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Le relazioni interorganizzative nel settore turistico. Il caso ITN Holding

Network e tecnologie ICT: nuovi modelli di business

Le Information and Communication Technologies (ICT) rappresentano un’impostazione che trae le sue radici nel concetto di sistemi informativi “computer based”, per cui si intendono quei sistemi informativi che fanno uso di una particolare tecnologia dell’informazione, integrata alla dizione di tecnologie di telecomunicazioni, che sono, invece, gli strumenti fisici e il software che consentono il trasferimento dei dati da una localizzazione fisica ad un’altra: la fusione fra computer e tecnologie di telecomunicazione viene indicata con il termine di tecnologie dell’informazione e della comunicazione – Information & Communication Technology – definite come gli strumenti e le applicazioni logiche che consentono di combinare le capacità di calcolo e memorizzazione dei dati proprie dei computer con le capacità di trasmissione dei dati e informazioni tipica dei mezzi di telecomunicazione.
L’insieme dei componenti hardware e software collegati fra di loro con ICT viene denominato network o rete. Si distinguono diversi modelli di interazione attraverso cui i computer possono condividere dati e risorse:
- i modelli centralized processing, caratterizzati dalla presenza di un elaboratore centrale di grande dimensione e molto veloce a cui sono collegati molti terminali, privi di capacità elaborativa, la unica funzione è quella di consentire a più utenti localizzati in luoghi diversi di accedere ai dati e alle applicazioni che funzionano all’interno dell’elaboratore centrale;
- i modelli distrtibuted processing, che collegano diversi elaboratori ripartendo fra loro le molteplici applicazioni installate secondo una logica client-server .
Un ruolo importante nell’ambito delle tecnologie ITC è assunto da internet. Il browser per la navigazione online rappresenta la rete delle reti, un network internazionale che collega centinaia di migliaia di differenti reti in tutto il mondo. Alla base del successo di internet sta indubbiamente il concetto di “esternalità di rete” con cui si vuole evidenziare che il contributo che una infrastruttura di telecomunicazione potrà apportare a coloro che ad essa sono connessi sarà tanto maggiore quanto più è elevato il numero delle connessioni. A parità di altre condizioni, quindi, è preferibile essere connessi ad una rete di grandi dimensioni piuttosto che ad una rete piccola. In termini economici, ne consegue che il valore che ciascuno assegna al connettersi alla rete dipenderà dal numero di altri soggetti già collegati: tale proprietà è anche espressa mediante la denominazione di “legge di Metcalfe”, per cui all’aumentare degli utilizzatori aumenta l’utilità.
È possibile evidenziare che l’introduzione delle ICT rappresenti, anche a livello del network, una strategia di intervento per colmare i gap nelle relazioni interorganizzative e aumentare la capacità di gestione della complessità, vale a dire del numero delle informazioni da considerare, confrontare, valutare, interpretare per gestire l’incertezza comportamentale.
In definitiva, le ICT hanno profondamente modificato il modo secondo cui le organizzazione competono e, di conseguenza, gli sviluppi di internet e del commercio elettronico hanno trovato una diffusa applicazione. Tale applicazione è stata accompagnata da un parallelo cambiamento dei comportamenti e delle attitudini dei consumatori, tant’ è che il web è divenuto la seconda fonte, da cui attingere informazioni, più diffusa.
Lo sviluppo delle tecnologie ICT ha comportato un’incredibile trasformazione dei sistemi economici: l’enorme disponibilità di informazione garantita dalle tecnologie informatiche ha favorito il funzionamento di meccanismi di mercato, quindi la diffusione di relazioni fra compratori e venditori istantanee, immediatamente confrontabili e modificabili.
