Impatto psicologico della pandemia e delle restrizioni
Nuove forme di psicoterapia: Psicoterapia on line
Gli operatori sanitari, inclusi psicologi e psicoterapeuti, sono attivi e forniscono servizi alla comunità, quindi sono autorizzati a continuare la loro pratica. Tuttavia, le sessioni di persona mettono in pericolo sia la sicurezza de terapisti che quella dei pazienti e entrano in conflitto con il requisito di ridurre al minimo i contatti interpersonali. D'altra parte, la pandemia è stata associata a importanti esiti psicologici (Brooks et al., 2020), senza menzionare la necessità di sostenere le persone in lutto. Lo scopo del lavoro di Barbara Paoletti et all., “Telepsychotherapy: a leaflet for psychotherapists in the age of COVID-19. A review of the evidence” è quello di fornire una revisione aggiornata delle più recenti prove sperimentali sulla psicoterapia on line. Garantire la continuità terapeutica e raggiungere le persone vulnerabili sembra, quindi, obbligatorio oggi più che mai. La psicoterapia on line potrebbe venire in aiuto, soprattutto viste le attuali misure restrittive. Tuttavia, i terapeuti potrebbero non avere familiarità o avere dubbi sull'adozione della psicoterapia on line. Una ricerca sulla resilienza (Galatzer-Levy et al., 2018 come citato in Paoletti et all., 2020) suggerisce che i due terzi delle persone saranno resilienti allo stress di COVID-19. Alcune persone daranno un nuovo significato alle loro vite, aiutando gli altri durante la pandemia. Ma, nonostante questo, la preoccupazione che non ci siano sufficienti risorse per curare la salute mentale di molte persone come per coloro che avevano preesistenti disturbi legati all'ansia, per quelli che avevano altri condizioni di salute mentale preesistenti o per coloro che hanno sviluppato la sindrome da stress COVID o condizioni correlate. Le risorse online di salute mentale sono proliferate negli ultimi mesi, principalmente per necessità di fornire servizi di salute mentale nel contesto del distanziamento fisico (Paoletti et all., 2020). E’ evidente che gli interventi di salute mentale digitale non sono privi di sfide, anche se esiste una crescente base di prove a sostegno dell'efficacia di tali interventi. Di certo la pandemia ha determinato un cambiamento di paradigma. Purtroppo il lockdown ha chiuso le porte alla tradizionale metodologia “faccia a faccia”. Il distanziamento fisico ha cambiato le nostre vite in molti modi. Tutti stanno facendo del loro meglio per adattarsi alla nuova normalità, compresi gli psicologi e altri professionisti della salute mentale. Tuttavia, nonostante le buone intenzioni, l'accesso digitale è un privilegio. ThePsycologist.it ha pubblicato un interessante articolo di Grace Bamber, il quale mette in risalto le disuguaglianze che esistono nella società in termini di strumenti digitali. Internet una volta era visto come un lusso, ma ora è una necessità. Senza di essa, la salute e il benessere sono in gioco. Le istituzioni mediche e le università di tutta la Cina per esempio hanno aperto piattaforme online per fornire servizi di consulenza psicologica ai pazienti, ai loro familiari e ad altre persone colpite dall'epidemia. Tuttavia, Xiang e colleghi, affermano che le esigenze di salute mentale dei pazienti con COVID-19 confermato, i pazienti con sospetta infezione, i membri della famiglia in quarantena e il personale medico sono stati gestiti male. In primo luogo, viene prestata poca attenzione all'implementazione pratica degli interventi. Dai dati emersi , la situazione può essere migliorata lavorando sulle politiche pertinenti, rafforzando la formazione del personale, ottimizzando le politiche organizzative e gestionali e rivedendo costantemente le esperienze pratiche (Li Duan & Gang Zhu, 2020). La paura diffusa, l'impotenza, la malattia e la morte, le difficoltà economiche e l'interruzione del sostegno sociale causate dalla pandemia stanno alimentando un bisogno globale di consulenza, di supporto in caso di crisi e di trattamento formale di salute mentale. Poiché il distanziamento fisico volto a ridurre il contagio limita drasticamente il contatto di persona, gli psicoterapeuti sono stati improvvisamente costretti ad adottare nuove tecnologie e imparare a fornire psicoterapia on line. Allo stesso tempo, gli psicoterapeuti devono fare i conti con i propri fattori di stress come il resto della popolazione esposta alla pandemia (Rosen et all., 2020). Le tecnologie per la psicoterapia on line sono state