Circum-stare. Prove di Dialogo nel processo artistico
Musica Indeterminata: Morton Feldman
L’artista americano, Morton Feldman è stato il primo musicista di “superficie” e compositore di “tele temporali”: la sua sensibilità verso altri rami dell’arte, tra letteratura e pittura in particolare, hanno permesso a Feldman di costruire una nuova estetica compositiva caratterizzata dall’unione di suoni e materia, restituendo alla musica una materialità perduta. La pittura, ad esempio, se combinata alla musica, conferisce ad essa numerose funzioni: tempra lo spirito, ci insegna a percepire meglio le cose e soprattutto ad apprezzare il momento, con i suoi intervalli e i suoi cambi di ritmo. L’interesse di Feldman, perciò, sta nella superficie, cioè nell’aspetto visivo delle sue partiture: progetta un approccio verticale alla partitura, come se stesse dipingendo una tela musicale su un cavalletto, attraverso dei suoni più diretti, più fisici rispetto a ciò che esisteva con la dodecafonia di Arnold Schönberg. Il compositore americano ripercorre la corrente anticoformista del modernismo alla ricerca di nuove possibili strade, sviluppando un nuovo modello compositivo di musica, più libero sia nell’armonia che nel tempo spazializzato. Il risultato è un procedimento che avviene parallelamente durante l’esecuzione pittorica dell’artista, quando osserva e si confronta con la tela in modo dinamico. In riferimento al concetto di musica fisica si denota come, durante il processo artistico, si entra nel profondo della materia, nella quale viene a formarsi un’illusione dentro al suono reale (nel musicista) o dentro al dipinto (nel pittore), che traccia un percorso di continuità a seconda della fonti a cui l’artista si ispira. È chiaro che la predilezione di Feldman verso alcuni noti espressionisti astratti di New York, tra cui Philip Guston, Mark Rothko, Piet Mondrian, Jackson Pollock e Robert Rauschenberg, ha dato vita a una serie di sue opere importanti, in particolare: la Rothko Chapel, For Philip Guston, For Franz Kline, De Kooning. Feldman, oltre a conoscere gli esponenti dell’espressionismo astratto, conobbe anche diverse figure letterarie, tra cui Frank O'Hara e Samuel Beckett, con i quali ha collaborato ad alcune sue opere. Importante fu anche l'annodatura dei tappeti orientali (The Turfan Fragments), che ha dato a Feldman ulteriori idee musicali. Durante gli anni formativi alla New York School (1950), il compositore americano, precursore della musica indeterminata, si interessò interamente alla composizione sperimentale, confrontandosi con personalità come John Cage, Christian Wolff e Earle Brown, che erano soliti ritrovarsi al bar popolare americano Cedar Tavern, che era frequentato dalle maggiori personalità artistiche statunitensi dell’epoca. Nei componimenti di Feldman in particolare leggiamo:
Nell’espressionismo astratto, il pittore lascia che il dipinto creato attraverso l’esperienza, abbia vita autonoma, rompendo le regole di struttura e rendendo i metodi pittorici più diretti, soprattutto attraverso le performance. Nei suoi componimenti degli anni Cinquanta, il compositore americano assume maggiore rilevanza alla componente coloristico-materica del suono. In queste qualità Feldman si riconosce ed elabora una serie di opere tra cui l’opera dedicata all’artista dell’espressionismo astratto Mark Rothko, dove crea una composizione suonata a Houston per l'apertura della Cappella Rothko nel 1971: un tributo alla morte del pittore astrattista nord americano Rothko, scomparso l’anno prima. La Cappella Rothko, è un ambiente spirituale creato dal pittore nord americano, come luogo dedicato alla contemplazione e come spazio espositivo. Sulle pareti della cappella ci sono quattordici grandi tele nere dipinte ad olio dall’artista dell’espressionismo astratto. Feldman, dalla pittura di Rothko, acquisisce i profondi gradi di stasi, la continuità e la drammaticità, che emergono da queste opere, che sono caratteristiche che il compositore americano voleva mantenere nella sua composizione. La scelta degli strumenti per quest’opera di Feldman è stata studiata anche secondo lo spazio della cappella. La struttura del brano inizia con una lunga orazione drammatica, seguita da una parte più statica e indeterminata: con un coro di persone e dei suoni di campane tubolari. Vi sarà poi un intermezzo guidato da un soprano, accompagnato da strumenti a viola, dei timpani e un finale lirico per viola seguito da un vibrafono, al quale viene aggiunto un ritornello melodico, ottenendo un effetto complesso. Nonostante i pochi riferimenti sulla composizione Rothko Chapel di Feldman, si è venuti a conoscenza che la melodia di quest’opera ha delle sonorità ebraiche, che sono state composte quando l’artista americano aveva quindici anni e che, gli intervalli durante lo spettacolo, ricordano il suono della sinagoga. Come ben sappiamo, Feldman, aveva origini ebraiche e russe e questa composizione esprime delle appartenenze culturali dell’artista, che emergono durante l’atto compositivo.
‹‹Il tempo in relazione al suono non è dissimile da una meridiana, la cui misteriosa lancetta si muove impercettibilmente lungo tutto il suo tragitto. Ma se il suono ha nella sua natura di essere quasi natura, proviamo a osservare la nostra meridiana nei momenti in cui il sole non c’è più ma la luce è copiosa. Paradossalmente, è in quei momenti che il tempo è meno elusivo. Le ombre sono scomparse, lasciandoci un oggetto segnato dal tempo. In quei momenti il tempo stesso diventa meno percepibile come movimento e più concepibile come immagine.››
Il concetto di suono diviene tempo ed è un elemento importante oltre che per Feldman, anche per il compositore tedesco Stockhausen, dove il suono è in relazione al tempo altrimenti non sarebbe nulla: la musica composta è tempo cristallizzato. Ognuno di noi è permeato dal tempo: nella nascita, nella memoria, nella morte e la sua percezione cambia, data la sua relatività. La musica ha questa funzione profonda: una volta eseguita e sentita, non c’è più, sparisce e non avviene la stessa cosa in pittura, perché essa rimane attraverso la sua fisicità.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Circum-stare. Prove di Dialogo nel processo artistico
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Informazioni tesi
Autore: | Federico Gasparini |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Accademia di Belle Arti |
Facoltà: | Design e Arti |
Corso: | Musicologia e beni culturali |
Relatore: | Nicola Cisternino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 101 |
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