Indicatore chiave del rischio residuo di compliance: progettazione e casi di studio in campo bancario

Ogni conoscenza comporta in sé il rischio dell'errore e dell'illusione. Esso incombe anche sulle attività di sorveglianza e controllo, per quanto sofisticate: come si spiegherebbe altrimenti il naufragio su uno scoglio a pochi passi dalla riva di una nave da crociera progettata, dotata e organizzata per affrontare ben altri perigli? L'illusione del controllo ha creato in realtà le condizioni perché si realizzasse l'evento più temuto (selezione avversa), sotto una forma diversa da quella attesa ma pur sempre catastrofica. A ciò deve essere fatto un richiamo in conclusione del capitolo dedicato ai problemi di misurazione, per tenere presenti sottotraccia, nel prosieguo della presente trattazione, i limiti epistemologici delle umane capacità decisionali.
Tra le fonti più frequenti di errori c'è "l'attitudine a credere di sapere cose che invece non sappiamo affatto, e ad attribuirci competenze e capacità superiori a quelle di cui effettivamente disponiamo". Nel mondo degli investitori e degli investimenti l'eccesso di fiducia nei propri mezzi può comportare una serie di guai. Per molti anni i consigli di amministrazione delle banche di investimento americane, mentre "insalsicciavano" in prodotti derivati gli originari mutui-subprime, hanno confidato, o fatto finta di confidare, che i loro complicati algoritmi di allocazione fossero esenti da rischi. Sappiamo come è andata: questo approccio ha originato una confidenza nei modelli ed a tale confidenza si sono plasmate le attività, i modelli e gli strumenti di controllo, col risultato di una silente e progressiva concentrazione del rischio, ben superiore alla capacità finale di tolleranza. Di fronte alla complessità di un sistema l'osservatore può essere convinto di presidiarne, in tutto o in una quota (auto)stimata, l' intrinseco oggettivo modello di funzionamento, mentre invece ciò che viene preso in considerazione sono le proprietà apparenti dell'insieme costruito dal medesimo soggetto osservatore, creatore del modello. Si crea un gap tra il livello di affidamento nelle valutazioni soggettive e quello della loro effettiva precisione ed accuratezza, e di solito è il primo ad essere ad un livello più alto (studi dimostrano che il livello di confidenza nel giudizio è sistematicamente più alto della sua precisione). [...]