Le classi nel concordato preventivo: un equilibrio impossibile fra autonomia negoziale e tutela dei creditori
Omogeneità di posizione giuridica e di interessi economici
Nei precedenti paragrafi si è già detto di come l’omogeneità delle classi funga da presupposto indefettibile per un corretto utilizzo del classamento, consentendo altresì di scongiurare un giudizio negativo in sede d’ammissione concordataria e quindi una successiva dichiarazione di fallimento. Lo snodo cruciale è proprio quello di garantire una decisione presa con trasparenza. Ciò è reso più difficile in una disciplina, come la nostra, dove i creditori si trovano a svolgere in via esclusiva il compito di chi è chiamato a valutare il merito della proposta concordataria, salva l’ipotesi del creditore dissenziente posto in classe dissenziente che attiva il controllo del giudice.
È innegabile che ognuno abbia il diritto di perseguire il proprio tornaconto personale, senza l’obbligo di porsi a “paladino” dei diritti degli altri. Ma, in ragione di una corretta autonomia negoziale e tutela creditoria, è necessario quantomeno che tale libertà venga limitata dall'inserimento in un gruppo omogeneo di creditori di pari livello. In questo modo si cerca di limitare l’egoismo proprio a ciascun creditore, vincolandolo all'interno di un gruppo e trasformando il suo atteggiamento in una "tendenza" di classe. Si pongono così le condizioni per cui egli sia capace di esprimere la sua valutazione personale senza le influenze ed i condizionamenti che avrebbe potuto avere se non fosse stato classato (si pensi a possibili voti opportunistici o ad accordi collusivi con il debitore).
Per queste ragioni è necessaria una suddivisione ex art. 160, I. c., lett. c), “secondo posizione giuridica e interessi economici omogenei”, che limiti al massimo gli eventuali conflitti di interesse o inquinamenti di voto di qualsiasi genere. La scelta del legislatore di menzionare questi due criteri è stata fin da principio oggetto di critiche per la sua eccessiva genericità, ma va concepita nell’ottica di un graduale distacco dalla tradizionale impostazione in materia di esecuzione coattiva imperniata sulla qualità del credito, verso una concezione tesa a valorizzare le qualità soggettive dei creditori. Il concetto di omogeneità giuridica si riferisce al rango del credito o alla sua aspettativa in caso di esecuzione coattiva. Possono rilevare tanto l’esistenza di cause di prededuzione (in relazione ad eventuali obbligazioni contratte durante la procedura), quanto prelazioni e postergazioni.
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Le classi nel concordato preventivo: un equilibrio impossibile fra autonomia negoziale e tutela dei creditori
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Informazioni tesi
Autore: | Lorenzo Rosi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Pisa |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Amal Abu Awwad |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 55 |
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