La terra dei Puri: Origini, evoluzione e attualità
Nuovo millennio e il terrorismo internazionale
Uno Stato instabile come il Pakistan, dotato di armi nucleari e guidato da Musharraf, considerato responsabile della crisi di Kargil, suscitò la preoccupazione dell'Occidente. Al fine di indurre la restaurazione della democrazia nel Paese, Stati Uniti e Gran Bretagna gli imposero nuove sanzioni, ma invano. Il Generale godeva del forte consenso della popolazione rurale, stanca dei precedenti Governi civili corrotti e inefficienti. Proveniente dall'ambiente colto e liberale di Delhi, aveva una visione moderata della vita politica e religiosa. Nel suo primo discorso alla Nazione, il 17 ottobre 1999 presentò una visione dell'islam alla quale sarebbe stato attribuito il nome di "moderazione illuminata".
«L'islam insegna la tolleranza, non l'odio; la fratellanza universale, non l'ostilità; la pace, non la violenza. Ho un grande rispetto per gli ulama e mi aspetto che si facciano avanti e presentino l'islam nella sua vera luce. Li invito a sradicare gli elementi che sfruttano la religione per interessi acquisiti e danno un cattivo nome alla nostra fede».
Per questo motivo ben presto si guadagnò la fiducia della classe media occidentalizzata, inoltre attuò una serie di misure volte a ridimensionare le conseguenze scaturite dalla politica di islamizzazione. Istituì una Commissione indipendente per abrogare le leggi discriminatorie introdotte da Zia e far sì che i diritti delle donne fossero rispettati. Inoltre, varò un piano che imponeva la registrazione delle madrasa e introduceva nel loro curriculum materie moderne come la matematica e le scienze; nel 2001 approvò una legge antiterrorismo denunciando alcuni gruppi estremisti.
Tuttavia le madrasa riuscirono ad aggirare le pretese governative, continuarono a fare propaganda politica e antistatunitense e i gruppi estremisti messi al bando si ricostituirono sotto altri nomi, cosicché le violenze settarie non cessarono. La magistratura proseguì sostituendo la shari'a al diritto vigente e infine, nel settore dell'istruzione, furono introdotte nuove riforme curricolari che enfatizzavano la dimensione della religione e promuovevano uno spirito di «sacrificio, jihad e martirio» per la causa religiosa.
In politica estera Musharraf, pur condannando l'esercito dei talibani, riconosceva diplomaticamente l'Emirato arabo dell'Afghanistan e per giunta, non tentò in alcun modo di arginare il passaggio dei militanti attraverso la Durand Line. Al contrario, l'ISI continuava a rifornirli e a pianificare con loro attacchi militari contro l'Alleanza del Nord. Infatti, pare che durante la conquista di Taloqan, più di un terzo delle milizie composto da combattenti non afgani fossero pakistani.
Il sostegno ai dissidenti indebolì Islamabad mentre la diffusione del fondamentalismo estremista, legato ad al-Qaeda, aveva sottratto risorse al settore sociale e soprattutto fu causa dell'isolamento internazionale del Paese. Nel 2001, per la prima volta, il Dipartimento di Stato Usa indicava l'Asia meridionale quale epicentro del terrorismo internazionale, criticando il Pakistan per l'incapacità di controllare i talibani.
L'11 settembre 2001, due aerei di linea dirottati da commando di al-Qaeda si schiantarono contro le Torri Gemelle, uno dei simboli più conosciuti di New York e della cultura occidentale. Quella data rappresenta un punto di svolta per l'intero Occidente, ma è un passaggio fondamentale anche nella storia del Pakistan: da quel momento in avanti il nome del Paese si è legato inequivocabilmente alle sigle del terrorismo islamico sino a diventarne un sinonimo. [Luigi De Biase]
In seguito agli attentati a New York e a Washington, gli Stati Uniti chiesero al Pakistan di chiudere la frontiera e sospendere ogni tipo di aiuto dato ai dissidenti afgani e ad al-Qaeda, nonché di concedere ai mezzi statunitensi la possibilità di sorvolare e atterrare nel suo territorio al fine di condurre operazioni militari in Afghanistan.
Operation Enduring Freedom ebbe inizio il 7 ottobre e provocò in pochi mesi la disfatta del regime talibano, cosicché a novembre l'Alleanza del Nord tornò a Kabul. Il Pakistan, preoccupato che nel Paese vicino potesse formarsi un Governo retto dal Jamiat e quindi amico dell'India, richiese, insieme all'Arabia Saudita che i pashtun fossero inclusi nell'assetto politico e godessero di una rappresentanza proporzionale rispetto al proprio peso numerico. Tuttavia, le richieste non furono accolte e si formò un Esecutivo interinale guidato dall'ex Alleanza del Nord. Per questo motivo l'ISI incrementò il proprio sostegno ai talibani, che gradualmente insediarono le proprie basi logistiche nelle agenzie tribali limitrofe alla NWFP e al Belucistan.
