Costi e Benefici di una Valuta Internazionale

Dopo un periodo di abbandono delle teorie sulle aree valutarie ottimali alcuni importanti avvenimenti economico-politici, quali l’unione della Germania, il disfacimento dell’Unione Sovietica, il progetto dell’Unione Monetaria Europea, diedero vita ad un nuovo filone teorico.
I temi principali della nuova teoria erano: l’effetto degli shocks e il problema della reputazione/credibilità. Entrambi i temi hanno preso avvio dalle teorie precedenti approfondendole e approdando a nuove conclusioni.
Come sosteneva già Mundell nel suo lavoro del 1961 l’appartenenza ad una unione monetaria impone la rinuncia ad una politica monetaria indipendente e quindi impedisce di ricorrere ai vari strumenti di politica monetaria per rispondere agli shocks. Il prezzo della rinuncia dell’autonomia monetaria è correlato ad una serie di fattori.
Fondamentale è la similarità nelle strutture produttive di tutti i paesi membri a cui è legata la simmetria degli shocks esterni; a questa si aggiungono altri fattori come gli obiettivi (stabilità interna dei prezzi o stabilità del prodotto nazionale) perseguiti dai governi; la tipologia di shocks che si verificano (nominale o reale; domestico o estero; temporaneo o permanente); e le caratteristiche iniziali delle economie dei paesi che formano l’Unione. Si sono formate varie correnti nell’ambito di questi innovativi studi.
Caporale sottolinea l’importanza della distinzione degli shocks in base alla loro NATURA, infatti dopo aver individuato le componenti principali per distinguere gli shocks di origine comune da quelli attribuibili ad un singolo paese conclude affermando che l’unione monetaria potrebbe funzionare, in presenza di disturbi asimmetrici, se si utilizzassero trasferimenti fiscali tra stati membri. La sua analisi viene applicata al livello nominale e reale del prodotto interno lordo per analizzare i movimenti che si realizzano in caso di shocks comuni.