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La critica musicale e il cinema: il caso Stravinskij

Musica di Stravisnkij nel cinema postumo

È innegabile che il rapporto di Stravinskij con il cinema si sia rivelato un'opportunità mancata. Tuttavia, la sua musica continua ad essere utilizzata frequentemente nelle opere cinematografiche di numerosi registi, tanto che l'International Movie Database accredita Igor Stravinskij come compositore per film, avendo contribuito, in maniera diretta e indiretta, alla creazione della musica per 81 colonne sonore.99
Tra i registi che più hanno amato la sua musica abbiamo Woody Allen e Carmelo Bene.

Nel film Melinda and Melinda (2004) di Woody Allen, viene utilizzato l'Arioso dal Concerto in re per archi fin dall'inizio dei titoli di testa, alternandosi alla musica di Duke Ellington, per poi diventare il tema principale per il personaggio tragico di Melinda e apparire regolarmente nel corso della pellicola.
Nel cinema di Carmelo Bene vi sono presenze significative. Ad esempio, il film Un Amleto di meno (1973), si apre con le note del Tango dall'Histoire du soldat per poi passare a Petruška.100
Nella filmografia di Ermanno Olmi la musica di Stravinskij è una caratteristica costante e distintiva.
Ne La leggenda del santo bevitore (1988), la musica del compositore viene ampiamente impiegata in tutta la narrazione. In particolare, i Tre pezzi per clarinetto solo, con speciale enfasi sul primo, fungono da colonna sonora ricorrente, offrendo brevi segmenti adatti al montaggio cinematografico, che facilitano le transizioni tra le varie sequenze. Il secondo accompagna l'episodio del sarto e la sua offerta di lavoro ad Andreas, mentre il terzo compare brevemente durante la visita di Andreas al Tari Bari. Questi tre pezzi sembrano costituire un'unica entità tematica. Inoltre, viene utilizzato l'Andante dalla Suite n.1, il cui tema lirico evocativo fa la sua comparsa nei flashback iniziali del racconto. Il Valzer dalla Suite n.2 scandisce i momenti più vivaci della storia. Altri movimenti dalle due Suite compaiono sporadicamente, contribuendo alle stesse funzioni. La colonna sonora include anche brani come il Pas de Deux da Le baiser de la fée, il Larghetto concertante dalla Sinfonia in Do, e alcuni momenti dalla Sinfonia dei Salmi, che conferiscono un'intensità drammatica notevole alla parte finale del film. La musica stravinskijana nel film sembra rispecchiare quanto il compositore aveva esposto nel suo ‘anti-manifesto’, in quanto non sottolinea, commenta o accompagna le immagini, ma piuttosto si dispone in un continuum quasi ininterrotto, contribuendo a creare una complessa struttura che diventa un elemento costitutivo della narrazione cinematografica.101
Nel film Il mestiere delle armi (2000), Olmi continua a utilizzare la musica di Stravinskij. Qui, la colonna sonora non contestualizza il racconto, ma crea un dialogo con le immagini, creando un rovesciamento prospettico all'interno di un contesto storico antico. La musica, non legata ai modelli tonali dell'epoca rappresentata, funge da contrappunto ideale alla storia, interrompendo costantemente lo sviluppo della trama e offrendo una lettura delle immagini diversa da quella apparente. La musica in questo film compensa la drammaticità degli eventi rimandando alla presenza di un principio divino, adottando un registro epico e sacro. Ad esempio, la Sinfonia dei Salmi accompagna la scena dell'amputazione della gamba di Giovanni de' Medici, mediando la crudezza delle immagini e suggerendo un elemento sacro nel mezzo della guerra. Nei due film citati, Olmi sfrutta appieno le potenzialità cinematografiche della musica stravinskijana, integrandola nel paesaggio sonoro in modo magistrale e poetico.102
La musica di Stravinskij è fonte d'ispirazione ideale, anche se in modo indiretto, in alcuni film di registi come Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini o Alain Resnais. In particolare, Resnais dichiara che la musica del compositore russo è un punto di riferimento fondamentale per la sua poetica creativa in generale:

Il primo musicista al quale mi sono violentemente attaccato è stato Stravinskij. […] Avevo dieci o dodici anni. Avevamo in casa una decina di dischi. [...] Avevamo anche un disco di Bach, e il Concerto per violino di Stravinskij. [...] Questo Concerto mi ha subito affascinato. Ho voluto allora conoscere tutto quello che Stravinskij aveva scritto. In seguito ho scoperto La Sagra della Primavera, poi Les Noces. [...] Nello stesso tempo, amavo molto la canzone popolare. [...] Amavo molto le musiche delle commedie musicali americane, ma non facevo alcuna scelta fra gli autori. Li amavo in generale.103

In definitiva, nonostante i fallimenti, la decisa opposizione all’industria cinematografica e la sua visione contrastante con quella di un mondo in cui la musica è subordinata all’immagine, Stravinskij trova il suo posto nell’ambito della settima arte, guadagnandosi una stella nella Walk of Fame di Hollywood.



99 IRENE KLETSCHKE, Cult of inexpressiveness: Stravinsky's relationship to film music, in Archiv für Musikwissenschaft, 71, 2014, p. 135.
100 ROBERTO CALABRETTO, Igor Stravinskij, il cinema e la musica per film, «Musica e Figura», 6, 2019, p. 205.
101 ROBERTO CALABRETTO, Igor Stravinskij, il cinema e la musica per film, «Musica e Figura», 6, 2019, pp. 207-208.
102 Ib. pp. 213-214.

103 ROBERTO CALABRETTO, Igor Stravinskij, il cinema e la musica per film, «Musica e Figura», 6, 2019, pp. 199-200. 

Questo brano è tratto dalla tesi:

La critica musicale e il cinema: il caso Stravinskij

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia De Magistris
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2022-23
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Musicologia
  Corso: Musicologia e beni culturali
  Relatore: Cesare  Fertonani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 65

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cinema
colonna sonora
disney
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