Tale trasformazione è stata caratterizzata dal passaggio da un sistema fondato sulla proprietà e, dunque, sull’idea di distribuzione capillare della titolarità di beni, ad un regime fondato sull’accesso, basato sulla garanzia di disponibilità temporanea di beni controllati da reti di fornitori che, mantenendo la proprietà dei beni da loro prodotti, li noleggiano o affittano, o li rendono disponibili per un uso temporaneo a fronte del pagamento di una tariffa. questa nuova prospettiva è denominata “era dell’accesso” e si manifesta maggiormente in quei settori in cui la disponibilità delle tecnologie ICT ha di fatto prodotto una digitalizzazione di beni e servizi che, appunto, non devono essere comprati, ma vengono erogati on-line.
Una delle manifestazioni più evidenti dell’era dell’accesso può essere considerato il ricorso sempre più frequente all’outsourcing o esternalizzazione delle attività che le aziende non considerano proprio core business. L’era dell’accesso appare dunque sostenuta dalla possibilità di ricorrere sempre più frequentemente a meccanismi di mercato per gestire le relazioni fra attori all’interno di un sistema di business. Il ruolo svolto dai sistemi ICT in questo processo di digitalizzazione e di esternalizzazione di attività è sicuramente notevole: i sistemi ICT producono effetti in grado di agevolare il ricorso a meccanismi di mercato per la gestione delle relazioni interorganizzative, quali la comunicazione elettronica, l’intermediazione elettronica, una riduzione della complessità informativa, una riduzione della specificità delle risorse.
In primo luogo, il ricorso ai sistemi ICT per la comunicazione elettronica consente di comunicare una maggiore quantità di informazioni nello stesso tempo e ridurre i costi del processo di comunicazione; in secondo luogo, le tecnologie ICT possono svolgere il ruolo di intermediario , cioè di soggetto che essendo in contatto con diversi acquirenti e venditori, agevola l’incontro e lo scambio fra le controparti; in terzo luogo, i sistemi ICT consentono di ridurre la complessità informativa delle relazioni in modo da rendere convenientemente governabili quelle relazioni che un tempo erano classificate come ad alta complessità informativa e, pertanto, non economicamente convenienti; infine, anche la specificità delle risorse può essere ridotta da sistemi ICT, nel senso che questi ultimi riducono la specificità tecnica delle componenti di prodotti e favoriscono la diminuzione della dipendenza fra acquirenti e fornitori relativamente a relazioni che interessano componenti progettate e costruite ad hoc.
Le tecnologie ICT hanno favorito la diffusione dei mercati elettronici intesi come quei luoghi ove le negoziazioni avvengono a prescindere dalla presenza fisica e dei prodotti, e degli acquirenti, e dei fornitori: dunque, i mercati comportano svariati vantaggi, relativi al superamento di fattori temporali e spaziali, tali da migliorare l’efficienza economica.
Secondo questo punto di vista, inoltre, le negoziazioni on-line non rappresentano solo un’automazione dei tradizionali processi di mercato, ma un vero e proprio esempio di Business Network Redesign: con le nuove tecnologie, il flusso di prodotti, invece, può essere separato dalle transazioni di mercato. I sistemi ICT consentono di migliorare la quantità di informazioni disponibili prima dello scambio agevolando i processi di decisione e di negoziazione; inoltre, le tecnologie ICT possono rendere più efficace anche la stipulazione dei contratti rafforzando il potere dei fornitori .
Quindi, con l’introduzione delle ICT il numero medio di fornitori si riduce e, in presenza di sistemi informativi computer based che collegano le organizzazioni le une alle altre, le relazioni che si stabiliscono sono in genere a lungo termine e regolate da meccanismi contrattuali non equity : si evidenzia, così, come lo sviluppo delle tecnologie ICT può favorire la presenza di forme organizzative a rete (network) caratterizzate da un elevato grado di esternalizzazione, ma da un numero ristretto di organizzazioni che sono legate le une alle altre da relazioni fornitore-cliente. Essi formulano la cosiddetta “move to the middle hypothesis” che cerca di dare una spiegazione del perché, nonostante i sistemi informativi computer based, di fatto il numero dei fornitori cui un’organizzazione fa riferimento non aumenti, ma invece si riduce.
