Percorsi di partecipazione over 60 : un contributo di ricerca empirica nel territorio di Cesena

"Si è uomini in quanto si partecipa alla polis, quale che sia la forma di governo prescelta."
Aristotele

L'importanza e la centralità che assume il tema della partecipazione all'interno della propria comunità è rintracciabile già in molti scritti dei grandi filosofi dell'antica Grecia, presentandosi sempre attuale a causa delle continue sfide del mondo moderno e di legami sempre più fragili e liquidi, con una crescente disaffezione politica. Come non tenere conto della celebre definizione aristotelica dell'uomo come animale politico (zoon politikon): “È solo per il fatto di vivere nella polis e di poter partecipare nel dare forma alla propria vita, tramite le decisioni collettive, che l'uomo può realizzare se stesso come uomo, cioè come essere razionale, attivo (non passivo) e politico per natura (kata physin), vale a dire in grado di governare e di essere governato”. Moscovici in Dissensions et consensus (1991) scrive: “La partecipazione definisce una relazione interna degli uomini, che pensano, decidono, agiscono nella comunità e dietro suo impulso, ma anche per essa e in suo nome: posto al di fuori della comunità, l‟uomo non ha nessuna identità. Ogni individuo è mosso dal forte desiderio di essere visto, ascoltato, discusso, approvato, rispettato, dalle persone che lo circondano e conosce. Essere è partecipare”.
Sono queste delle idee molto forti, che richiamano quelle dei communitarians: secondo tale corrente di pensiero, poiché non esiste un soggetto capace di vivere al di fuori della comunità e dell‟esperienza, nessun individuo potrà mai sentirsi completamente indipendente da essa in quanto profondamente radicato nella stessa.
L'idea di essere umano come soggetto attivo capace di pensare ed agire, di gestire le cose e di autogestirsi, ha accompagnato e guidato la formazione del mondo moderno fino ai nostri giorni (Amerio, 2000) ed è alla base delle più moderne democrazie.