Il paesaggio toscano nell'immaginario letterario americano dell'Ottocento

A due passi da Firenze e dalla sua importanza per la cultura mondiale si può trovare un altro tempo dell’uomo, si può camminare nella foresta di Vallombrosa o ritrovare, tra gli olivi e la vite che qui predominano nel panorama agricolo, echi di una civiltà contadina che in Valdarno e nel Mugello non è stata ancora snaturata. In generale si riscontra uno stato di benessere di cui beneficiare per rigenerarsi nello spirito e nel corpo. Una parentesi paradisiaca, in cui meditare stando in un certo senso staccati dal quotidiano. Se questo ci sembra vero oggi, possiamo immaginare quanto lo sia stato nei secoli passati.

Con uno sguardo a tutto campo, si passa in rassegna la tranquillità dei numerosi boschi di abete, il loro verde intenso che fa emergere a contrasto le terre nude di un vivido colore ocra, “sepia-hues” per dirla con Edith Wharton - come quello delle vecchie fotografie- che sa proiettarci in un tempo al di fuori del tempo.

In questo paesaggio è l’ombra una parte integrante di cui il visitatore s’accorge e ne è in prima persona coinvolto. Come Henry James faceva presente, dopo il caldo di Firenze fa piacere trovarsi in un luogo fresco. Rispetto al resto del territorio toscano, questo si presenta molto boscoso e piacevole da visitare, vista l’altitudine e le condizioni climatiche è un vero e proprio scrigno, un regno a sé stante.