In primo luogo, gli investimenti da effettuare per sviluppare sistemi informativi interorganizzativi, quelli finalizzati allo sviluppo di relazioni interpersonali, a coordinare le strategie e i comportamenti e a sviluppare quel clima di fiducia e conoscenza reciproca per il successo della relazione sono sunk costs, ovvero costi difficilmente recuperabili: i sistemi di ICT allora aumentano l’importanza degli investimenti noncontractible dato che richiedono lo svolgimento di attività knowledge intensive.
In secondo luogo, l’ipotesi che i sistemi informativi riducano il costo della ricerca di fornitori è più facilmente riscontrabile per quei fornitori di prodotti ad elevato grado di standardizzazione che possono essere valutati in base a poche informazioni, relative per lo più al prezzo o a precise caratteristiche funzionali: nella maggior parte dei casi i prodotti sono ad elevata complessità informativa e i fornitori sono valutati in base alla loro flessibilità, affidabilità, innovazione. Per raggiungere tale livello di flessibilità, qualità e affidabilità, anche i fornitori coinvolti in una rete elettronica devono essere incentivati per sostenere investimenti noncontractible, ovvero costi per assicurare specifici standard di qualità, di innovazione, di flessibilità: solo la presenza di un numero limitato di fornitori rappresenta un incentivo per i fornitori esistenti ad effettuare tali investimenti, infatti con meno fornitori, il compratore avrà un potere contrattuale ex post inferiore, a vantaggio dei fornitori stessi.
In terzo luogo, la riduzione nel numero di fornitori può essere compresa facendo riferimento alla frequenza delle relazioni di scambio: l’incidenza media per transazione di tutti i costi sostenuti per sviluppare e rafforzare la relazione si riduce con l’aumentare del numero delle transazioni eseguite. Di conseguenza, se si incrementa il numero di fornitori da un lato occorre sostenere di nuovo i costi per la gestione della relazione, dall’altro lato si riduce il numero delle transazioni eseguite con gli altri fornitori.
Da queste considerazioni è evincibile come i sistemi informativi possono essere utilizzati per stabilire partnership di tipo orizzontale fra imprese e rappresentate da accordi e network interorganizzativi nei quali ogni organizzazione sviluppa relazioni con fornitori e clienti per gestire in maniera integrata e coordinata, mediante sistemi di ICT, tutto il flusso di beni e servizi che caratterizza una filiera. Il forte vantaggio è che tali relazioni di collaborazione possono essere costituite senza ricorrere a meccanismi contrattuali: tali integrazioni possono avvenire mediante database condivisi che consentono una continua condivisione delle informazioni mediante moduli facilmente condivisibili on-line.
L’introduzione delle tecnologie della comunicazione ha rafforzato le forme organizzative reticolari, favorendo, così, il processo di concentrazione e integrazione in molti settori industriali: infatti, i sistemi ICT hanno facilitato la nascita di relazioni interorganizzative fra organizzazioni impegnate in zone geografiche molto distanti, su fasi successive del processo produttivo: dunque, possono essere utilizzate, oltre che per favorire processi di integrazione fra imprese, per aumentare il controllo che un’organizzazione dei network è in grado di esercitare sulle altre.
L’integrazione conseguente all’implementazione di tecnologie ICT determina che le informazioni saranno liberamente condivise fra i partner di un network, e ciò può generare rilevanti opportunità per le organizzazioni coinvolte. Ai fini di un buon funzionamento integrato di un network, è importante la volontà di cooperazione, vale a dire la presenza di una condizione di fiducia reciproca: la fiducia interorganizzativa può essere definita come la convinzione di un’organizzazione che l’altra organizzazione coinvolta nella relazione si comporterà in coerenza con le proprie aspettative.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le relazioni interorganizzative nel settore turistico. Il caso ITN Holding

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Informazioni tesi

  Autore: Assunta Peluso
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale e management
  Relatore: Paolo Canonico
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 173

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