Il delitto di inquinamento ambientale
Morte e lesioni come conseguenza dell'inquinamento ambientale
L'articolo in esame amplia lo spazio di riferimento su cui si interfaccia il delitto di inquinamento ambientale, in quanto rimanda direttamente ad esso.
Stabilisce che, qualora si verifichi uno dei fatti contemplati dalla norma in questione, nel caso in cui ne derivi, come conseguenza non voluta dal reo, una lesione o la morte a danno di alcuno, le conseguenze in termini di sanzione debbano essere più severi251.
La dizione che troviamo in questa rubrica pone rilevanti conseguenze sul piano della sostanza del delitto. In particolare, la dottrina si è domandata se questa fattispecie dovesse essere intesa come una mera circostanza aggravante del delitto di inquinamento ambientale o se invece dovesse essere delineata come un reato a sé stante.
Al riguardo appare evidente il rimando di questa fattispecie al tenore letterale dell'art 586 c. p252. La scelta appare in linea con la costruzione di questa norma. Il reato da cui promana il precetto può portare a degli aggravi del trattamento sanzionatorio, attraverso un crescendo della riprorevolezza che sale man mano che le conseguenze della commissione siano più gravi.
Dottrina e giurisprudenza sono sostanzialmente concordi nel delineare il delitto rubricato all'art 452 ter appartenente al genus dei c. d. delitti aggravati dall'evento253 per molteplici ragioni.
In primis, è necessario che la circostanza persegua lo stesso bene perseguito dal reato base254. Da questa prospettiva è evidente che non ci sia coincidenza, in quanto se nel primo caso la direzione si proietta verso la salubrità e la preservazione delle risorse ambientali, in questo caso rileva il differente bene dell'integrità fisica individuale.
Inoltre, laddove la legge abbia voluto intendere i casi di lesioni o morte come circostanze aggravanti lo ha fatto in modo esplicito.
C'è da dire però che, talvolta, ci sono stati casi in cui l'autonomia di questo tipo di reati non è apparsa in linea con la strada perseguita del legislatore.
Basti pensare a quelle disposizioni che richiamano questi nuovi delitti, come nel campo della responsabilità degli enti, dove l'art 452 ter non viene neppure menzionato. L'omissione, se voluta, la si potrebbe interpretare in linea con una scelta del legislatore di intendere questo delitto non già come una fattispecie autonoma, ma insita implicitamente all'interno del delitto di inquinamento ambientale, del quale costituirebbe, da questa prospettiva, una mera ipotesi aggravata255.
Nella norma viene precisato che i due eventi specifici, ossia la morte e/o le varie tipologie di lesioni personali, non debbano rientrare nella volontà del reo. Infatti, se queste fossero volute dal soggetto agente, la sua condotta non integrerebbe questo delitto, in quanto le sue azioni sarebbero punibili, dapprima, in forza dell'art 452 bis, in termini di inquinamento ambientale, e, correlativamente, in concorso con le ipotesi autonome di lesioni personali dolose256 o/e di omicidio doloso257.
Questo porta a determinare che la forma assunta dalla colpevolezza negli eventi ivi descritti non può che essere quella della colpa.
Ciò ci permette di delineare delle condizioni essenziali in base alle quali la morte e/o le lesioni possano rilevare in accordo all'art 452 ter, e non già come reati autonomi.
La giurisprudenza è concorde nell'applicare a questo tipo di reati una lettura costituzionalmente orientata.
In primo luogo, tali eventi, come già detto, devono permanere al di fuori dell'intenzione258 del soggetto.
In secondo luogo, devono essere contestuali alla condotta inquinante ascrivibile secondo il delitto base, ossia l'inquinamento ex 452 bis.
In terzo luogo, è necessario che sussista una connessione, accertabile mediante il rinvenimento di un rapporto di causa/effetto, tra gli eventi aggravanti delle morti e/o lesioni personali, da un lato, e il delitto base, dall'altra
In quarto luogo, è necessario verificare che tali eventi fossero prevedibili ed evitabili da parte dell'agente, se quest'ultimo avesse utilizzato adeguatamente le tipiche regole della colpa, ossia la diligenza, la prudenza e la perizia, proprie di un soggetto modello che potesse trovarsi nella medesima situazione.259
Queste operazioni ermeneutiche di accertamento si risolvono, in ultima analisi, in due momenti fondamentali: il primo momento, qualificabile come elemento oggettivo del reato, consiste nell'accertare che l'inquinamento leda l'integrità fisica di alcuno; il secondo momento, che rileva invece dal punto di vista psicologico dell'agente, in relazione alla capacità di condotta del soggetto, consiste nel verificare che tali eventi fossero esiti prevedibili ed evitabili260.