originariamente sviluppate per superare le barriere geografiche e temporali all'assistenza. I tradizionali trattamenti “faccia a faccia” richiedono che i pazienti si rechino in una clinica, spesso durante la giornata lavorativa. Consentire ai pazienti di completare parte del trattamento da casa riduce i tempi di viaggio e può semplificare la programmazione. Fornire assistenza a distanza può anche garantire più privacy, riducendo le preoccupazioni per lo stigma. La paura che altri li vedano nell'ufficio di uno psicoterapeuta può essere un ostacolo alla ricerca di aiuto, specialmente per le persone che svolgono professioni come forze dell'ordine, vigili del fuoco e militari e che apprezzano la forza e l'autosufficienza (Haugen, McCrillis, Smid e Nijdam, 2017 come citato in Rosen et all., 2020). Alcune caratteristiche del disturbo da stress post-traumatico (PTSD) possono anche essere barriere all'accesso al trattamento da parte dei sopravvissuti a traumi. Gli individui che hanno paure legate al trauma della guida, paura del trasporto pubblico affollato o segnali correlati al trauma nel contesto dell'assistenza clinica (come la paura del contagio in ambienti medici) possono trovare più facile ottenere un trattamento rimanendo nella propria casa. Da sempre la psicoterapia on line è stata vista dalla maggior parte delle persone come una metodologia facoltativa a quella convenzionale. Questo è cambiato radicalmente con il COVID-19; la psicoterapia on line è oggi uno strumento essenziale per fornire cure per la salute mentale e cure mentre si “resta a casa” (Rosen et all., 2020). La psicoterapia on line consente inoltre ai pazienti e agli operatori sanitari, di continuare il trattamento anche se uno o entrambi sono in quarantena o in isolamento dopo essere stati diagnosticati positivi al Covid-19. Psicoterapeuti sani provenienti da un'area con una minore incidenza di COVID-19 possono fornire cure a distanza a un'altra comunità con maggiore necessità a causa dei maggiori tassi di infezioni da COVID-19.
Data l'importanza dell'alleanza terapeutica nel successo clinico, questo fattore è stato ampiamente approfondito nella videoconferenza clinica (CVT), modalità di psicoterapia on line ampiamente studiata e che consente a psicoterapeuti e paziente, distanti fisicamente, di vedersi e interagire in tempo reale (cioè, "in modo sincrono"). L'efficacia della CVT è supportata da un ampio corpo di ricerca (Rosen et all., 2020). Psicoterapie efficaci per il disturbo da stress post-traumatico, compresa la terapia di elaborazione cognitiva e l'esposizione prolungata funzionano, anche quando erogate tramite video (ad esempio, Acierno et al., 2016 , 2017 ; Morland et al., 2014 come citato in Rosen et all., 2020). Certamente è importante come il panorama tecnologico è cambiato in modo significativo negli ultimi anni. Gli smartphone sono diventati onnipresenti. Allo stesso modo, sia la chat video che i social media sono diventati parte di ogni famiglia. Diverse piattaforme sono disponibili ed accessibili a tutti, come Skype, FaceTime, Instagram e Zoom video; le persone utilizzano regolarmente le videochiamate per comunicare nella loro vita professionale e personale. Il crescente utilizzo della tecnologia, può aiutare l'accettazione della psicoterapia on line . Jenkins-Guarnieri e colleghi (2015) hanno esaminato la percezione della cura dei pazienti in 15 studi che confrontavano la CVT o la psicoterapia telefonica con la terapia di persona. Nel complesso, questa revisione ha rilevato poche differenze nell'alleanza terapeutica o nella soddisfazione del paziente tra le due modalità. Norwood e colleghi (2018) hanno condotto una meta-analisi di studi randomizzati controllati che confrontano la CVT. Hanno scoperto che l'alleanza di lavoro media era più bassa nella psicoterapia on line rispetto al trattamento di persona, ma questo non ha comportato alcuna differenza nei risultati clinici tra psicoterapia on line e terapia di persona (Rosen et all., 2020). La ricerca indica che l'uso della CVT non influisce sull'aderenza dello psicoterapeuta (Frueh et al., 2007 ; Morland et al., 2011 come citato in Rosen et all., 2020) o sulla capacità di uno psicoterapeuta di mantenere la fedeltà al trattamento.
La competenza dello psicoterapeuta (Sviluppare un rapporto, trasmettere empatia) e l’adesione (Strutturare sessioni, fornire feedback) sono state trovate simili in entrambe le modalità di erogazione ( Frueh et al., 2007 come citato in Rosen et all., 2020).
