La garanzia dei diritti negli Stati Uniti dopo l'emergenza dell'undici settembre 2001
Misure adottate negli Usa contro il terrorismo islamico prima dell’undici settembre 2001
Già prima dell’undici settembre 2001 gli Stati Uniti avevano subito attentati con un elevato numero di vittime, alcuni dei quali rivendicati dall'estremismo islamico.
Il 23 febbraio 1993 nell'esplosione di una bomba nei garage sotterranei del World Trade Center perirono sei persone e circa un migliaio furono i feriti. In seguito furono arrestati e condannati quali responsabili della strage quattro fondamentalisti islamici. Questo attentato evidenziò i limiti dell'ordinamento riguardo alla propria capacità di garantire la sicurezza dei propri cittadini e colpì l'opinione pubblica soprattutto per la centralità del luogo in cui era stata piazzata la bomba.
Il 19 aprile 1995 un attentato presso il palazzo federale di Oklahoma City, a distanza di soli due anni dalla bomba al World Trade Center, pose nuovamente alle istituzioni americane il problema, in questo caso aggravato dall'elevato numero di morti, della sicurezza negli Usa. Nonostante il terrorismo islamico non fosse coinvolto nell'organizzazione dell'attentato, compiuto da un fanatico americano di estrema destra, le istituzioni statunitensi sentirono l'esigenza di rivedere le proprie strategie di lotta al terrorismo.
II Congresso, in particolare, a fronte dell'esigenza di intensificare i controlli per impedire il ripetersi di attentati tanto gravi e destabilizzanti, dopo un anno di dibattito e di riflessione approvò, il 24 aprile 1996, l'Antiterrorism and Effective Death Penality Act 1996.
Le previsioni della legge antiterrorismo del 1996 anticipano in molti punti le disposizioni dell'Usa Patriot Act 2001, in quanto lo scopo perseguito è lo stesso: evitare altri atti terroristici sul suolo statunitense, garantendo la sicurezza dei cittadini, e punire in modo esemplare i colpevoli, introducendo tra i reati anche la progettazione di attentati.
Oltre che dal panico, l'adozione dell'atto fu favorita dalla consapevolezza delle lacune legislative dell'ordinamento statunitense in tema di terrorismo, nell'illusione che una normativizzazione del fenomeno avrebbe risolto il problema. Diversamente, anziché aumentare il livello di sicurezza nel paese, le misure adottate con l'Antiterrorism Act del 1996 favorirono il processo di "ridimensionamento" delle libertà civili.
Tra le misure che perseguono tale obiettivo va menzionato il guilt of association, un retaggio delle misure adottate durante il Maccartismo nei confronti degli iscritti al Partito Comunista Americano, in base al quale il supporto o l'adesione a gruppi o associazioni designati come terroristici dal Segretario di Stato diventa fattispecie di reato. Questa disposizione, che affida alla discrezionalità delle istituzioni la valutazione della pericolosità di un’associazione per l’ordinamento, ha trovato poi nuovo e pericoloso vigore con l’approvazione dell’Usa Patriot Act 2001.
La mancanza di criteri oggettivi per inserire un’associazione nel registro delle organizzazioni terroristiche rappresenta un pregiudizio per le associazioni che operano rispettando la legge, e che non compiono atti violenti e in contrasto con il Governo, in quanto potrebbero essere vittime di discriminazioni politiche. La definizione di organizzazione terroristica contenuta nella legge è volutamente vaga, al fine di permettere alla polizia di svolgere controlli più "approfonditi" nei confronti di un maggior numero di soggetti e associazioni.
Con la legge antiterrorismo del 1996 ha subito un forte cambiamento anche la legislazione sull’emigrazione, rispetto alla quale sono state previste limitazioni in materia di ingresso e di permesso di soggiorno. Relativamente agli stranieri presenti sul suolo americano, la legge li ha resi vittime di una decurtazione dei diritti processuali e li ha assoggettati a maggiori controlli, sia all’interno che ai confini della Federazione.
I poteri dell'Fbi sono stati ampliati per permettere indagini più approfondite e capillari nella ricerca de terroristi e delle loro organizzazioni. Inoltre sono proseguite le investigazioni, i controlli e le infiltrazioni dell'Fbi, iniziate nella seconda metà degli anni Ottanta, nei confronti di associazioni contrarie e contestatrici in merito alla politica governativa, nonché i controlli dei registri di consultazione dei libri nelle biblioteche pubbliche.
La tutela delle libertà civili prima della tragedia dell'undici settembre 2001 era dunque già stata compressa in seguito a gravi attentati che avevano posto gli Usa, all'indomani dal crollo dell'Urss e la fine della Guerra Fredda, di fronte ad un nuovo ordine di problemi e ad una nuova tipologia di nemici.
E’ possibile in questo senso leggere l’Usa Patriot Act come una legge finalizzata a garantire sicurezza a scapito dei diritti civili più aspra della legislazione del 1996, probabilmente anche per la gravità delle perdite umane subite dagli Usa, ma collocabile in un percorso politico affine.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La garanzia dei diritti negli Stati Uniti dopo l'emergenza dell'undici settembre 2001
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Informazioni tesi
Autore: | Simona Materia |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Scienze giuridiche |
Relatore: | Francesco Cerrone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 171 |
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