La seconda vita delle ossa. Rinascere antenati nei Maya del periodo Classico
Origine e sviluppo del culto degli antenati
Il culto degli antenati assumeva forme diverse e si manifestava in contesti di élite e di non élite, residenziali e meramente celebrativi. Attraverso i riti che coinvolgevano i defunti con il ruolo di antenati si creava una reciprocità tale che questi potevano continuare ad agire nel mondo terreno e i vivi potevano entrare in contatto con il Mondo Ultraterreno (Eberl 2005:123). Il ruolo degli antenati era quindi assolutamente attivo e il rapporto esistente tra i membri di un gruppo familiare non aveva fine dopo il decesso di uno di essi (Houston, Stuart e Taube 2006:50). Gli antenati erano talvolta identificati nelle scritture maya antiche attraverso il glifo [MAM], che indicava le persone anziane, rappresentate nell'iconografia prive di denti, con la barba e con un'abbondante e incolta chioma, forse indice del loro comportamento imprevedibile e incontrollabile (Houston, Stuart e Taube 2006:49). I riferimenti agli antenati coinvolgevano sempre individui di sesso maschile, nonostante sembra che sia gli uomini che le donne potessero appartenere a questa categoria e che individui di sesso femminile, soprattutto se appartenenti alla élite, ricevessero dopo la morte lo stesso rispetto e lo stesso onore che caratterizzava i defunti di sesso maschile (Houston, Stuart e Taube:2006:51; McAnany 1995:44). Nell'analisi degli elementi archeologici che potrebbero indicare l'esistenza di un culto degli antenati bisogna tenere presente che gli ''antenati'' sono una costruzione sociale, risultato di un processo di selezione.
Infatti, dal momento che non tutti i defunti diventavano antenati, molte persone non venivano seppellite sotto agli edifici domestici o in strutture monumentali. Le pratiche di culto degli antenati a tutti i livelli sociali non si rivolgevano indistintamente ai membri di un lignaggio, ma c'era una preferenza verso le figure che erano state particolarmente importanti o influenti (McAnany 1998:272). I fondatori di una dinastia, ad esempio, erano sempre delle figure importanti per i loro successori, ma anche quei sovrani che erano stati figure di spicco nel panorama politico della loro epoca, come K'inich Janaab' Pakal di Palenque o Jasaw Chan K'awiil di Tikal, certamente rientravano tra gli antenati più illustri (Fitzsimmons 2009:118). Alcuni studiosi sostengono che la venerazione degli antenati sia un'usanza originatasi presso le classi sociali di élite del periodo Classico, le quali, sentendo il bisogno di legittimare la loro presenza al potere, avevano dato vita a questo genere culto. Patricia McAnany ha elaborato una teoria diversa: le élite si sarebbero impossessate di una pratica che era propria anche degli strati sociali più bassi già dal Preclassico e l'avrebbero spostata sul piano politico in risposta ai loro bisogni (McAnany 1995:127). Dagli studi contemporanei sull'agricoltura delle terre basse tropicali anticamente occupate dai Maya si può evincere una stretta relazione tra l'intensità con la quale una parte di terreno veniva lavorata e la vicinanza della stessa alle residenze domestiche. Dal momento che il luogo di sepoltura degli antenati erano le residenze domestiche, queste terre risultavano vicine anche al luogo in cui continuavano a vivere le ''anime'' degli avi defunti. Gli antenati erano protettori dell'eredità che avevano lasciato ai discendenti e questa eredità era, soprattutto nel Preclassico, principalmente costituita dalle terre: il luogo di sepoltura si trovava quindi molto vicino all'eredità che le anime degli antenati proteggevano. La casa del gruppo familiare legava la figura dell'antenato alla terra e ai diritti che la famiglia vantava su di essa ed era sede del culto di venerazione degli avi. Questa pratica avrebbe continuato a esistere durante il Classico nella sua forma originale parallelamente a quella propria delle élite (McAnany 1995:127, 1998:273). Il passaggio da un culto familiare degli antenati alla venerazione degli antenati reali fu probabilmente sintomo di un cambiamento sociale e di una ristrutturazione delle relazioni di potere: se prima questo culto legava un gruppo di lignaggio a una terra, quando i regnanti lo fecero proprio e lo spostarono su un piano pubblico divenne un elemento atto a creare legami indiscutibili tra le generazioni successive, legami che giustificavano la trasmissione del potere politico. La genesi della venerazione degli antenati è dimostrata, secondo la McAnany, dal fatto che nell'iconografia riguardante questa categoria di defunti sia possibile trovare rappresentazioni di rinascita e rigenerazione legate al mondo agrario, come quella incisa sul sarcofago del re Pakal di Palenque, nella quale sono rappresentati i busti degli antenati appartenenti alle sei generazioni che precedevano quella del defunto. Ognuno di questi personaggi è associato a un albero da frutto che rappresenta l'eredità simbolica e il potere ereditati da Pakal. Se il legame esplicito tra antenati e territorio durante il Classico non appare sempre così palese, però, è perché i testi e l'iconografia giunti fino a noi riguardano soprattutto l'élite, la quale viveva la venerazione degli antenati con sfumature meno agrarie e più politiche (McAnany 1995:127; Fitzsimmons 2009:16). Alcuni studi condotti presso popolazioni maya contemporanee hanno dimostrato che, nonostante oggi vi sia l'usanza di seppellire i defunti in cimiteri, è ancora presente l'idea che la casa, intesa come residenza del gruppo familiare, sia la dimora degli antenati (McAnany 1998:273).
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La seconda vita delle ossa. Rinascere antenati nei Maya del periodo Classico
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Informazioni tesi
Autore: | Carla Vidussi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze antropologiche |
Relatore: | Davide Domenici |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 84 |
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