L'ambivalenza attitudinale verso la leadership femminile: un contributo alla ricerca sul sessismo nella dirigenza aziendale

Tougas (1995) ha proposto due studi per spiegare il neosessismo. Il primo studio si basa sulla premessa che il sessismo sia supportato da un sistema che promuove una visione gerarchica di uomini e donne. C’è una regola culturale generale contro il sessismo per cui coloro che hanno pregiudizi negativi verso le donne le ritengono uguali agli uomini e non inferiori. La scala introdotta del neosessismo è stata progettata per svelare questi pregiudizi latenti. Il secondo studio ha mostrato la questione delle credenze neosessiste nel “mondo reale” dei lavoratori e manager. In primo luogo, i risultati delle analisi rivelano che nella media, i lavoratori hanno delle credenze sessiste più forti rispetto agli studenti universitari. In secondo luogo, questo studio fornisce chiara evidenza che sia il neosessismo che le considerazioni dell’interesse collettivo influenzano negativamente la valutazione sulla competenza delle donne lavoratrici. Questi risultati ci fanno comprendere perché le donne sembrano fare un lento progresso nel guadagnare l’accesso ai livelli più alti della gerarchia. La sfida a questo punto è di trovare il modo di controbilanciare gli effetti contrari di queste credenze. Forse un metodo efficace sarebbe di introdurre dei corsi sui programmi di azioni positive verso le donne all’interno delle aziende. Inoltre questi programmi potrebbero includere informazioni sui diversi aspetti delle azioni positive. Tale informazione è stata mostrata per produrre in entrambi manager e studenti più apertura riguardo le tematiche come la giustizia dei vari programmi di azioni positive verso le donne. La scala del neosessismo utilizzata nella presente ricerca mira ad evidenziare i pregiudizi latenti verso le donne: ad es. viene chiesto se “A causa delle pressioni sociali, le ditte devono assumere frequentemente donne dequalificate”; se “ Per non sembrare sessisti, molti uomini sono propensi a retribuire troppo le donne”; inoltre vengono messe in luce le considerazioni dell’interesse collettivo con le domande “Quanto sei soddisfatto in relazione alle possibilità degli uomini di ottenere un lavoro rispetto alle donne sulla base di questi programmi? o “Quanto sei soddisfatto in relazione alle possibilità di guadagno degli uomini rispetto alle donne sulla base di questi programmi?”. Infine viene valutata l’efficacia dei programmi d’azione positive.
Tale scala (Tougas F., Brown R., Beaton A.M., Joly S., 1995) si prefigge, dunque, di misurare le nuove forme di sessismo che consistono in manifestazioni molto più sottili e subdole di pregiudizio nei confronti delle donne. La scala, essendo formata da tre differenti sessioni, non è stata presa in considerazione nella sua totalità; la sezione utilizzata è quella che indaga sulle convinzione dei persone circa l’attuale situazione lavorativa e sociale delle donne, dopo la messa in atto dei programmi di azioni positive. Essa è formata da 11 item, per ognuno dei quali i soggetti hanno espresso il loro grado di accordo su una scala a 7 punti, tenendo presente che 1 è uguale a “completamente in disaccordo” e 7 corrisponde a “completamente d’accordo”.
Il questionario era completato da una scheda per la rilevazione dei dati socio-demografici: età, sesso, tipo di formazione, professione, condizione familiare, numero di figli, religione e orientamento politico. Inoltre, è stata rilevata la variabile: “Esperienza lavorativa con donne leader”: se i partecipanti rispondevano positivamente, erano tenuti a specificare se tale esperienza era passata, attuale o passata e attuale.