Peculiarità e Funzioni della Fotografia di Moda nello Spazio Comunicativo
Moda che vive nella fotografia
In anni recenti si è sviluppata la tendenza a rinunciare al piano denotativo nella fotografia di moda, ovvero a quello della presentazione diretta del capo. La fotografia, soprattutto quella pubblicitaria, punta a suggerire un clima, un'aurea, un sogno, senza “far vedere bene” l'oggetto del sogno stesso.
Questa tecnica viene chiamata “effetto doppio gioco” perché nasce dalla consapevolezza che far vedere non basta, ma anche dall'intuizione che questa insufficienza non può essere colmata con un'esagerata espansione dell'immaginario. Costruire un territorio intermedio pare l'unica soluzione, in cui il reale si faccia desiderio e il desiderio risulti possibile.
Quindi il bluf deve rimanere nei limiti della verosimiglianza. La necessità è quella di “arrivare alla moda vissuta, alla moda portata, perché nemmeno la presenza diretta di un abito può dar conto di quella fusione tra corpo e abbigliamento che poi diventa stile, comportamento, moda”6. Tutto ciò è da inserire all'interno del contesto della rivista di moda quale codice per far scattare il desiderio e il sogno. Secondo Marshall McLuhan7 l'abbigliamento è “un'estensione della nostra pelle” non solo per la sua funzione pratica di copertura e di protezione, ma perché il corpo vi imprime la sua impronta psicocomportamentale. Riflettendo su quest'aspetto voglio presentare il caso di Alessandra Gnecchi Ruscone che nel catalogo della mostra “Annitrenta” del 1982 pone una riflessione molto interessante sulla moda vissuta:
“Rappresentare oggi in mostra la moda degli anni Trenta non è facile. La moda – di qualsiasi epoca – non è fatta solo di vestiti, ma da come i vestiti vengono indossati[...]. Basta guardare le fotografie delle modelle degli anni Trenta per vedere rappresentati gesti e atteggiamenti tipici dell'epoca, modi di muovere la testa, le mani e il corpo che, ripetuti oggi, sarebbero solo caricaturali. La moda vissuta è fatta di elementi diversi mescolati strettamente, che poi in gran parte scompaiono, quasi evaporati nel tempo”
La fotografia ha proprio la capacità di restituire gesti e atteggiamenti, quindi tutto quello che va perso per l'assenza del corpo fisico può essere recuperato nel corpo virtuale proposto dalla fotografia.
Per citare la riflessione della Gnecchi Ruscone, “i vestiti osservati da soli, attraverso il vetro di una teca, hanno con la moda vissuta la stessa relazione che ha un fossile con la vita complessa di un'epoca preistorica”. Moda e pubblicità dicono qualcosa sul gusto dell'epoca che li ha prodotti. I fotografi di moda traggono ispirazione da ciò che li circonda come gli amici, la gente per strada e nei club o semplicemente dalla musica che ascoltano.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Peculiarità e Funzioni della Fotografia di Moda nello Spazio Comunicativo
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Informazioni tesi
Autore: | Cinzia Contro |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Beni culturali |
Corso: | Cultura e Tecnologia della Moda |
Relatore: | Carlo Alberto Zotti Minici |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 76 |
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