Al riguardo è stato rilevato un profilo di criticità, quasi in parallelo a quanto è stato analizzato in relazione alla natura delle condotta nel delitto di inquinamento ambientale261.
Se il delitto in esame implica la sussistenza del delitto di inquinamento, presupponendolo, ne consegue che la condotta di inquinamento, a monte, debba rientrare nel genus della "abusività".
Vale a dire che la trasgressione di una regola cautelare di una normativa di settore, o di una qualsiasi altra norma dell'ordinamento, può astrattamente condurre al delitto di inquinamento, ma questo non implica che l'eventuale conseguenza di morte o lesioni rilevi necessariamente in forza del presente articolo.
Infatti, come rilevato da autorevole dottrina, non tutte le prescrizioni sono rivolte alla tutela dell'integrità fisica. [...]
251 Art 452 ter c. p. "Se da uno dei fatti di cui all'articolo 452 bis deriva, quale conseguenza non voluta dal reo, una lesione personale, ad eccezione delle ipotesi in cui la malattia ha una durata non superiore ai 20 giorni, si applica la pena della reclusione da due anni e sei mesi a sette anni; se ne deriva una lesione grave, la pena della reclusione da tre a otto anni; se ne deriva una lesione gravissima, la pena della reclusione da quattro a nove anni; se ne deriva la morte, la pena della reclusione da cinque a diecianni.
Nel caso di morte di più persone, di lesioni di più persone, ovvero di morte di uno o più persone e lesioni di una o più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per l'ipotesi più grave, aumentata fino al triplo, ma la pena della reclusione non può superare gli anni 20"
252 Art 586 c. p., Morte e lesioni come conseguenza del più grave delitto (rivedere)
253 Ruga Riva, I nuovi ecoreati. Commento alla legge 22/05/2015, Giappichelli, Torino, n. 68, p.19
254 Palazzo, Corso di diritto penale, Parte generale, III ed., Giappichelli, 2008, p. 350 ss.
255 Al proposito vanno distinte due posizioni antitetiche che guardano al reato da prospettive diverse: da una parte c'è la tesi della dipendenza del reato, in cui il rapporto fra il delitto ex 452 bis e ter sia di presupposto/derivato; dall'altra parte c'è la tesi che guarda al delitto non come un reato autonomo ma una mera circostanza aggravante del delitto principale di inquinamento ambientale.
256 Art 582 c. p. Lesioni personali
257 Art 575 c. p. Omicidio volontario
258 La dottrina pone spesso il rilevo a una giurisprudenza consolidata in relazione all'art 586 (cfr. Cass. Pen S.U. 22/01/2009), il quale svolge il ruolo di paradigma applicativo del genus dei delitti aggravati dall'evento. Nello specifico, si precisa come lo spazio di discrimine fra la colpa cosciente e il dolo eventuale in relazione alle conseguenze del delitto di inquinamento può spostare radicalmente la ricostruzione del reato. L'applicazione dell'art 586, o l'art 452 ter in questo caso specifico, è tutto incentrato sulla prevedibilità e l'accettazione da parte del reo. Basta anche solo una remota prefigurazione del rischio di morte o lesioni ai danni di un individuo per far si che la condotta dell'agente venga ricondotta nei corollari eventuale, e in quel caso l'imputazione dei delitti avviene in forma autonoma, attraverso concorso di reati.
259 cfr. Cass. Pen. S.U. 22/01/2009 in riferimento al genus del delitto aggravato dall'evento in generale, ma che nel contesto può essere adattato alla lettura di questa norma; al proposito, in relazione a questo genus di reati, si veda anche in dottrina cfr. Marinucci-Dolcini, Manuale di diritto penale. Parte generale, IV ed., Giuffrè, 2012, p. 336 ss.
260 Ruga Riva, I nuovi ecoreati: Commento alla legge 22 maggio 2015 n. 68, Giappichelli, Milano, 2015 p. 15-16
261 Matthedaukis, Opzioni legislative in tema di colpevolezza nei nuovi reati ambientali, The new environmental criminal law, in Diritto Penale Contemporaneo, 1/2018, p. 222
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il delitto di inquinamento ambientale
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Informazioni tesi
Autore: | Vico Olivieri |
Tipo: | Laurea magistrale a ciclo unico |
Anno: | 2022-23 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Roberto Borgogno |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 133 |
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