri bambini tendono a empatizzare con le vittime, ma allo stesso tempo considerano la loro condizione come “pericolosa” e rischiosa, ritenendo che essi abbiano una responsabilità indiretta nelle aggressioni e molestie subite dal bullo.

Ciò sembra confermato da alcuni studi recenti, che evidenziano come maggiore sia la persistenza e la frequenza dei comportamenti di bullismo e cyberbullismo, minore è il supporto sociale percepito dalla vittima (Arriaga et al., 2017).
Anche i dati relativi alle rappresentazioni sociali sul cyberbullismo appaiono contrastanti. Questo fenomeno, infatti, è di difficile definizione e l’esposizione sociale delle vittime dei cyberbulli è di minore entità rispetto a quanto avviene nei casi di bullismo, sebbene le conseguenze per la salute siano altrettanto gravi e possano includere anche tentativi di suicidio ed isolamento sociale (Young et al., 2017).
La difficoltà a fornire una descrizione e classificazione adeguata delle vittime di cyberbullismo si riflette anche sulle campagne di prevenzione, che rispetto alle strategie di prevenzione del bullismo risultano meno efficaci. Per valutare il supporto sociale destinato alle vittime di cyberbullismo, dunque, occorre anche considerare la loro posizione sociale e il modo in cui sono percepite dalla comunità di appartenenza.

In questo senso, Judith Butler (1990; 2004) si è focalizzata sulla “matrice eterosessuale” della società occidentale, rilevando come alcune condizioni personali relative al genere e alla personalità risultano “intelligibili”, cioè comprensibili all’esterno, mentre altre vengono codificate come “non intelligibili” e non sono dunque oggetto di supporto e di sostegno.
Secondo la Butler (1990; 2004) ciò avviene soprattutto nei confronti delle donne che decidono di assumere delle posizioni identitarie viste come alternative alle rappresentazioni sociali e agli stereotipi principali sul genere. In altre parole, la difficoltà a ricondurre una figura femminile all’interno di un preciso schema o categoria sociale, porta il gruppo a distaccarsi dal suo punto di vista. Tale distacco può generare, in alcuni casi, odio sociale e discriminazione.
Alcuni autori hanno teorizzato che questo tipo di meccanismo può essere messo in atto anche attraverso il cyberbullismo, poiché internet rappresenta un’estensione della struttura sociale e in quanto tale esso costituisce un territorio comunitario, in cui si sviluppano e diffondono pratiche e rappresentazioni sociali peculiari (Kofoed & Ringrose, 2012).

In questo caso, i membri della comunità che occupano posizioni non classificabili diventano oggetto di scherno e discriminazione, attraverso gruppi su Facebook, profili falsi e condivisione di materiale fotografico privato, al punto che il fatto stesso di non aderire agli stereotipi diventa un fattore di rischio e di esposizione nei confronti di questo tipo di atteggiamenti sociali.
Dunque, anche nei casi di cyberbullismo il supporto sociale ricevuto risulta moderato dalla percezione sociale della stessa e quest’ultima dipende dalla categoria sociale di cui la vittima fa parte e dalle caratteristiche che le vengono attribuite dalla comunità.
Sulla base di quanto esaminato, è possibile concludere che le vittime di cyberbullismo che vengono sessualizzate, ricevono minore supporto da parte della comunità, a causa dei pregiudizi di genere, dei meccanismi di oggettivazione e auto-oggettivazione e di una percezione sociale distorta, che le classifica come vittime potenziali e allo stesso tempo gli attribuisce una parziale responsabilità dei crimini di cui sono oggetto.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La percezione sociale delle vittime di cyberbullismo

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Informazioni tesi

  Autore: Fabrizio Cultrera
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Criminologiche
  Corso: Scienze Criminologiche
  Relatore: Sandra Sicurella
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 75

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