In questo contesto, la decisione di sostenere gli Stati Uniti arricchì notevolmente Islamabad, che tra il 2002 e il 2007 ottenne dall'amministrazione Bush 3,5 miliardi di dollari dei quali più della metà era diretta alle forze armate. Nel 2004 il Pakistan fu definito come uno degli alleati più importanti per gli Usa esterni alla NATO, così da riuscire a ricevere assistenza militate a condizioni preferenziali. Per giunta, la collaborazione dei due Paesi nella "guerra al terrorismo" convinse Washington a chiudere un occhio sul ruolo di Islamabad nella proliferazione delle armi di distruzione di massa. Essa, infatti, dalla metà degli anni Ottanta aveva fornito tecniche di progettazione e componenti nucleari a Corea del Nord, Iran e Libia.
Per l'analista Stephen Krasner, l'elemento più importante salito a galla dopo l'11 settembre è il doppio gioco delle autorità pakistane nei rapporti con gli Stati Uniti e i gruppi islamisti. Musharraf e i suoi uomini non hanno potuto resistere alle pressioni americane, [...] ma non sono riusciti neppure a interrompere i contatti con le organizzazioni islamiste, che, secondo la dottrina pakistana offrono al Paese "profondità strategica" nel confronto perenne con l'India. [Luigi De Biase]
Nello stesso periodo in Kashmir si verificarono innumerevoli attentati contro i funzionari e i contingenti indiani e in particolare, il 1° ottobre del 2001 fu attaccato il Parlamento di Srinagar, il mese successivo invece toccò a quello indiano situato a Nuova Delhi. Questa accusò Islamabad di appoggiare i gruppi terroristici e schierò le proprie truppe lungo la Linea di controllo. Il Pakistan rispose spostando le proprie milizie dal confine con l'Afghanistan a quello con l'India preparandosi a fronteggiare lo Stato nemico. Su pressione statunitense, il 12 gennaio 2002, Musharraf condannò gli attentati affermando che non avrebbe permesso l'utilizzo del territorio del pakistano per scopi terroristici, quindi bandì alcune organizzazioni estremiste attive in Kashmir. Dopo lunghi negoziati i due Paesi proclamarono il cessate il fuoco nel novembre del 2003.
Nonostante in seguito alla sua ascesa al Governo Musharraf avesse promesso di restaurare la democrazia, nei mesi successivi si mosse in una direzione opposta, indebolendo le principali istituzioni. Con il Provisional Constitution Order del 14 ottobre 1999 sospese le attività dell'Assemblea nazionale, di quelle provinciali e del Senato, vietando alla Corte suprema e alle Alte Corti di agire contro il Premier e di subordinare gli atti presidenziali a qualsiasi altra fonte legislativa o di metterne in discussione i contenuti in sede giudiziaria. L'anno successivo fu adottato il Local Governement Plan, presentato come uno strumento che, attraverso la decentralizzazione amministrativa, avrebbe favorito la democratizzazione. Tuttavia fu ben pesto chiaro che l'obiettivo di questa riforma era quello di instaurare saldi legami tra centro e distretti circoscrivendo la provincia, fonte di pericoli secessionisti, così da ampliare la fetta di elettori dipendente dall'esercito.
In vista delle elezioni nazionali indette per l'autunno del 2002, Musharraf aveva consolidato il ruolo delle forze armate attraverso la riorganizzazione del sistema costituzionale e un'abile propaganda politica effettuata su più livelli. Innanzitutto, dalla Lega mussulmana nacque un nuovo partito la PML-Q (Q sta per Quaid-e-azam), finalizzato a dare voce agli interessi dell'esercito. Tra l'altro, per attirare i voti dei conservatori e degli islamisti fu creata una nuova coalizione, la Muttahida Majlij-e-Amal (Consiglio unito d'azione, MMA), costituita esclusivamente da partiti religiosi.
Allo stesso tempo si procedette all'indebolimento del PPP e della PML-N i cui leader, essendo stati esiliati, non potevano partecipare alla vita politica del Paese e fu stabilito che chi aveva già ricoperto la carica di Primo Ministro per due mandati (come Sharif e la Bhutto) non poteva proporsi una terza volta per la stessa posizione. Inoltre, coloro che come Benazir erano stati condannati per corruzione o altri reati risultavano incandidabili, come i non laureati. In questo modo erano squalificati numerosi uomini politici appartenenti ai maggiori Partiti, mentre i membri della MMA erano esonerati da questa misura in quanto il diploma delle madrasa era ritenuto equivalente alla Laurea.
Alle elezioni del 10 ottobre la PML-Q ottenne 77 seggi dell'Assemblea nazionale, il PPP invece se ne aggiudicò 63, la MMA ne conquistò 45, mentre la PML-N ne ricavò solo 14. Musharraf decise di non introdurre la MMA alla coalizione di Governo per non allarmare gli Stati Uniti e se ne servì per consolidare il proprio potere in cambio di alcune concessioni.
Grazie all'appoggio del Partito religioso furono approvati degli emendamenti costituzionali volti a rafforzare i poteri del Capo di Stato rispetto al Primo ministro (Diciassettesimo emendamento) e ad estendere il controllo dell'esercito sulla vita politica.
[...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
La terra dei Puri: Origini, evoluzione e attualità
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Informazioni tesi
Autore: | Sara Cascio |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Ugo Frasca |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 93 |
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