Ri-trovarsi insieme. Spazi temporanei per l'intrattenimento collettivo
Pedagogia dell'ozio
Il futuro è di chi saprà sottrarsi alla tradizionale idea di lavoro come corvè e saprà puntare a una misura di attività in cui lavoro va a confondersi con il tempo libero, con lo studio e con il gioco, insomma l’ozio creativo.
La caratteristica principale delle attività creative è che si distinguono poco o niente dal gioco e dell'apprendimento, per cui resta sempre più difficile scindere queste tre dimensioni della nostra vita che, in precedenza, erano state nettamente e artificiosamente separate l'una dall'altra. Per i Greci, per esempio, aveva una connotazione strettamente fisica: "lavoro" era tutto ciò che faceva sudare, eccetto lo sport. Chi lavorava, cioè sudava, era uno schiavo o un cittadino di serie B.
Le attività non fisiche (la politica, lo studio, la poesia, la filosofia) erano "ozio", cioè espressione della mente, degna di soli cittadini di serie A. La società industriale ha permesso a milioni di persone di operare con il corpo, ma non le ha lasciate liberi di esprimersi con la mente. Alla catena di montaggio gli operai muovevano mani e piedi, ma non usavano la testa. La società post-industriale concede una nuova libertà dopo il corpo, libera l'anima. Gli aspetti distintivi della società post industriale sono la globalizzazione, il tempo libero, l'intellettualizzazione e si diffonde sempre più la consapevolezza che le attività cerebrali prevalgono su quelle manuali, che le attività virtuali prevalgono su quelle tangibili.
In effetti, nel tempo di lavoro com'è il tempo libero, agiamo sempre di più col cervello anziché, come in precedenza, con la forza fisica. Tra le attività intellettuali la più apprezzata è la "creatività", altro valore centrale della società post industriale. Un altro valore centrale è l’estetica, esaurito l'arco di perfezionamento tecnico considerato conveniente per ciascun prodotto, non volendo più la pena di migliorarlo ulteriormente sotto questo aspetto, ne raffiniamo l'estetica.
Nuovi valori dell'era moderna
Nella società preindustriale c'era uno strapotere della sfera emotiva, nella società industriale ha prevalso la ragione. Oggi, conquistato il razionale, possiamo tornare senza paura a valorizzare anche la sfera emotiva. Emozione, fantasia, razionalità, concretezza sono gli ingredienti della creatività.
Un altro valore emergente è l'emotività: la razionalità ci permette di eseguire bene i nostri compiti ma, senza emotività, non si crea nulla di nuovo. Per essere creativi, l'intreccio di razionalità ed emotività è essenziale. Nella nostra società la tecnologia pervasiva: snella, rapida, piccola, miniaturizzata. E anche i nostri bisogni non sono più quelli forti della società rurale e industriale, sono un mosaico di piccole esigenze, di volta in volta importanti e subito destinate a essere sostituite da esigenze emergenti. Convertirla, da noia, in ozio creativo: riempire il tempo anziché di azioni coatte in azioni scelte.
La creatività si alimenta di spreco: migliaia di ore di riflessione e di esercizio che, viste dall'esterno, possono essere giudicate come una perdita di tempo. Invece sono un girovagare del corpo e della mente che prima o poi sfocia nella sezione positiva, nell'opera d'arte, nel nuovo teorema, nel romanzo. Per dare una definizione di creatività possiamo pensare alla sintesi di livello cosciente e livello inconscio con la sintesi tra sfera razionale e sfera emotiva. Per sfera razionale intendo l'insieme delle nostre conoscenze e delle nostre abilità e sfera emotiva intendo insieme di opinioni, atteggiamenti, emozioni e sentimenti. La creatività quindi non è fatta solo di semplice fantasia, né di semplice concretezza: si tratta di una sintesi di entrambe queste capacità. Tale sintesi può venire tra una mediocre fantasia e una mediocre concretezza: in tal caso si ottiene una creatività molto bassa. Altrimenti può avvenire tra una forte fantasia è una forte concretezza: nel qual caso si ottiene una creatività geniale. Solo i geni riescono a fondere in se stessi queste due qualità così disparate.
Ma oggi, che abbiamo bisogno di molta creatività per soddisfare gli infiniti bisogni raffinati del mercato, non possiamo più affidarci ai soli geni, dobbiamo dare vita a miriade di gruppi creativi. Educare i giovani alla creatività oggi significa aiutarli a individuare la propria vocazione autentica insegnando loro a scegliere i partner giusti, come trovare o creare il contesto più creativogienico, come esplorare i vari aspetti del problema che li assilla, come proteggere la loro libertà, come mettere la propria mente a suo agio, come alimentarla e stimolarla fin quando non partorisce l'idea giusta. Soprattutto significa educarli a non temere il fluire incessante delle innovazioni: "È nel mutamento che le cose si riposano" diceva Eraclito.
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Informazioni tesi
Autore: | Giulia Bocchi |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Architettura |
Corso: | Architettura |
Relatore: | Roberto Bologna |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 173 |
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