È importante notare che prima dell'inizio della pandemia COVID-19, molti pazienti, inclusi soggetti con disturbo da stress post traumatico (PTSD), erano altamente ricettivi a ricevere servizi medici e psichiatrici utilizzando una modalità a distanza. Aspetti particolarmente interessanti della psicoterapia on line includono una maggiore flessibilità sia nell'orario che nel luogo dei servizi e una maggiore privacy (Rosen et all., 2020). Il COVID-19 ha certamente reso necessario l’utilizzo di questa metodologia e la letteratura suggerisce che i medici dovrebbero regolarmente chiedere ai loro pazienti il loro livello di comfort nel ricevere cure virtuali. I medici possono essere sorpresi dal fatto che alcuni pazienti si sentano a proprio agio con la CVT e i vantaggi di offrire questa modalità durante COVID-19 spesso superano gli svantaggi. Sulla base della letteratura sulla salute mentale dei disastri, Rosen, CS, Glassman, LH e Morland, LA (2020) hanno anticipato l'utilizzo di strumenti di telemedicina per fornire due livelli di risposte di salute mentale durante la pandemia COVID-19. Nonostante la solida base di prove a sostegno dell'efficacia della psicoterapia on line per i sopravvissuti a traumi, ci sono state comunque difficoltà a realizzare appieno il potenziale di questa modalità. Il fattore limitante per la rapida espansione della psicoterapia on line non è stata la capacità tecnologica, l'efficacia clinica o la ricettività del paziente: è stata la conoscenza e la predisposizione da parte del clinico. Ora che i medici sono stati costretti ad adattarsi e cambiare e la più grande barriera all'espansione della psicoterapia è stata eliminata, la CVT può diventare una parte permanente del panorama della salute mentale (Rosen et all., 2020). Come afferma Pierce nel 2020, in “Predittori demografici, organizzativi e di pratica clinica dell'uso della psicoterapia a distanza da parte degli psicologi statunitensi”, la psicologia on line può aiutare gli psicologi a raggiungere comunità svantaggiate, ma solo il 21% degli psicologi nel suo studio ha riferito di utilizzare la psicoterapia on line nella propria pratica. I risultati dello studio suggeriscono che le organizzazioni che promuovono l'uso di questa metodologia dovrebbero elaborare politiche specifiche a sostegno del suo utilizzo e fornire agli psicologi una formazione adeguata. Il campione era composto da 1.791 psicologi che attualmente praticano psicoterapia, in rappresentanza di tutti i 50 stati degli Stati Uniti e con una media di oltre 26 anni nella pratica. I risultati hanno suggerito che gli psicologi erano molto più propensi a usare la metodologia on line se esercitavano in organizzazioni in cui esistono politiche a sostegno, più probabile se avessero ricevuto una formazione specifica e meno probabile se esercitassero nelle zone rurali. L'uso di questa metodologia era maggiore per gli psicologi che si occupavano di prestazioni sportive e life coaching, così come minore per gli psicologi che fornivano test e valutazioni e nel trattamento del dolore (Pierce, 2020). Ci sono risultati che mostrano come la psicoterapia on line può essere utilizzata per trattare con successo disturbi di salute mentale comuni. L'efficacia è stata infatti riportata come paragonabile al trattamento di persona nonostante il tasso di miglioramento potrebbe essere leggermente più lento (Poletti et all., 2020). È importante sottolineare che l'evidenza sperimentale indica specificamente la possibilità di trattare efficacemente l'ansia (Catarino et al.,2018 come citato in Barbara Poletti et all., 2020), depressione (Catarino et al., 2018 ; Egede et al., 2015 come citato in Barbara Poletti et all., 2020) e sintomi post-traumatici (Wierwille et al., 2016 come citato in Barbara Poletti et all., 2020), che sono gli esiti psicopatologici più frequenti associati a un'epidemia infettiva (Brooks et al., 2020 ). I pazienti che ricevono psicoterapia on line non hanno percepito il trattamento come meno efficace di uno tradizionale. Al contrario, hanno riportato una buona alleanza e uno stretto contatto con il terapeuta, sottolineando i benefici di un intervento individualizzato e flessibile nel migliorare la comprensione della loro condizione (Poletti et all., 2020). Diversi fattori sono stati associati all'efficacia della psicoterapia on line.
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Questo brano è tratto dalla tesi:
Impatto psicologico della pandemia e delle restrizioni
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Informazioni tesi
Autore: | Elena Filiberti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi Guglielmo Marconi |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze e tecniche psicologiche |
Relatore: | Francesco Mancini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 91 |
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