Metodologie di calcolo del rischio di mercato dei prodotti strutturati
Metodologie di valutazione del rischio di mercato
Il Risk Management è il processo gestionale attraverso cui le banche, e più in generale le aziende, sono in grado di individuare, misurare e controllare i rischi associati a qualsiasi attività o processo operativo, in modo da rendere l’organizzazione capace di minimizzare le perdite e massimizzare l’efficacia e l’efficienza di risultato. Attraverso l’approccio statistico, questo processo si propone di elaborare strategie atte a governare il rischio di mercato. Negli ultimi trent’anni il risk management ha conosciuto uno sviluppo notevole, specie in ambito bancario. Sono stati introdotti nuovi modelli di misurazione, monitoraggio e gestione dei cosidetti rischi finanziari e, in particolare, il rischio di mercato è divenuto oggetto dell’attenzione dei manager bancari.
La ricerca da parte delle banche di investimenti con profili di rendimento e di rischio più elevati rispetto alle forme tradizionali di intermediazione creditizia (raccolta a vista e concessione di prestiti) e l’aumento della volatilità delle variabili finanziarie possono essere indicate come le cause dell’attenzione rivolta dalle banche e dalle autorità di vigilanza al rischio di mercato e alla ricerca di adeguati strumenti di misurazione.
Il rischio di mercato può essere definito come il rischio che il prezzo di mercato di attività e passività cambi in seguito a variazioni di tassi d’interesse, tassi di cambio e altri prezzi. Il rischio di interesse e il rischio di cambio sono infatti strettamente collegati al rischio di mercato, poiché una loro variazione inciderebbe sul rischio complessivo. In altre parole, è la probabilità che il prezzo si muova in direzione diversa da quella attesa in seguito a variazioni delle variabili di mercato (tassi di interesse, tassi di cambio, quotazioni azionarie, prezzo commodities...).
Nel caso degli intermediari finanziari il rischio di mercato può assumere il significato di rischio di trading, ossia il rischio addizionale, causato da possibili oscillazioni di breve termine delle variabili di mercato, che un intermediario affronta con strategie attive di trading, in un orizzonte temporale di breve o brevissimo termine (anche di un solo giorno). Il calcolo del rischio di mercato per gli intermediari finanziari assume dunque rilevanza maggiore per il portafoglio trading, che contiene attività, passività e contratti derivati ad elevata liquidità e detenuti per periodi brevi. Per controllare l’esposizione al rischio del portafoglio trading nel brevissimo periodo nasce quindi l’esigenza di sviluppare modelli di misurazione del rischio su base giornaliera.
La maggiore difficoltà che si presentava nel calcolo dell’esposizione al rischio di mercato di un portafoglio era la mancanza di una misura del rischio standard e omogenea per valutare posizioni in strumenti finanziari diversi. Prima dell’introduzione del Value at Risk (VaR) per il calcolo del rischio di mercato, veniva utilizzata la duration modificata per le obbligazioni, mentre per i derivati si poteva ricorrere alla volatilità del sottostante, con il calcolo della deviazione standard, o alle cosiddette “greche” (delta, gamma, ro, theta, vega). Benchè le citate misure diano una visione discretamente oggettiva della rischiosità dell’investimento, non permettono il confronto in termini di rischio tra le diverse posizioni assunte.
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Metodologie di calcolo del rischio di mercato dei prodotti strutturati
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Informazioni tesi
Autore: | Daniele Bernardini |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Barbara Alemanni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 66 |
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