I network collaborativi nella nanomedicina

Ogni giorno ciascun individuo compie una serie di azioni che hanno un riflesso economico. Ad esempio entrando in un bar e consumando un caffè, acquistando un giornale all’edicola, raggiungendo con la propria autovettura o con un mezzo di trasporto pubblico il posto di lavoro oppure accompagnando il proprio figlio a scuola; ed ancora prelevando del contante in banca, entrando in un cinema etc. (Alvaro, 1995).
Ognuno di questi eventi concorre all’evoluzione del sistema economico nel suo complesso allo stesso modo in cui la posizione ed il movimento di ogni singola particella concorre a determinare la struttura di un gas nelle scienze fisiche (Grimmett, 1987; Arbia, 1995).
Le azioni descritte negli esempi precedenti possono essere analizzate prescindendo dal luogo dove esse avvengono oppure considerando esplicitamente la loro connotazione territoriale. In questo secondo caso è possibile distinguere due tipologie di comportamenti economici nel territorio. Innanzitutto la scelta di un agente economico di collocarsi in forma tendenzialmente stabile in un luogo determinato per il raggiungimento dei propri obiettivi economici: ci riferiremo a tale aspetto come all’analisi della localizzazione spaziale. In secondo luogo la scelta dei vari agenti di dirigersi in determinati luoghi, regolarmente od occasionalmente, al fine di soddisfare i propri bisogni o massimizzare la propria utilità: faremo riferimento a questo secondo aspetto come all’analisi della interazione spaziale. Lo studio della localizzazione territoriale degli agenti economici e della loro interazione definisce i due livelli fondamentali dell’analisi spaziale a livello economico.
La distribuzione degli accadimenti economici all’interno di partizioni dell’intera area di studio (ad es. il suolo nazionale italiano) in sub-aree definisce un livello di analisi che viene a collocarsi in posizione intermedia tra il livello micro-economico. Dove è massimo il dettaglio, ed il livello dei grandi aggregati macroeconomici, dove è massima la sintesi. Ci riferiremo a tale livello intermedio come al livello meso dell’economia, detto anche approccio meso-economico (Wilson e Bennett, 1985).