Occupazione e retribuzione dei laureati in Giurisprudenza - Mercato del lavoro, capitale umano e disoccupazione
Panoramica generale sulla condizione dei laureati in Giurisprudenza
L'Istat nel 2009 ha condotto un'indagine relativa alla condizione degli studenti universitari e al mercato del lavoro dei laureati in Italia. Questa si basava sui dati del periodo 2004-2007 e per quanto riguarda i laureati in giurisprudenza ha evidenziato alcuni dati interessanti.
Dei nuovi iscritti presso le varie facoltà diffuse sul nostro territorio le matricole che hanno scelto Giurisprudenza sono state circa il 10% del totale.
Tra coloro che hanno intrapreso gli studi universitari presso una facoltà di giurisprudenza soltanto il 31%, ovvero meno di uno studente su tre, ha terminato con successo il proprio percorso accademico, divenendo dottore il legge. A livello nazionale, cioè considerando tutte le facoltà, la media sale al 48%; quindi meno di una matricola su due riesce a terminare i propri studi universitari conseguendo una laurea. Questi dati sono una conferma del fatto che il tasso di abbandoni è uno dei problemi maggiori del sistema universitario italiano, come del resto hanno evidenziato più volte i vari articoli scientifici che si sono occupati dei temi di cui stiamo trattando.Un altro problema tipico delle facoltà di giurisprudenza è l'altissimo numero degli studenti fuori corso, i quali si laureano in ritardo rispetto alle tempistiche previste dal percorso di studi. L'82% degli studenti di giurisprudenza lo è, contro la media di tutte le facoltà, comunque elevata, che si attesta al 63%. Stando a questi dati, in buona sostanza, meno di uno studente su cinque riesce a conseguire la laurea in giurisprudenza nei tempi previsti.
Per quanto riguarda la soddisfazione derivante dal percosso accademico intrapreso, nonché dalle successive opportunità occupazionali, i dati relativi ai laureati in giurisprudenza sono in linea con quelli riguardanti gli studenti delle altre facoltà. Non si re-iscriverebbe presso la facoltà di giurisprudenza perché insoddisfatto dei successivi sbocchi professionali il 67% degli studenti intervistati,
mentre la media nazionale di tutti i laureati si attesta al 65%, appena due punti percentuali in meno.
Sotto il profilo dell'occupazione, in base ai dati raccolti dall'Istat nel periodo 2004-2007, a un anno dalla laurea aveva trovato lavoro il 38% dei laureati in giurisprudenza, poco più di un laureato su tre quindi, contro la media nettamente superiore di tutti i laureati, pari al 56%. Le prospettive migliorano per i dottori in legge a 3 anni dalla laurea, questi tuttavia restano al di sotto della media nazionale: solo il 52% dei primi ha trovato un lavoro contro il 73% dei secondi.
Ad ogni modo va detto che questi dati sono certamente influenzati delle peculiarità del percorso professionale dei laureati in giurisprudenza che desiderano intraprendere la carriera di avvocato o di notaio. Questi non possono accedere a tali professioni con la sola laurea ma devono affrontare 2 anni di tirocinio (o di scuola di specializzazione) e superare l'esame per ottenere l'iscrizione all'albo professionale (che nella migliore delle ipotesi dura un altro anno). Per altro, considerando la difficoltà di quest'ultimo, in molti sono costretti a ripeterlo più volte perdendo così altro tempo, visto che tale esame si svolge solamente una volta all'anno.
Per quanto concerne la coerenza (o necessità) tra laurea ottenuta e lavoro svolto invece, i laureati in giurisprudenza sopravanzano la media nazionale. Il 71% dei dottori in legge svolge una professione per cui il proprio titolo di studio è necessario, se non addirittura indispensabile, contro il 69% di tutti laureati. Questo dato è facilmente spiegabile se si considera che per accedere alle tre figure professionali più prestigiose cui normalmente ambisce uno studente di giurisprudenza, ovvero avvocato, notaio o magistrato, la laurea magistrale (o specialistica) è un requisito richiesto per legge.
Infine, se osserviamo i dati relativi al reddito di coloro che nel 2007 svolgevano un lavoro continuativo a tempo pieno, possiamo notare che i laureati in giurisprudenza hanno retribuzioni inferiori rispetto ai colleghi che si sono laureati presso facoltà diverse: in particolare i primi guadagnano in media 1.226 euro mensili contro i 1310 euro dei secondi.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Occupazione e retribuzione dei laureati in Giurisprudenza - Mercato del lavoro, capitale umano e disoccupazione
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Informazioni tesi
Autore: | Giovanni Giorgetti |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Gianna Claudia Giannelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 161 |
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