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Celle - Milano prima tappa Le Villi. Giacomo Puccini e la sua prima opera

Milano

Un obiettivo importante come il Conservatorio di Milano, per l’avvenire artistico di un figlio che merita di sviluppare le proprie doti di musicista, non può essere ostacolato da un problema economico. Albina Magi, sempre più decisa a veder realizzato il desiderio del figlio Giacomo, non si fece scrupolo di chiedere aiuto ad enti locali, parenti e per finire anche alla Regina. Con l’aiuto della conoscente marchesa Pallavicini, dama di corte, formulò così la supplica, che la marchesa si premurò di far giungere e accogliere da Sua Maestà giacché Giacomo era:

Degno erede di una lunga tradizione familiare nel campo musicale ma parimenti privo di mezzi e desideroso di completare i suoi studi presso un Conservatorio importante, qual è quello di Milano.

La richiesta ebbe successo, una borsa di studio di lire milleduecento, per un anno, fu concessa dalla Regina Margherita per sostenere gli studi di Puccini a Milano. La meta fu raggiunta dal giovane Maestro nell’autunno del 1880, il 14 ottobre, consegnò in segreteria la domanda di ammissione alla classe di composizione. C’era solo un piccolo ostacolo, Giacomo, aveva superato l’età di ammissione al conservatorio (al tempo Puccini aveva ventidue anni). Lo zio Fortunato Magi scrisse una lettera di referenze per il nipote ad Antonio Bazzini, che era stato suo allievo, affinché si prodigasse per l’ingresso in Conservatorio del giovane familiare. Apprendiamo tutto questo da una lettera di Puccini alla madre datata 10 novembre 1880 nella quale si legge:

L’esame come le ho già scritto è andato bene. Giusto stamattina sono stato al Conservatorio e ho veduto che sono stato il migliore di tutti, modestia a parte. Però ci è sempre un pelo. Mi ha detto Bazzini che vi è la questione dell’età ma mi ha detto il direttore Ronchetti che saranno scelti i migliori esaminati, allora spero bene tanto più che mi ha detto il direttore che sull’età ci passeranno sopra, visto che io ho compiuto gli studi […] Le lezioni cominciano il 16. Il certificato non l’ho ricevuto. Magi ha scritto a Bazzini.

L’esame per l’accesso al conservatorio fu superato brillantemente con 8,30/10 di punteggio che, gli aggiudicarono un posto disponibile nella classe di composizione. Una fitta corrispondenza fra Giacomo, la madre e il resto della famiglia, fa da testimone al periodo passato in conservatorio, vi leggiamo la vita stentata, i sacrifici, lo studio ed anche la fame che lo studente provava. Vi sono pure i rapporti con gli insegnanti, i risultati degli esami, gli eventi (l’Esposizione Nazionale), la descrizione minuziosa della moda che si sfoggiava a Milano in quel periodo e la nostalgia della cucina casalinga lucchese. Le lezioni al Conservatorio, nonostante i buoni risultati ottenuti, non sono particolarmente apprezzate dal giovane Puccini; le materie di armonia, contrappunto e strumentazione classica fanno ancora parte di una formazione tradizionale. Il suo arricchimento musicale avviene attraverso la possibilità di assistere agli spettacoli nei vari teatri di Milano, “Dal Verme” e “Carcano”. In questi due teatri, accessibili economicamente e a volte gratuitamente con biglietto omaggio, assiste a opere come: Etoile du Nord di Meyerbeer, Fra diavolo di Auber, Carmen di Bizet. Inoltre studia Berliotz e condivide le spese per l’acquisto dello spartito, per canto e pianoforte, del Parsifal, di Wagner. A conclusione del secondo anno di Conservatorio, Puccini, riporta un’eccellente votazione; dello stesso periodo è da segnalare la composizione del Preludio Sinfonico per orchestra in La maggiore (giugno/luglio 1882). Il commento di Schickling è:

E’ un pezzo piuttosto convenzionale, paragonabile alla Messa lucchese in cui i momenti migliori sono affidati agli ottoni. Appena qualche formula melodica, qualche armonia, qualche colore strumentale possono far pensare al Puccini futuro.

Per quanto riguarda invece un quartetto per archi composto tra la primavera 1882/1883, questo riproduce un diverso impegno nella tecnica, e i temi di questo quartetto si ritrovano in Le Villi, Manon Lescaut e Butterfly. Nell’ultimo anno di Conservatorio Ponchielli lo invita a “buttar giù musica”, a leggere e studiare altri autori, e Puccini risponde a questo consiglio recandosi a teatro e scrivendo musica propria. Di questo periodo, infatti, sono quattro romanze scritte su testi di Ghislanzoni (1824-1893) e tutte della primavera 1883, queste riportano i titoli: Melanconia, Salve Regina, Storiella d’amore, Ad una morta. La prima è andata perduta da qualche tempo, esiste solo la citazione di cinque battute, il suo tema introduce il duetto (n°4) del primo atto delle Villi. La seconda, libero adattamento di un’antifona musicata nel medioevo, scritta per soprano e pianoforte, la possiamo riascoltare interamente nel finale della prima parte sempre di Villi (n°5, preghiera). Di Storiella d’amore rimangono alcuni abbozzi manoscritti, cinque battute del lento centrale compongono il terzetto del terzo atto di Edgar. Questa romanza sarà l’unica delle quattro che verrà pubblicata. Della romanza Ad una morta, rimangono dei frammenti manoscritti nei quali Puccini ha introdotto il testo e alcune indicazioni per l’esecuzione.

Ritroviamo alcune frasi di questa romanza sulle parole “ridean i fiori fioria per te, l’amor”, nell’aria Torna ai felici dì, composta nel 1885 per l’opera Villi con scritto sull’abbozzo “alla Wagner”. A chiusura degli studi in Conservatorio Giacomo fece le prove di esame, due di queste conservate. Una fuga a quattro voci e la scena lirica per canto, Mentia l’avviso, su testo di Felice Romani, che il Maestro utilizzerà per l’aria di Des Grieux “Donna non vidi mai” nel primo atto di Manon Lescaut. La prova “libera” di esame, che porterà alla ribalta il giovane diplomato, sarà legata al Capriccio Sinfonico, destinato ad essere eseguito in pubblico come dimostrazione della capacità dello studente. La prima esecuzione avvenne il 10 luglio, nonostante l’orchestra fosse composta dagli allievi del Conservatorio, la direzione fu affidata al direttore musicale della Scala di Milano, Franco Faccio. Gli insegnanti Domiceti, Bazzini e Ponchielli, lodarono il lavoro del loro allievo e anche la critica il quattordici luglio, per la seconda esecuzione, ne evidenziò il carattere sinfonico. Il Capriccio Sinfonico è un’ouverture pot-pourri per opera lirica di circa sette temi diversi, alcuni saranno impiegati da Puccini nelle Villi, Edgar e Boheme. Si corona così il sogno di Giacomo Puccini di studiare a Milano; ora il figlio maggiore si può fregiare del titolo di “Maestro di Musica” ottenuto nel più importante Conservatorio Musicale d’Italia.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Celle - Milano prima tappa Le Villi. Giacomo Puccini e la sua prima opera

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Informazioni tesi

  Autore: Lidia Cerri
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo
  Corso: Scienze e tecnologie delle arti figurative, musica, spettacolo e moda
  Relatore: Concetta  D'Angeli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 88

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