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Il fenomeno simulatorio: aspetti civilistici alla luce della recente Giurisprudenza

Negozio fiduciario e negozio simulato

Nella realtà dei fatti la distinzione tra l'accordo simulatorio e il pactum fiduciae non è così semplice. Per quanto riguarda l'effetto reale, infatti, i due istituti portano al medesimo risultato in quanto, in entrambi i casi, vi è una distinzione tra voluto e dichiarato. Tuttavia, tra i due istituti, si rilevano le seguenti differenze.
Anzitutto, come già evidenziato, il negozio fiduciario rientra nel genus dell'interposizione reale e si configura mediante il collegamento di due contratti: uno, reale, di carattere esterno ed un altro, con carattere interno, volto a limitare gli effetti del primo inter partes. Entrambi i suddetti contratti sono comunque voluti dalle parti. Per quanto concerne la simulazione, con specifico riferimento all'interposizione fittizia soggettiva di persona, è voluto solo l'accordo privato tra le parti, ossia quello tra di esse efficace. Il negozio esterno, nell'ambito della simulazione, per quanto rientri nell'intero e voluto meccanismo simulatorio, è un contratto apparente non voluto dalle parti. Dunque, mentre il pactum fiduciae porta a degli effetti reali e voluti dalla parti, con l'accordo simulatorio queste vogliono tali effetti al solo fine di creare una realtà giuridica fittizia di fronte ai terzi, di modo che tale realtà sia difforme e riesca, altresì, a celare quella effettivamente voluta dalle stesse. Se Tizio aliena fiduciariamente un bene a Caio, l'effetto traslativo della proprietà è realmente voluto da entrambi. Un'analogia tra i due negozi, dunque, va trovata nella mera divergenza che esiste tra una situazione esterna ed una interna. Un'altra sostanziale differenza tra i due fenomeni interpositori risiede nel fatto che di fronte ad un contratto stipulato tra due parti in cui vi sia l'accordo di vendere fittiziamente a Caio, quando Tizio sarà il reale beneficiario del contratto, tale accordo dev'essere, quanto meno, trilaterale, dovendo coinvolgere, per quanto si è detto sopra, tutte le parti in causa, sia quelle palesi che quelle che operano da dietro le quinte. Ciò non si può dire per quanto attiene il caso di una compravendita, sempre a titolo esemplificativo, operata secondo il meccanismo dell'interposizione reale (con specifico riferimento all'ambito della fiducia). In questo caso, infatti, il patto fiduciario investirà i due interessati essendo dunque bilaterale, non rilevando, per la sua efficacia, la consapevolezza della controparte.
Va sottolineato, inoltre, che il pactum fiduciae si distingue dall’accordo simulatorio in quanto quest'ultimo mira a negare l'efficacia del contratto simulato posto in essere, ovvero a variarne la portata, limitandosi dunque ad operare esclusivamente nei confronti degli elementi di detto contratto simulato. Con il patto fiduciario, invece, la traslazione del diritto è un contratto voluto ma come mezzo al fine di raggiungere delle determinate finalità ulteriori ed estranee, che vanno, necessariamente, al di là rispetto a quanto contenuto nell'accordo57.
In tal senso, nel caso di negozio fiduciario ci si trova innanzi a due diversi negozi giuridici, uno a valore esterno (l’alienazione del diritto) ed uno a valenza interna tra fiduciante e fiduciario (vincolo di utilizzo del diritto), entrambi voluti dalle parti. Nel caso di negozio simulato, invece, pur trovandosi di fronte a due distinti negozi, uno apparente e uno reale, solo il secondo è concretamente voluto dalle parti.
L’affinità tra le due figure giuridiche in parola, tuttavia, è evidente. Pertanto, i terzi acquirenti dal titolare apparente, se in buona fede, faranno salvo l’acquisto del diritto al pari dei terzi acquirenti dal fiduciario, a prescindere che abbiano operato in buona fede. Nei confronti di questi ultimi, infatti, non sarà opponibile il vincolo derivante dal pactum fiduciae, inopponibile ai terzi secondo il disposto dell’art. 1372 c. 2 c.c.58. Di contro, si ammette la tutela nei confronti del fiduciante che potrà comunque far valere il proprio diritto nei confronti dei creditori del fiduciario laddove tale diritto avesse data certa anteriore al pignoramento o, nel caso di beni immobili o mobili registrati, la trascrizione della domanda giudiziale fosse stata effettuata prima del pignoramento59.
Per quanto concerne l’aspetto probatorio, il negozio fiduciario è sottratto ai limiti di cui agli art. 2721 e ss. c.c. “nel caso in cui detto patto sia volto a creare obblighi connessi e collaterali rispetto al regolamento contrattuale, onde realizzare uno scopo ulteriore in rapporto a quello naturalmente inerente al tipo di contratto stipulato, senza direttamente contraddire il contenuto espresso di tale regolamento”, diversamente “ove il patto si ponga in antitesi con quanto risulta dal contratto, la qualificazione dello stesso come fiduciario non è sufficiente ad impedire l'applicabilità delle disposizioni che vietano la prova testimoniale dei patti aggiunti o contrari al contenuto di un documento”60. Non trova, infine, applicazione l’art. 1417 in quanto valevole solo per i casi di patto simulato61.



57 BIANCA C.M., op. cit., pag. 670, ove si legge che a differenza dell’alienazione simulata, in cui il diritto viene solo apparentemente trasferito, nel caso di alienazione fiduciaria si “trasferisce realmente il diritto al fiduciario, il quale diviene titolare di esso con l’obbligo di disporne secondo lo scopo della fiducia”.
58 Secondo il quale “Il contratto non produce effetto rispetto ai terzi che nei casi previsti dalla legge”.
59 BIANCA C.M., op. cit., pag. 670.
60 Cass. Civ., Sez. III, Ord. 04 marzo 2022, n. 7179.
61 Si veda Cass. Civ., Sez. I, Sent. 28 settembre 1994, n. 7899 così massimata “integra una fattispecie di negozio fiduciario stipulato mediante interposizione reale di persona, e non già di simulazione relativa per interposizione fittizia, l'accordo con il quale due o più persone convengono di dare vita ad una società di capitali il cui capitale sociale sia stato conferito effettivamente da uno solo di essi, mentre gli altri sono solo apparentemente e fiduciariamente intestatari di azioni o quote sociali ed hanno assunto l'obbligo di trasferire dette azioni o quote a chi ne ha somministrato i relativi mezzi economici; pertanto, a tale negozio non si applicano le limitazioni di prova previste dal c.c.” (Foro It., 1995, I,1527, 2920).

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Informazioni tesi

  Autore: Alessio Sapienza
  Tipo: Laurea magistrale a ciclo unico
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: EMANUELA ANDREOLA
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 150

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