Orientalismo e storiografia in Leone Caetani
Orientalismo di Edward Said: storia di una colonizzazione culturale
Trattando dell'"Orientalismo", Said esordisce con una triplice definizione che lo definisce: 1) Come un ambito disciplinare che studia i costumi, la letteratura, la storia dei popoli orientali; 2) Nell'accezione più ampia del termine, come uno stile di pensiero fondato sulla distinzione ontologica ed epistemologica tra Oriente ed Occidente; 3) Come storia della colonizzazione culturale, nel secolo XVIII, da parte dell'Occidente, che considera l'Oriente come manifestazione del dominio euroamericano. In ogni caso, si tratta di "un fenomeno culturale e politico, e non soltanto una vuota astrazione".
Certamente questo di Said è uno dei testi più discussi degli ultimi trent'anni, se è vero che Orientalismo rappresenta ormai un genere di "testo collettivo che eccede di gran lunga il suo autore"; così come, d"altra parte, l'orientalismo stesso è venuto progressivamente a mostrarsi, nel dibattito corrente, come qualcosa che celebra più di un mero riferimento all'Oriente. Per esempio, negli Stati Uniti, in India e in Inghilterra, tale dibattito ha riguardato temi più generali come le concatenazioni tra sapere e potere, tra formazione della conoscenza e politica coloniale, tra riproduzione dell"altro ed egemonia imperiale, all'interno di un complesso e vario di campo di studio: dalla critica letteraria alla storia, dall'antropologia all'analisi della cultura, dalla critica d'arte agli "area studies", dagli studi mediorientali alla teoria femminista.
Il modello teorico attraverso cui Said legge l'orientalismo (un puzzle composto da concetti ripresi da autori assai diversi come, tra gli altri, Michel Foucault, Friedrich Nietzsche, Claude Lévi-Strauss, Antonio Gramsci), la sua incessante attenzione alla eterogeneità del "campo d'azione del discorso orientalista" (in grado di percorrere tanto le tragedie di Eschilo quanto gli elaborati di Marx, gli studi degli orientalisti classici come Rensn e Massignon e le indagini filologiche di Friedrich Schlegel e di William Jones, la creazione letteraria di Dante, Flaubert e Carlyle, la pittura di Delacroix, l'organizzazione di amministratori coloniali come Balfour e Lord Cromer, come pure le opinioni di uomini politici come Napoleone e Henry Kissinger) hanno inciso profondamente sulla promozione di nuovi metodi ed ambiti di studio transdisciplinari e sulla progressiva delegittimazione dell'ingerenza politica nel campo dei saperi e dei limiti disciplinari propri della tradizione umanistica.
Said, nel primo capitolo di Orientalismo, richiama la distinzione tra società civile e politica di cui parlava Gramsci, con riferimento preciso alla cultura in grado di condizionare la società attraverso la rilevazione del consenso inteso come supremazia che supporta un preciso impianto d'idee. Egli compie poi una digressione che percorre la letteratura occidentale differenziando tra il "sapere puro", caratteristico degli umanisti e lontano da connessioni politiche, ed il "sapere politico" impelagato in incombenze e coinvolgimenti amministrativi e finanziari.
A questo proposito egli ricorda la concezione di "studio obiettivo", del linguista americano Chomsky, utilizzata durante la guerra del Vietnam per occultare le latenti intimazioni ideologiche delle potenze imperiali a tutela dei loro interessi. Anche Marx, aveva detto, parlando degli "altri", che essi non possono rappresentare se stessi e dunque devono essere rappresentati. In riferimento alla superficialità con cui si volge lo sguardo agli orientali, spesso le descrizioni che hanno per oggetto l'Oriente non sono intese come verità, ma come semplici rappresentazioni. Nello specifico, a parere di Said, vi è un indissolubile legame tra potere e conoscenza che ha sintetizzato la figura dell'orientale servendosi di certi stereotipi divulgati dai mass media: di qui la nascita del "tipo orientale" come imperscrutabile, totalitario, malvagio e con la vocazione al terrorismo, mentre in realtà dietro questo si è sempre voluto occultare l'interesse delle superpotenze occidentali per lo sfruttamento delle risorse (specie petrolifere) di quelle popolazioni.
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Orientalismo e storiografia in Leone Caetani
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Informazioni tesi
Autore: | Carmen Ragusa |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Storia della filosofia |
Relatore: | Giancarlo Magnano San Lio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 107 |
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